Eisenstein in Messico

Film 2014 | Sentimentale, V.M. 14 105 min.

Titolo originaleEisenstein in Guanajuato
Anno2014
GenereSentimentale,
ProduzioneMessico, Finlandia, Belgio, Francia, Paesi Bassi
Durata105 minuti
Regia diPeter Greenaway
AttoriElmer Bäck, Luis Alberti, Maya Zapata, Rasmus Slätis, Jakob Öhrman, Lisa Owen Stelio Savante.
Uscitagiovedì 4 giugno 2015
TagDa vedere 2014
DistribuzioneTeodora Film
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14
MYmonetro 3,50 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Peter Greenaway. Un film Da vedere 2014 con Elmer Bäck, Luis Alberti, Maya Zapata, Rasmus Slätis, Jakob Öhrman, Lisa Owen. Cast completo Titolo originale: Eisenstein in Guanajuato. Genere Sentimentale, - Messico, Finlandia, Belgio, Francia, Paesi Bassi, 2014, durata 105 minuti. Uscita cinema giovedì 4 giugno 2015 distribuito da Teodora Film. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 - MYmonetro 3,50 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 17 giugno 2020

Sergej Eisenstein si trova al vertice della sua carriera artistica. Decide di recarsi in Messico dove girerà Que Viva Mexico! con cui intende celebrare la rivoluzione del 1911 che sente come la più vicina a quella russa. In Italia al Box Office Eisenstein in Messico ha incassato 46,9 mila euro .

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Consigliato sì!
3,50/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA 3,83
PUBBLICO 3,17
CONSIGLIATO SÌ
Greenaway offre una miriade di immagini e di soluzioni di montaggio su Eisenstein uomo e artista.
Recensione di Giancarlo Zappoli
mercoledì 11 febbraio 2015
Recensione di Giancarlo Zappoli
mercoledì 11 febbraio 2015

1931. Sergej Ejzenstejn si trova al vertice della sua carriera artistica. Decide di recarsi in Messico dove girerà Que Viva Mexico! con cui intende celebrare la rivoluzione del 1911 che sente come la più vicina a quella russa. Da poco respinto dal cinema hollywoodiano e con il regime sovietico che vorrebbe un suo rapido rientro in patria, Eisenstein raggiunge la città di Guanajuato. A fargli da accompagnatore è Palomino Cañedo grazie al quale scoprirà molte cose sul Messico ma anche su se stesso e sulla propria sessualità. Saranno dieci giorni che cambieranno per sempre la sua vita.
Peter Greenaway/Sergei Ejzenstejn. Un binomio che prima o poi doveva farsi cinema. Uno stralcio da una lunga dichiarazione d'amore del regista britannico per il collega sovietico può chiarirlo con grande efficacia: (il suo è) "un cinema-cinema finalmente non più schiavo di una narrative prosaica, saltellante e in continuo movimento con il serio proposito di correre come corre l'immaginazione degli esseri umani, producendo associazioni tra passato, presente e futuro, vecchio e nuovo, entrambi i lati del muro - come il Cubismo - che tanto influenzò l'avanguardia contemporanea russa nella pittura".
La folgorazione di Greenaway risale al 1959. Questo film si presenta quindi come il frutto di una profonda maturazione del suo pensiero e della sua ricerca sull'artista ma anche sull'uomo. Un uomo timoroso della propria sessualità e incapace di fissarla nel proprio intimo come invece è capace di dare forma a ciò che il suo occhio coglie nella realtà che sa trasfigurare in Arte. Nella miriade di immagini e di soluzioni di montaggio che Greenaway ci propone (sapendo però anche fermarsi a contemplare la scena quando si rende necessario, a differenza di quanto talvolta è accaduto nel passato) ce n'è una che offre una possibile chiave di lettura del film. La Chiesa centrale di Guanajuato si avvale di un insolito campanaro. Vestito come gli antichi nativi può suonare direttamente sul campanile, essendo sordo e cieco. Sergei è a sua volta sordo e cieco nei confronti della propria omosessualità e sarà Palomino, che ha moglie e figli, ad iniziarlo sia su questo versante che su quello del rapporto con una Morte che ha spesso descritto con straordinaria forza nei propri film ma di cui non ha mai saputo (o forse voluto) cogliere il profondo legame con il sesso.
Come affermava Herman Hesse: "L'espressione della grande sofferenza del volto umano è più violenta e sfigurante che l'espressione di un grande godimento... ma in fondo non è diversa". In quei dieci giorni messicani Ejzenstejn imparerà tutto ciò mentre sta impressionando chilometri di pellicola per un film che non vedrà mai la luce di un proiettore. Così come il suo essere gay, mascherato con due matrimoni mai consumati, in una Russia che (allora come oggi con ordinamenti politici mutati) fa dell'omofobia una sua bandiera.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
domenica 14 giugno 2015
Writer58

Sono andato a vedere "Eisensein in Messico" con aspettative molto alte. Apprezzo molto Greenaway (di cui ho visto i magnifici "il cuoco, il ladro, sua moglie, l'amante" e "I misteri del giardino di Compton house"), considero Eisenstein uno dei maggiori cineasti mondiali di tutti i tempi (anche se "la corazzata Potemkin" mi è sempre parsa un'opera pesante ed enfatica) e adoro il Messico, dove ho trascorso [...] Vai alla recensione »

sabato 6 giugno 2015
goldy

Beh, se qualcuno avesse dimenticato l'origine letterale dell'esclamazione PRENDERE PER IL C...... ecco, questo film ne recupera in pieno tutto il suo significato. Con una sintesi derivante dalla grande tradizione filosofica Empiristica Britannica, Palomino (il mentore messicano), sistema due mila anni di dubbi e tentennamenti del pensiero cristiano e in linea con la tradizione  dei suoi [...] Vai alla recensione »

domenica 21 giugno 2015
Zarar

Il film è una gioia per gli occhi del cinefilo puro. Il regista gallese P. Greenaway incontra il grande Eisenstein su due piani, uno formale ed uno psicologico. Il primo è quello di una cinematografia che scuote lo spettatore con molteplici strategie di straniamento: moltiplicazione in contemporanea dei piani visivi, inserti cinematografici, fotografici, documentari, alterazione dei tempi [...] Vai alla recensione »

domenica 7 giugno 2015
Miguel Angel Tarditti

EN 1936 LA URSS. CONDENA LA HOMOSEXUALIDAD MANDANDO LOS ACUSADOS A LA SIBERIA. TODAVIA HOY, EN LA RUSIA DE PUTIN, LA LIBERTAD HOMOSEXUAL ES ILEGAL Y REPRIMIDA. “Eisenstein en Mexico”, regia de Peter Greenaway Produccion de Mexico, Finlandia, Belgica, Francia, Paeses Bajos Podemos decir que se reùnen aquì tres grandes hombres del arte internacional: el personale protagònico es el genial [...] Vai alla recensione »

domenica 7 giugno 2015
elgatoloco

Sempre geniale"wagneriano"(in senso estetico, ossia per la sintesi e sinestesia delle arti"visive"), Greenaway ci dà un ritratto eccelso di Sergej Eisenstein in Messico, tra delusione politica(era stato ovviamente"scaricato"dall'URSS staliniana, anche per il suo comportamento eccentrico e in qualche modo"solipsista"), scoperta dell'eros e del sesso, con la sintesi pittorico-scultorea-architettonica, [...] Vai alla recensione »

sabato 13 giugno 2015
ralphscott

Tre stelle stiracchiate. Il regista si conferma un visionario architetto dello schermo,burlone e provocatorio,che ci regala prospettive ardite ed immagini di grande raffinatezza. Quello che purtroppo conferma,inoltre,nonostante la bravura e simpatia del suo protagonista,é la pesantezza delle sue pellicole. Le cose migliori le troviamo nei titoli di testa e durante le riflessioni al cimitero,grazie [...] Vai alla recensione »

venerdì 5 giugno 2015
marcello1979

Perfetto. Un'opera d'arte dei uno dei più grandi visionari del cinema contemporaneo. Regia innovativa, splendida fotografia di un'epoca ricca di scoperta . Grandi immagini e  un'accurata ricostruzione dei fatti rende questo film un capolavoro. Chapeau.

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Anna Maria Pasetti
Il Fatto Quotidiano

Messico, l931. Nella ridente cittadina di Guanajuato approda in trionfo il giovane nonché geniale cineasta sovietico Sergej Ejzenstejn. L'obiettivo del viaggio del regista de La corazzata Potemkin, all'apice della carriera, è la realizzazione di un nuovo film: peccato o per fortuna questo diventa per lui il pretesto per una scoperta maggiore e fondativa, ovvero quella di se stesso.

Paolo D'Agostini
La Repubblica

Protagonista negli anni 80 della scena cinematografica più sofisticata con la sua eclettica vocazione al connubio tra schermo e altre arti, figurative e musicali (Philip Glass, Michael Nyman, Wim Mertens), il regista gallese Peter Greenaway ritrova con Eisenstein in Messico tutta la sua provocatoria, come sempre discutibile ma brillante ispirazione.

Fabio Ferzetti
Il Messaggero

Un terzo di biopic, un terzo di coming out, un terzo di Greenaway style, con split screen e inserti visivi di ogni tipo, ma anche dialoghi a raffica e un passo sovreccitato insolito per il regista inglese. Agitate con cura e avrete uno degli oggetti più strambi dell'anno. Anche perché il biografato è nientemeno che S.M. Eisenstein («Sua Maestà Eisenstein», come lo ribattezzo Sklovskij giocando sul [...] Vai alla recensione »

NEWS
VIDEO
mercoledì 29 aprile 2015
 

Non è la prima volta che il visionario Peter Greenaway si misura con un biopic d'artista. Questa volta ha scelto un regista (come lui), Sergej Ejzenstejn. E ciò che racconta in Eisenstein in Messico, di cui vediamo in esclusiva il trailer e la locandina [...]

GALLERY
giovedì 12 febbraio 2015
 

I due protagonisti Dakota Johnson e Jamie Dornan di Cinquanta sfumature di grigio hanno sfilato ieri sera sul red carpet della Berlinale insieme alla regista Sam Taylor-Wood. Il film, tanto atteso al festival quanto in uscita nel resto del mondo (da oggi [...]

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