Anno | 2013 |
Genere | Documentario |
Produzione | USA |
Durata | 78 minuti |
Regia di | Nelson George |
Attori | George Clinton, Bootsy Collins, D'Angelo, Mike D, Sheila E., Nona Hendryx, Maceo Parker, Sly Stone, Ahmir-Khalib Thompson Bernie Worrell. |
MYmonetro | 2,75 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 12 settembre 2013
Da un'idea dal produttore discografico Arthur Baker, il documentario è uno sguardo nel passato, nel presente e nel futuro del funk.
CONSIGLIATO SÌ
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È la voce di Amir Thompson dei Roots a guidarci alla ricerca del funk. O meglio, della vera essenza di un genere che è quasi un ponte tra il soul degli anni Sessanta e l'hip hop degli Ottanta. Sly Stone, Bootsy Collins, Mike D dei Beastie Boys, Marcus Miller, Mtume, Nona Hendryx, Vernon Reid, Maceo Parker, Bernie Worrell, Steve Arrington, Reggie Hudlin, Shock G e Stuart Matthewman, tra gli altri, dicono la propria su una musica che dalle primissime influenze jazz arriva fino alle drum machine e ai campionamenti.
Con il pretesto di definire la linea che da James Brown porta a Prince e oltre, il regista Nelson George orchestra una vigorosa carrellata attraverso mezzo secolo di storia, mettendoci passione da fan e competenza critica. Dalle stelle di ieri a quelle di oggi, ogni artista intervistato ha un aneddoto da raccontare, una curiosità da svelare, un ringraziamento da fare o un pezzo da suonare. Tutti, nessuno escluso, sono spinti dall'entusiasmo e dall'emozione nel ricordare quando il funk si mescolava al movimento hippy oppure alla psichedelia o quando era inteso soprattutto come uno strumento di protesta sociale.
Tra i riferimenti all'egittologia, alla fantascienza e all'afro-futurismo di alcune copertine degli Earth, Wind & Fire o del P-Funk (dal nome di due formazioni che fanno capo a George Clinton: i Parliament e i Funkadelic) e il look dato dallo stilista filippino Larry LeGaspy all'intero movimento, si delinea l'aspetto di una rivoluzione musicale difficile da definire perché in continua evoluzione, forse più coincidente con un'attitudine che con altro. Nello slang degli afroamericani "funk" significa "cattivo odore", lo stesso che veniva fuori - parola di George Clinton - dalle sale di registrazioni usate per le interminabili sessioni degli album dei Parliament, quasi a confermare quanto il loro lavoro coincidesse con l'essenza stessa di quella musica. Se la parte dei leoni spetta, giustamente, a Sly Stone, Bootsy Collins e George Clinton, Finding the Funk non dimentica di fornire gli elementi necessari per tracciare un profilo storico-evolutivo del genere, andando ad analizzare anche il panorama sociale e geografico in cui si sviluppò (dalla cittadina di Dayton, in Ohio, fino alla Minneapolis di Prince). Troppo denso di nomi, notizie e informazioni per essere indirizzato ad un pubblico generico.