Shame

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Un film di Steve McQueen (II). Con Michael Fassbender, Carey Mulligan, James Badge Dale, Nicole Beharie, Hannah Ware.
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Drammatico, durata 99 min. - Gran Bretagna 2011. - Bim Distribuzione uscita venerdì 13 gennaio 2012. - VM 14 - MYMONETRO Shame * * * - - valutazione media: 3,46 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   
beatrice fiorentino martedì 17 gennaio 2012
le prigioni di steve mcqueen Valutazione 4 stelle su cinque
90%
No
10%

Quanti sguardi tristi in questo film, opera seconda dell’inglese Steve McQueen, classe ’69, videoartista e scultore approdato al cinema nel 2008 con il film rivelazione Hunger. Tanti personaggi smarriti per un film che è molto più angosciante che “erotico” (nonostante l’ingiustificato clamore suscitato dalle scene più esplicite). Shame è la fotografia sobria e minimale della vita solitaria di un uomo che potrebbe avere tutto e che invece non ha niente. Distante dalle abili strategie di conquista messe in atto da Valmont o dall’ironia pervasiva del Bertrand Morane de L’uomo che amava le donne, Brandon Sullivan (un intenso Michael Fassbender) non ama né seduce, chiuso com’è in quella sua prigione fatta di una serie infinita quanto insoddisfacente di rapporti sessuali, orgasmi, chat erotiche e pornografia di ogni genere, alla ricerca compulsiva di quell’attimo di oblio che gli offre la “piccola morte”. [+]

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osteriacinematografo mercoledì 18 luglio 2012
il sesso come dolore e assuefazione Valutazione 3 stelle su cinque
79%
No
21%

“Shame”, opera seconda del regista inglese Steve McQueen, è l’impietosa e glaciale rappresentazione cinematografica della vita di Brandon, un controverso single newyorkese: da un lato è un brillante e disinvolto uomo d’affari, dall’altro una persona arida e solitaria, incapace di coinvolgimenti emotivi, dedita al sesso in modo compulsivo e incontrollabile. Brandon conduce un’esistenza asettica e squallida, in cui il sesso viene vissuto e “utilizzato”come valvola di sfogo, come unico linguaggio possibile, come via di fuga da un tempo che diviene schiavitù, come frenesia di colmare un vuoto costante e impossibilità di affrontare affettivamente una relazione. L’uomo riduce ogni cosa all’atto sessuale, atto nel quale inizia e termina ogni suo rapporto con il prossimo (e forse con se stesso). [+]

[+] new york come il mondo (di enricofermi)
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writer58 domenica 29 gennaio 2012
lo straniero Valutazione 3 stelle su cinque
85%
No
15%

New Iork, 2011. Brandon è un trentenne affermato, bello, che si muove con disinvoltura nei paesaggi urbani della "Grande Mela". E' un uomo affascinante, che sa di piacere alle donne, ma non riesce a stabilire un rapporto stabile con loro, le "consuma" come fossero aperitivi da 25 dollari l'uno ordinati in un locale elegante. In realtà, i problemi di Brandon (un ottimo Fassbender) non sono solo circoscritti alla sfera del sesso, di cui è dipendente, ma attengono alla sfera delle relazioni, al suo rapporto con la realtà. Come in tutte le dipendenze, lui cerca oggetti sostitutivi per coprire il proprio "mal di vivere", la sua inadeguatezza a stabilire un rapporto soddisfacente con gli investimenti e gli oggetti significativi. [+]

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24luce sabato 10 settembre 2011
shame Valutazione 0 stelle su cinque
67%
No
33%


SHAME

 

Shame, un film che nel titolo richiama il biblico sesso come vergogna per la perduta innocenza, per la quale i nostri progenitori- secondo il cattolicesimo- subirono la cacciata dal Paradiso Terrestre . Steve McQueen in conferenza stampa a Venezia lo definisce un lavoro di indagine sulla dipendenza dal sesso.Ci si aspetterebbe che un film su di un fenomeno così diffuso in politica, oltre a descriverlo, provasse a spiegarlo. Per Brandon, il trentenne protagonista, il sesso è una pratica da attuare con la massima efficienza. E' l' efficientismo, che ha fatto di lui un mietitore di successi sul lavoro, e della sua casa una macchina ben oliata, dove tutto funziona e nulla è fuori posto, lo trasferisce ai rapporti sessuali. [+]

[+] un consiglio (di aragornvr)
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renato volpone sabato 14 gennaio 2012
la morte dei sentimenti Valutazione 5 stelle su cinque
59%
No
41%

Il film e' durissimo e racconta dell'incapacità di oggi di vivere sane relazioni umane. Il mondo del consumismo, anche sessuale, dell'individualismo, dell'era digitale, isola le persone impossibilitandole a costruire relazioni sociali, amicali, affettive di un certo rilievo. Brandon e sissy, fratello e sorella, vivono questo distacco sofferente, amandosi e odiandosi, ricercando uno il contino sfogo sessuale e l'altra surrogati disastrosi di relazioni affettive. Si riabbracceranno dolorosamente nel dramma senza davvero incontrarsi mai col cuore: "non siamo cattivi, veniamo da un posto cattivo". film grandioso, ma non per tutti, sfrontato, sessualmente disinibito, pochi dialoghi ma profondi, bellissima la musica, grandiosa la versione di "new York new York" cantata da sissy. [+]

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andrea giostra martedì 4 marzo 2014
triste, angosciante e claustrofobico. Valutazione 3 stelle su cinque
60%
No
40%

La “Sexual addiction” sembra essere solo il pretesto che Steve McQueen utilizza in questo film per raccontare la prigionia mentale di un giovane uomo newyorkese, attraente e ricco, vittima delle sue angoscianti compulsioni comportamentali finalizzate all’atto sessuale meccanico e soffocante al contempo. Non c’è alcun piacere, né fisico né mentale, nel rincorrere compulsive e incontrollabili eccitazioni e copulazioni depersonalizzate. Solo tormento e solitudine inconfessabili, anche a se stessi, che conducono inesorabilmente Michael Fassbender verso un altrettanto terribile e schizofrenico sdoppiamento di personalità divisa tra una fragile intimità che anela apatica affetto sincero, e un robotico porno-agire che gli svuota l’anima e la vita sociale e familiare. [+]

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numenoreano sabato 11 febbraio 2012
voyeurismo kafkiano Valutazione 4 stelle su cinque
85%
No
15%

Non è solo la storia di un erotomane cronico, ma è anche il manifesto dell'inquietudine dell'uomo contemporaneo. Un moderno personaggio kafkiano (un ottimo Fassbender) il quale, nascosto nel suo personale usbergo (il suo appartamento) in difesa della sua voyeuristica intimità, come un'automa riceve stimoli freddi dal mondo facile di internet e, senza rendersene conto, alimenta un vortice di egoismo e solitudine. 
La sua sconosciuta vita precedente lo ha portato a vivere distaccato la monotonia di ogni cosa, rapporti interpersonali e lavoro, come se fossero anonime figure uscite da un quadro di Magritte che fanno da evanescente contorno alla sua dipendenza; dipendenza da soddisfare ovunque ed in ogni modo. [+]

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hidalgo domenica 19 febbraio 2012
un uomo disperato Valutazione 4 stelle su cinque
90%
No
10%

Sullo sfondo di una  New York grigia, Fassbender è lo strepitoso protagonista di un film estremo e disperato, terribilmente reale e realistico nelle scene e nel linguaggio, diretto magistralmente da un McQueen talmente maniacale nelle inquadrature che non ci sarebbe nemmeno bisogno dei dialoghi per capire pensieri e stati d'animo dei vari personaggi. I primi piani, specialmente quelli di Fassbender, trasmettono ansia, inquietudine e pietà per un uomo malato di sesso, incapace di fare l'amore e per questo schiavo della pornografia sia online che reale. Un film duro, curato nei minimi particolari, dove anche le musiche hanno un ruolo fondamentale e i personaggi sono ben definiti. [+]

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cinemascoop.altervista.org giovedì 19 gennaio 2012
quando il sesso non è un piacere ma una dipendenza Valutazione 3 stelle su cinque
74%
No
26%

Shame di Steve McQueen (regista inglese di colore omonimo del più famoso attore spericolato degli anni settanta/ottanta). Il protagonista assoluto è Michael Fassbender che interpreta un uomo malato di sesso. Proprio così. Il sesso è vissuto da Brandon non come fonte di piacere o come frutto di una profonda affettività ma come grido di dolore, di sofferenza, di rabbia. Il sesso è una necessità da soddisfare continuamente. Brandon rifiuta totalmente ogni accenno di amore inteso come sentimento da condividere. L’unica volta che si ritrova in procinto di fare l’amore con la collega di lavoro con cui riscontra una certa affinità e con la quale si scopre capace di provare un affetto sincero ecco che si blocca e non riesce ad andare oltre. [+]

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mario conti giovedì 26 aprile 2012
ferisce, il sesso in testa Valutazione 4 stelle su cinque
73%
No
27%

Perturbabilissime anime candide si concentrano sulla visione frontale del fallo di Fassbender. E' lo stupore un po' beota di chi guarda il dito (beh, non proprio) anziché la luna. Ma in "Shame" non c'è sesso. C'è una genitalità rituale eppur consapevole, c'è l'ostinata ricerca di un non senso all'interno di una vita che lo ha perso, dal primo vagito. Allora diciamola tutta: scopare con pezzi di carne senza anima e parole, masturbarsi all'ora del break, accendere distrattamente il computer e posizionarlo sulle chat erotiche mentre due bacchette violano l'ordine di un cartoccio di cibi precotti, equivale ad un qualsiasi nostro rituale, di noi che ci riteniamo normali. Corrisponde ai pomeriggi con la Venier, alle domeniche con Del Piero, alle feste comandate, alle torte, alle candeline, ai conati di felicità. [+]

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