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È ancora tempo di eroi

Jimmy Bobo: il cinema d'azione come film d'essai?
di Roy Menarini

In foto Sylvester Stallone in una scena del film Jimmy Bobo - Bullet To the Head di Walter Hill.
Sylvester Stallone (Michael Sylvester Enzio Stallone) (78 anni) 6 luglio 1946, New York City (New York - USA) - Cancro. Interpreta Jimmy Bobo nel film di Walter Hill Jimmy Bobo - Bullet To the Head.

sabato 6 aprile 2013 - Approfondimenti

Le cose nel cinema non sono mai semplici come sembrano. Prendiamo il cinema action. Fino agli anni Ottanta/Novanta si pensava che rappresentassero la quintessenza del prodotto commerciale e, pur godendo di appoggio cinefilo (magari esterofilo, vedi la "Hong Kong mania"), nessuno si sarebbe sognato di innalzare lodi di purezza ai film con Stallone e Schwarzenegger. Alcuni attori, come Bruce Willis, venivano presi seriamente in considerazione solamente all'interno di film dalla natura teorica esplicita, come nel caso del raffinato Trappola di cristallo, letto all'epoca come esercizio di decostruzione consapevole dei cliché del cinema d'azione. Poca cosa, comunque. Il resto veniva circondato da riprovazione culturale.
Negli anni Duemila, invece, le cose hanno cominciato a cambiare. Emarginati dai blockbuster digitali di genere fantastico o familistico, i film d'azione sono via via precipitati nella scala dei prodotti di successo. Per una saga che ha successo (Fast & Furious), ci sono centinaia di pellicole che cadono nel vuoto. Di qui la sensazione che ormai l'action movie sia questione per cinefili e buongustai. Tutta l'operazione Mercenari di Stallone capitalizza un universo, il cinema avventuroso e scultoreo degli anni Ottanta, che difficilmente si pensava sarebbe divenuto oggetto di nostalgia.
Fatta la lunga premessa, dobbiamo dire che Jimmy Bobo parla esattamente a questo segmento di spettatori, e basta aggirarsi nelle sale che proiettano il film del maestro Walter Hill per rendersi conto che il pubblico è diverso dal solito: ci sono i nostalgici di allora, oggi un po' incanutiti; ci sono gli appassionati snob, che frullano Stallone e Derek Cianfrance senza soluzione di continuità; ci sono molti anziani soli, in cerca di quel cinema medio americano, giallo thriller o avventura poco importa, che ormai non esiste più; e invece non ci sono molti giovani in età da blockbuster, fascia 15-24, ben poco interessata alla rimpatriata del vecchio regista che per la prima volta dirige Sly.
E quando il protagonista e il cattivo (Jason Momoa) si scontrano nella sfida finale a colpi di ascia, si perdonano tutte le inconsistenze della trama o lo scarso carisma dei personaggi secondari, perché ci si ritrova dentro una psicologia del cinema - non si può definirla diversamente - completamente sorpassata dai tempi, cui volere bene o meno a seconda della propensione di ognuno al ricordo. L'action movie rétro, come potremmo ribattezzarlo, siede ormai alla tavola principale della cultura cinematografica, trattato con indulgenza anche dalla critica tradizionalista. Speriamo allora che questa ennesima nobilitazione a posteriori di un pezzo di cinema del passato serva almeno a qualcosa nel presente, ovvero a ricordarci che non esistono da nessuna parte - se non nella nostra testa o in criteri estetici del tutto arbitrari - film degni o meno degni di esistere in base al genere e al fattore produttivo di provenienza. Jimmy Bobo si offre come monito, anche se vagamente malinconico.

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