The Tree of Life |
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Un film di Terrence Malick.
Con Brad Pitt, Sean Penn, Jessica Chastain, Fiona Shaw, Joanna Going.
continua»
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 189 min.
- India, Gran Bretagna 2011.
- 01 Distribution
uscita mercoledì 18 maggio 2011.
MYMONETRO
The Tree of Life
valutazione media:
3,32
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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un film che viaggia in territori inesploratidi luanfanFeedback: 0 |
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giovedì 3 maggio 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Il regista Terrence Malick ha realizzato un’esperienza cinematografica senza precedenti, esplorando territori del tutto nuovi per il cinema.
The Tree of Life assimila due diversi livelli narrativi: la storia di una famiglia americana degli anni cinquanta, raccontata attraverso lo sguardo del figlio maggiore Jack ( Sean Penn ) lungo il suo percorso di crescita dall’infanzia all’età adulta, e insieme ripercorre la storia dell’universo dalla sua origine alla fine. Il padre di Jack ( Brad Pitt ), oppresso a causa della sua difficoltà a realizzare il sogno americano, è per il figlio una figura severa e autoritaria, mentre la mamma ( Jessica Chastain ) è amorosa e compassionevole. I genitori raffigurano per il figlio le due vie per affrontare la vita. Queste si evolvono dentro il ragazzo e permangono in un conflitto interiore, che termina solo quando riesce ad amare e perdonare, riconciliandosi con il padre e il mondo. La storia umana costituisce solo uno degli elementi della narrazione. Al centro dell’attenzione c’è l’albero della vita: emblema spirituale, genealogia della vita, sempre presente tra i bambini che giocano in giardino. L’albero della vita contiene il fulcro narrativo della pellicola di Malick, che viaggia attraverso territori interiori prima inesplorati, toccando un punto nevralgico e vitale. Il divario natura e spirito è sempre presente: la natura è una forza inarrestabile che si scatena senza tener conto dell’essere umano, al quale non resta che contrastarla o farne parte.La narrazione si districa tra microcosmo e macrocosmo senza incorrere in passaggi bruschi e le lunghe sequenze di immagini naturali, tanto invise a buona parte del pubblico, ridonano al cinema una dimensione riflessiva prima perduta. gianmarco sperti
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