Titolo originale | Mogura No Uta |
Anno | 2013 |
Genere | Azione |
Produzione | Giappone |
Durata | 130 minuti |
Regia di | Takashi Miike |
Attori | Tôma Ikuta, Takayuki Yamada, Riisa Naka, Kenichi Endo, Ren Ôsugi, Shin'ichi Tsutsumi Mitsuru Fukikoshi, Takashi Okamura, Kôichi Iwaki, Yusuke Kamiji, Sarutoki Minagawa. |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 30 novembre 2016
Il live action dell'omonimo manga di Noboru Takahashi, in cui Ikuta interpreterà Reiji Kikukawa, un infiltrato della polizia in una banda mafiosa.
CONSIGLIATO SÌ
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Reiji Kukukawa è una recluta della polizia giapponese, talmente pessima che il suo superiore lo licenzia solo per poterlo usare come talpa. Non appartenendo più al corpo potrà infiltrarsi in una gang yakuza e aiutarli a catturare il boss. Superato un breve addestramento Reiji comincia la sua scalata nella malavita, stringendo amicizie durature e guadagnandosi in poco l'odio della gang rivale.
Quando scopre di essere in mezzo allo smercio di un grande carico di droga decide di avvertire la polizia e cercare di incastrare i malavitosi.
Di tutti i generi che Miike affronta annualmente senza nessun problema, la commedia è forse quello che gli riesce con i risultati più discontinui. Questo yakuza movie demenziale, fatto di esagerazioni fumettose e del solito passo spedito, inizia in maniera folgorante ma perde forza e dinamismo con il suo procedere. Benchè le invenzioni del regista sembrino poter non terminare mai è la sceneggiatura di Kankuro Kudo (a partire dal manga di Noboru Takahashi) che pare involversi sempre di più. Come se non avesse fiato a sufficienza per reggere il ritmo del film.
La parabola del poliziotto infiltrato è il classico pretesto da Miike per mettere in scena situazioni in grado di soddisfare se stesso e il suo pubblico (con il connubio "urla e budella" come lo definisce egli stesso) e inscenare un racconto in cui il caos e una dimensione godereccia della vita siano, tra le molte possibili, le uniche maniere accettabili di vivere.
Nè con la polizia, nè con la yakuza, nè tantomeno assieme al suo protagonista, troppo rigoroso, serio e addirittura vergine, per poter davvero essere una figura degna della stima di Miike, The Mole's Song mette in scena il più classico "mondo di cretini", in cui l'ordine come lo conosciamo viene sovvertito in ogni scena e l'anarchia dei comportamenti è la vera protagonista della storia, l'unica forza in grado di indirizzare gli eventi.
Tra canzoni esilaranti, animazioni grottesche (in una compare il regista, incatenato in fondo al mare) e una gioiosa voglia d'andar a morire per nulla, a trionfare sembra sia soltanto un senso dell'amicizia simile a quello dei polar francesi, capace di travalicare anche le differenze di schieramento, fino a rimanere l'unica cosa che conti davvero.