marialu
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domenica 4 dicembre 2011
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la favola di cenerentola al contrario
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Cenerentola doveva lasciare il ballo e il principe al rintocco della mezzanotte, altrimenti avrebbe ripreso le sembianze della ragazza cenciosa e la carrozza e i cavalli sarebbero tornati ad essere zucca e topolini.
Al “principe” di Woody Allen, succede il contrario perché allo scoccare della mezzanotte entra nella sua amata Parigi degli anni ’20, magica e popolata dagli artisti dei suoi sogni di scrittore
Gil, giovane e ricco sceneggiatore americano di successo si trova a Parigi insieme ad Ines, la donna di cui pensa di essere innamorato e prossimo marito felice.
Nel presente, invece, subisce la frustrazione di sentirsi quasi deriso quando le manifesta l’amore per questa città insieme al desiderio di restarci a vivere per scrivere il suo romanzo ambientato nel passato.
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Cenerentola doveva lasciare il ballo e il principe al rintocco della mezzanotte, altrimenti avrebbe ripreso le sembianze della ragazza cenciosa e la carrozza e i cavalli sarebbero tornati ad essere zucca e topolini.
Al “principe” di Woody Allen, succede il contrario perché allo scoccare della mezzanotte entra nella sua amata Parigi degli anni ’20, magica e popolata dagli artisti dei suoi sogni di scrittore
Gil, giovane e ricco sceneggiatore americano di successo si trova a Parigi insieme ad Ines, la donna di cui pensa di essere innamorato e prossimo marito felice.
Nel presente, invece, subisce la frustrazione di sentirsi quasi deriso quando le manifesta l’amore per questa città insieme al desiderio di restarci a vivere per scrivere il suo romanzo ambientato nel passato.
La coppia risulta poco ben assortita: nostalgico, insoddisfatto e sognatore lui, prosaica ed opportunista lei.
I due sembrano vivere in realtà parallele: lei è piena di certezze mentre lui vive con disagio nel presente e rimpiange un passato immaginato, in antitesi al suo lavoro ben remunerato e considerato per niente creativo.
Parigi è il mondo interiore di Gil, il luogo dove sarebbe felice.
La galleria di personaggi che Allen fa vivere sul set sono l’espressione delle nostre tante anime: i futuri suoceri impersonano il lato conservatore e appagato della vita presente. Ines rappresenta la sicurezza, l’istituzione che, momentaneamente è la stabilità che stempera l’emozione e riduce il sogno di Gil ad un ridicolo comportamento infantile, piuttosto che ad una forma di disturbo da curare.
L’arrivo della coppia di amici, dapprima è un disastro per Gil, poi si rivelerà provvidenziale in quanto, fungendo da rispecchiamento, gli permetterà di iniziare il suo percorso di autonomia e di abbandono di come non vuole essere.
I due, attrarranno nella loro orbita Ines, che aderisce esplicitamente alla visione conformista dell’arte e daranno a Gil la chance di vivere la notte parigina con goffa spontaneità ed in libertà.
Bighellonando e perdendosi, allo scoccare della mezzanotte, al contrario di Cenerentola, vedrà materializzarsi il suo sogno nelle vesti degli scrittori americani che a Parigi hanno vissuto negli anni ‘20 a contatto con gli artisti europei “corrotti”.
Nelle feste notturne e nel salotto di Gertrud Stein, Gil incontra Scott e Zelda Fitzegerald, in perenne competizione fra loro e con Hemingway; Picasso, Dalì, l’ombra di Modigliani e, nella sensuale e un po’ ambigua Adriana, amante di Picasso, troverà una figura un po’ sorella, un po’ alter ego, un po’ amore inespresso.
Il sogno avrà funzione di trasformare il suo ideale macchiettistico in progetto.
I personaggi fungeranno da aiutanti affinché il suo sogno lo conduca ad un equilibrio reale: saranno voci interiori che gli forniranno lo spunto per abbandonare la sua visione nostalgica di un passato idealizzato per sopportare il presennte e i rapporti, cause di insoddisfazione e sofferenza.
Il messaggio principale che ho colto nel film è che il passato lo sogniamo depurato ed idealizzato, perciò lo facciamo diventare vincente su un futuro che ci spaventa perché ancora non esiste. La nostalgia di un ricordo mai vissuto è il freno che ci creiamo per non vivere pienamente il presente.
Accettando l’incertezza del domani e prendendo le distanze dal romanticismo Gil assume su di sé il rischio di vivere e condividere i suoi sogni nel presente.
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pepito1948
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giovedì 15 dicembre 2011
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allen ed i suoi fantasmi
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L’uomo (sapiens) è un microsegmento instabile per natura, che tende ad evadere dal recinto in cui si trova secondo le direttrici delle due dimensioni spazio-tempo, perché alla perenne ricerca dell’ altro, del diverso, del nuovo, non rassegnandosi a considerare il proprio “stare” del tutto soddisfacente e convinto che in altri luoghi o tempi sia possibile trovare ciò che cerchiamo e ci manca o che è stato ed ora non è più. La differenza è che nello spazio è teoricamente possibile, almeno oggi, realizzare questa aspirazione, nel tempo ciò, almeno finora, non è fattibile se non attraverso un viaggio virtuale nella memoria o nella fantasia.
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L’uomo (sapiens) è un microsegmento instabile per natura, che tende ad evadere dal recinto in cui si trova secondo le direttrici delle due dimensioni spazio-tempo, perché alla perenne ricerca dell’ altro, del diverso, del nuovo, non rassegnandosi a considerare il proprio “stare” del tutto soddisfacente e convinto che in altri luoghi o tempi sia possibile trovare ciò che cerchiamo e ci manca o che è stato ed ora non è più. La differenza è che nello spazio è teoricamente possibile, almeno oggi, realizzare questa aspirazione, nel tempo ciò, almeno finora, non è fattibile se non attraverso un viaggio virtuale nella memoria o nella fantasia. Una delle molle mentali che ci spingono ad intraprendere questo percorso nel passato –non essendo il futuro altrettanto seducente per la sua imponderabilità- è la nostalgia, letteralmente “ritorno-dolore” e, più estesamente, tristezza per il non ritorno di un tempo vissuto o immaginato che si presume migliore dell’attualità. Il presupposto quindi è l’inappagamento del presente, che induce alla fuga all’indietro.
Nell’ultimo film di Allen a Gil, sceneggiatore travolto dall’impulso di scrivere un romanzo, non mancano motivi di insoddisfazione: il suo libro non procede, è a Parigi, città di cui peraltro è innamorato, con una futura sposa prigioniera del suo mondo piccolo-borghese che si accontenta di volare basso, poco incline all’affettività e semi-isterica, insensibile di fronte alle aspirazioni non proprio convenzionali del proprio compagno, come quella di stabilirsi nella capitale francese; è in compagnia di suoceri invadenti ed ultraconservatori, incontra una coppia il cui lui, borioso e narcisista, catalizza le attenzioni della futura moglie, incantata dalla sua verbosa prosopopea e disposta a seguirne la scia ammaliatrice ad occhi chiusi. Gil, negli spazi a sua esclusiva disposizione, si rifugia nella notte, regno dei sogni, della magia, dei fantasmi, che si materializzano quando a mezzanotte, qualcuno da una vecchia automobile degli anni ’20 lo invita a salire introducendolo in quel mondo da lui da sempre vagheggiato e facendogli incontrare i suoi miti dell’epoca: scrittori, pittori, musicisti famosi che lo avvolgono in un’aura da fiaba in cui sembra ritrovare per incanto tutto ciò che nella vita di ogni giorno non faceva che sognare: stimoli culturali, grandi personaggi, atmosfere elettrizzanti: la Parigi crocevia dei Picasso, dei Cole Porter, dei Fitzgerald, degli Hemingway, dei Dalì fonti di ispirazione, espressioni di versatile vitalità, campioni di talento che nella New York degli anni 2000 sono solo eterei testimoni di un pezzo di storia forse irripetibile. I viaggi notturni si ripetono, e Gil conosce una donna, già amante di un giovane Picasso, con la quale scatta un’intesa profonda e sconvolgente, ma insieme scoprono che il passato, una volta fattosi presente, riattiva la stessa dinamica di ricerca di un passato migliore in un retropercorso senza fine, e l’inganno si svela in tutta la sua illusorietà. Forse la realtà che viviamo non è poi così priva di attrattive come il passato non è solo luci e folgori; questa deduzione spingerà il nostro Gil a compiere il passo decisivo da un sofferto annullamento ad un liberatorio rifiuto.
“Quando penso a quel periodo, oppure alla Bella Epoque, certamente mi sembra un’epoca splendida in cui vorrei perdermi per sempre. Poi, però, pensando alla novocaina del dentista o all’aria condizionata, mi rendo conto quanto il presente sia decisamente più tollerabile..”. La citazione di Allen esprime bene il senso del film. Il cui tema, la fuga in un tempo altro, non è nuova nel cinema: dal lontano “L’uomo che visse nel futuro” alla saga del Ritorno al futuro, alla più vicina Rosa purpurea del Cairo, al nostro Non ci resta che piangere (per citare solo alcuni esempi), la suggestione della trasmigrazione temporale dell’uomo è stata affrontata da diversi registi, con alterni risultati ma generalmente recependo una diffusa propensione da parte dell’immaginario collettivo. Qui il tema si fa più “filosofico”; la nostalgia è sentimento frutto dei tempi, rifugiarsi nel passato può sembrare giustificato dal degrado socio-culturale e dalle crescenti problematiche che imbruttiscono la nostra vita odierna; ma attenzione, perché la nostra miopia spesso non ci fa vedere i lati edificanti che compensano i motivi di rifiuto, mentre i libri di storia non evidenziano con il dovuto risalto gli aspetti che oggi –soprattutto noi occidentali- non saremmo disposti a rivivere, come certe malattie, la mancanza di elettricità, dei treni, del progresso scientifico costruttivo. Magari anche della psicoanalisi.
Accantonato il personaggio dell’eterno sfigato succube dell’analista, scomparsi (per il momento) la rassicurante ed amata Manhattan e lo stesso Allen come attore, a settant’anni inoltrati il grande regista –soggettista di tutti i suoi film- compensa una certa flessione inventiva degli ultimi anni affinando l’approccio ai temi trattati ( la casualità, l’andamento ondivago ed imprevedibile dell’amore, le difficoltà delle relazioni interumane, la fuga dalla realtà nei sogni o nella magia) e ricorrendo al consueto umorismo intelligente, morbido e coinvolgente, non più basato su sequenze mozzafiato di memorabili battute ma su una più matura sobrietà che predilige la cura dei personaggi e di situazioni spiazzanti ed innovative rispetto allo scoppiettio dei dialoghi. Restano fermi ovviamente alcuni capisaldi della sua arte, come la presenza di riferimenti autobiografici, una più o meno marcata vena di pessimismo sulla natura umana –legata ad una certa umoralità dell’autore-, l’amato jazz, questa volta coevo al contesto della storia surreale vissuta dal protagonista.
Belle le immagini iniziali che introducono Parigi e rivelano l’amore contagioso per la capitale che trasuda da ogni immagine: “Ho girato a Parigi nella stessa maniera in cui ho realizzato Manhattan, ovvero mostrando la città dal punto di vista emotivo”. Scelta perfettamente riuscita, grazie anche ad un cast di tutto rispetto, soprattutto Owen Wilson, impeccabile alter ego del suo regista, oggi più posato e meno nevrotico di altri momenti.
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gabriella
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venerdì 2 marzo 2012
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nostalgie d'autore
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Ci voleva una mano abile e sapiente come quella di Woody Allen per dosare in perfetto equilibrio, leggerezza, ironia, ritmo e intelligenza e creare una deliziosa pellicola di raffinata visione. Già dalle prime immagini in cui lo spettatore vien eintrodotto in una parigi da sogno, si preannuncia e si pregusta un "soggiorno" indimenticabile.
Gil è in vacanza a parigi con la sua insopportabile fidanzata Inez, ragaza viziata e irritante, tanto lei odia la capitale francese, tanto lui la ama. Trovare l'ispirazione per un aspirante scrittore è impresa ardua, date le circostanze, ma Parigi è una città che sorprende e non delude, infatti , allo scoccare della mezzanotte, il giovane si troverà proiettato negli anni venti, nei covi degli artisti dell'epoca, come Fitzgerald, Hemingway, Dalì, sarà ospite di Gertrud Stein alla quale farà leggere il suo manoscritto.
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Ci voleva una mano abile e sapiente come quella di Woody Allen per dosare in perfetto equilibrio, leggerezza, ironia, ritmo e intelligenza e creare una deliziosa pellicola di raffinata visione. Già dalle prime immagini in cui lo spettatore vien eintrodotto in una parigi da sogno, si preannuncia e si pregusta un "soggiorno" indimenticabile.
Gil è in vacanza a parigi con la sua insopportabile fidanzata Inez, ragaza viziata e irritante, tanto lei odia la capitale francese, tanto lui la ama. Trovare l'ispirazione per un aspirante scrittore è impresa ardua, date le circostanze, ma Parigi è una città che sorprende e non delude, infatti , allo scoccare della mezzanotte, il giovane si troverà proiettato negli anni venti, nei covi degli artisti dell'epoca, come Fitzgerald, Hemingway, Dalì, sarà ospite di Gertrud Stein alla quale farà leggere il suo manoscritto. E nei suoi vagabondaggi notturni conscerà Adriana, avvenente ragazza che intreccia sporadiche quanto tormentate relazioni sentimentali con gli artisti del periodo, come Modigliani, Picasso, però anche lei non vive bene i suoi tempi e non appen ase ne presenta l'occasione, e cioè fare un salto indietro nel tempo di qualche decennio, decide di rimanere in quelli che lei considera i tempi d'oro. tornato nel presente, Gil scoprirà come può essere bella una promenade suis la pluie in compagnia di una bella ragazza.
E a noi, nostalgici amatori del buon cinema, di quello che fabbrica sogni, sarà sicuramente tornato alla mente quel gioiello ormai indietro negli anni "La rosa purpurea del Cairo " e della melanconica Cecilia che si rifugiava dentro un cinem aper evadere dalla sua triste realtà... noi, che quando visitiamo una città come Parigi preferiamo ai negozi scintillanti , vagabondare per i buolevard, curiosare tra le bancarelle di bouquinistes o di vecchi dischi in vinile ( e magari trovarne uno di Portman), perchè chi è stato a Parigi, sa bene che è una città che "ti tiene, ti prende" e non ti lascia più, la Parigi di Hemingway, quella dei bei tempi andati "quando eravamo molto poveri, ma molto felici, quando anche gli scrittori morti avevano l'aria di essere vivi". E il film di Woody Allen ce la fa intravedere, visitare, in tutto il suo romantico splendore d'antan, per tornare al presente con una sensazione di stare bene.
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michela papavassiliou
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lunedì 12 marzo 2012
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surreale e vibrante parigina mezzanotte
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Gil e' a Parigi con la fidanzata Liz. Viziata dai genitori che li hanno accompagnati in questo viaggio, sembra condividere poche delle passioni che vibrano nell'animo del suo futuro marito. Il protagonista, interpretato da un impacciato e simpatico Owen Wilson, e' uno sceneggiatore con un appassionato desiderio di esprimersi come scrittore. Sara' dunque un fortuito gioco nel tempo che dai vicoli bohemien parigini, lo immergera' nella vita notturna parigina anni 20, a rivitalizzare, ogni notte,il tenero e sognatore Gil distogliendolo dall'apatia in cui il tempo che si trova a vivere l'aveva segregato. "Il contemporaneo e' noioso-dice. Cosi il fermento culturale ed artistico [+]
Gil e' a Parigi con la fidanzata Liz. Viziata dai genitori che li hanno accompagnati in questo viaggio, sembra condividere poche delle passioni che vibrano nell'animo del suo futuro marito. Il protagonista, interpretato da un impacciato e simpatico Owen Wilson, e' uno sceneggiatore con un appassionato desiderio di esprimersi come scrittore. Sara' dunque un fortuito gioco nel tempo che dai vicoli bohemien parigini, lo immergera' nella vita notturna parigina anni 20, a rivitalizzare, ogni notte,il tenero e sognatore Gil distogliendolo dall'apatia in cui il tempo che si trova a vivere l'aveva segregato. "Il contemporaneo e' noioso-dice. Cosi il fermento culturale ed artistico parigino ed incontri mozzafiato con le grandi menti del passato, da Picasso a Fitzgerald, da Hwmingway a Dali, da Zelda a Bunel e Stain, ridarranno a Gil , insieme alle affascinanti atmosfere passate, nuovo slancio alla vita, stimolando finalmente in lui la vena pulsante dello scrittore. Allen ci regala una dimensione surreale e vibrante della sua amata Parigi, permettendoci di sbirciare in periodi storici calamitanti come la bella epoque ed il rinascimento. Midnight in Paris e' a tratti poesia pura, forse talvolta scorre con le logiche della Grande Macchina del Cinema, ma e' come un bambino, gli si concedono con un sorriso dei piccoli strappi alla regola. MP
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filippo catani
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domenica 11 dicembre 2011
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sogno a occhi aperti
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Un giovane scrittore di sceneggiature per film hollywoodiani è in vacanza a Parigi con la futura sposa e i genitori di lei. Il grande amore per le passeggiate notturne gli farà scoprire qualcosa di incredibile: ogni sera a mezzanotte passa una macchina capace di portarti indietro nella Parigi degli anni '20.
Meravigliosa opera di Woody Allen che si e ci regala quello che senza dubbio è un vero e proprio sogno ad occhi aperti. Penso che per tantissime persone innamorate della cultura in generale (sia essa letteratura piuttosto che musica o arte) pagherebbero oro per vivere l'esperienza del protagonista della pellicola. E così eccoci catapultati nella splendida atmosfera parigina popolata da Haminguay, Picasso e Dalì.
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Un giovane scrittore di sceneggiature per film hollywoodiani è in vacanza a Parigi con la futura sposa e i genitori di lei. Il grande amore per le passeggiate notturne gli farà scoprire qualcosa di incredibile: ogni sera a mezzanotte passa una macchina capace di portarti indietro nella Parigi degli anni '20.
Meravigliosa opera di Woody Allen che si e ci regala quello che senza dubbio è un vero e proprio sogno ad occhi aperti. Penso che per tantissime persone innamorate della cultura in generale (sia essa letteratura piuttosto che musica o arte) pagherebbero oro per vivere l'esperienza del protagonista della pellicola. E così eccoci catapultati nella splendida atmosfera parigina popolata da Haminguay, Picasso e Dalì. Lo stile di Allen fa da filo conduttore regalando una serie di perle di umorismo niente male per esempio quando il protagonista cerca di spiegare a Dalì e soci il fatto che lui vive in due mondi e per loro è assolutamente normale e quindi lui esclama: per forza voi siete surrealisti!.
Il genere di film che fa pensare e allo stesso tempo con le splendide scenografie e riprese di Parigi e con la colonna sonora rilassano lo spettatore per l'intera durata del film che è breve come un bellissimo sogno dal quale non vorremmo mai svegliarci.
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[+] bravo filippo
(di silvana14)
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francesca72
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lunedì 5 marzo 2012
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un piccolo gioiello
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I primi 2 minuti sono pura poesia.
Il clarinetto in sottofondo e Parigi..
E una bella storia sulla nostalgia che rispecchia la fatica che ha ognuno di accettare il proprio presente.
E non esiste un presente che piaccia a chi lo vive in nessun tempo.
E non c'è nulla di meglio che conoscere i propri idoli, vivere una splendida avventura e capire cosa si vuole.
Dialoghi divertentissimi, fotografia strepitosa.
un piccolo gioiello
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francescoambrosino
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lunedì 19 marzo 2012
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un altro capolavoro del grande woody
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"Siamo dei nani sulle spalle dei giganti". Potrebbe essere questa la frase migliore per descrivere il capolavoro di Woody Allen "Midnight in Paris". La frase, generalmente attribuita a Newton, fu pronunciata in realtà per la prima volta da Bernardo di Chartres, filosofo francese del XII secolo. Secondo la sua teoria, noi siamo come nani che siedono sulle spalle dei giganti, ed in questo modo possiamo vedere molto più in là in quanto sollevati e innalzati dalla loro grandezza.
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"Siamo dei nani sulle spalle dei giganti". Potrebbe essere questa la frase migliore per descrivere il capolavoro di Woody Allen "Midnight in Paris". La frase, generalmente attribuita a Newton, fu pronunciata in realtà per la prima volta da Bernardo di Chartres, filosofo francese del XII secolo. Secondo la sua teoria, noi siamo come nani che siedono sulle spalle dei giganti, ed in questo modo possiamo vedere molto più in là in quanto sollevati e innalzati dalla loro grandezza. In pratica, oggi non saremmo quello che siamo se non ci avessero preceduto popoli, culture e tradizioni.
Il personaggio di Gil, interpretato da un sorprendentemente bravo Owen Wilson, sembra condividere in pieno questo pensiero. Sceneggiatore di successo ad Hollywood, Gil desidera dedicarsi alla letteratura e trasferirsi definitivamente a Parigi, dove si trova con la futura moglie Inez per incontrare i suoceri. L' amore per la città, l'arte, la musica e la cultura che si respirano passeggiando per le sue strade, lo rapiscono. Letteralmente. Infatti, una sera, dopo una sbornia, Gil si ritrova solo a vagare per le strade della città. Si siede sui gradini di una chiesa, ed allo scoccare della mezzanotte la Parigi diventa magica. Un' auto degli anni venti si ferma davanti a lui ed i passeggeri lo invitano a unirsi a loro. Inizia così un meraviglioso viaggio nella Parigi degli anni '20, periodo da lui idolatrato. E durante questa sua avventura, incontrerà i personaggi che lo hanno maggiormente ispirato nella sua vita: Ernest Hemingway, Francis Scott Fitzgerald in compagnia di Zelda, Gertrude Stein, Salvador Dalí, Pablo Picasso, Henri Matisse, Thomas Stearns Eliot, Luis Buñuel, il torero Juan Belmonte, Man Ray, Cole Porter. Insomma, il sogno di ogni scrittore e artista del mondo.
Ogni sera, alla stessa ora, Gil si immerge in questo mondo, vivendo le esperienze più profonde della sua vita ed interrogandosi sul senso delle scelte compiute fino a quel momento. E mentre vive il suo sogno di felicità, ben lontano da una vita matrimoniale sciatta vissuta in una California arida, vede maturare i suoi sentimenti per Adriana, compagna di Picasso ed in passato dell'italiano Modigliani, interpretata dalla meravigliosa Marion Cotillard. In sua compagnia, vivrà un illuminante viaggio nella Parigi della Belle Epoqué, periodo da lei considerato come la vera età dell'oro della città. Così, immersi nell'atmosfera del Maxim's incontrano Henri de Toulouse-Lautrec, Paul Gauguin e Edgar Degas, che invece rimpiangono il Rinascimento. Questo viaggio farà capire a Gil di quanto sia inutile vivere nel ricordo di un passato felice. L'importante, è vivere il proprio tempo senza rimpianti. Così, lasciata finalmente la sua fidanzata Inez, passeggiando per le strade della città, incontra una ragazza conosciuta al mercato delle pulci. Con lei, finalmente, può passeggiare in compagnia sotto la pioggia per le strade di Parigi. La città che ama. Nel suo presente.
Un film da vedere, rivedere, da amare. Anche per chi non ama Woody Allen.
www.francescoambrosino.blogspot.com
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fedeleto
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giovedì 14 febbraio 2013
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mezzanotte nel passato di parigi
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La coppia americana Gil e Inez,passa un perido a Parigi prima di sposarsi.Gil e' un regista che si improvvisa romanziere,Inez una ragazza giovane innamorata, che reincontra un suo vecchio amico di nome Paul.Vagando per le strade notturne d Parigi Gil si ritrova improvvisamente negli anni 20,anni che lui stesso vorrebbe rivivere perche' reputa migliori di tutti.Avra' questa fortuna,si innamorera' di una donna straordinaria,ma alla fine capisce che il vero tempo non e' il passato,ma il presente.Lasciando dunque Inez conosce una giovane ragazza appassionata come lui di antiquariato,che bello poter camminare sotto la pioggia di Parigi e scoprire di avere tanto in comune.
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La coppia americana Gil e Inez,passa un perido a Parigi prima di sposarsi.Gil e' un regista che si improvvisa romanziere,Inez una ragazza giovane innamorata, che reincontra un suo vecchio amico di nome Paul.Vagando per le strade notturne d Parigi Gil si ritrova improvvisamente negli anni 20,anni che lui stesso vorrebbe rivivere perche' reputa migliori di tutti.Avra' questa fortuna,si innamorera' di una donna straordinaria,ma alla fine capisce che il vero tempo non e' il passato,ma il presente.Lasciando dunque Inez conosce una giovane ragazza appassionata come lui di antiquariato,che bello poter camminare sotto la pioggia di Parigi e scoprire di avere tanto in comune.Woody Allen drige decisamente un ottimo film.Come sempre soggetto e sceneggiatura sono interamente del regista americano,e stavolta tralascia il tema del rapporto di coppia,che passa decisamente in secondo piano,per arrivare alla tematica del tempo vissuto.Il passato ci attrae ma senza dubbio e' la paura per il presente che ci nasconde in questo amore,Gil e' un personaggio bizzarro,ma il suo desiderio e' quello di rivivere nel passato,poiche' non conoscendo un periodo lo si crede di conoscere solo perche' si hanno informazioni a riguardo.Il passato pèro'ha notevoli sviluppi,in primis perche' per le persone di quel passato quella non e' l'epoca piu' bella,per coloro che vivono il passato quello dovrebbe essere il loro presente,per coloro che vivono il presente quell'altro dovrebbe essere il loro passato.Pertanto la bizzarria in cui ci trascina Allen nelle strade notturne di Parigi e' incantevole,tra Fitzgerald,Picasso,Dali,Bunuel, Hemingway che riprendono vita con Gil e l'amore di Gil per il passato scopre una combinazione vincente.L'atmosfera e' assolutamente coinvolgente e particolare,lo sbalzo tra passato e presente.Vivere il presente e' il segreto che sfugge a molti.Un Allen vincente.Owen merita.Buona la fotografia di Darius Khondji(seven evita).Consigliato a chi ama Parigi e Allen,giusto per fare una passegiata a Mezzanotte nel passato di Parigi.
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riccardo76
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mercoledì 14 dicembre 2011
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alla ricerca del tempo migliore
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Woody Allen torna sugli schermi conMidnight in Paris, per regalarci una graziosa commedia sprizzante di magia, e non è un caso che sia proprio Parigi, una delle città più magiche del mondo, a ispirarlo; se poi si aggiunge la mezzanotte, archetipo per eccellenza del momento magico - l’ora dei fantasmi, l’ora dell’incantesimo che svanisce per Cenerentola e così via – il risultato assume connotati fiabeschi, che ben si addicono al periodo natalizio in cui il film è uscito.
Parigi con la sua magia ha inspirato artisti di ogni epoca: scrittori, pittori, musicisti e non solo, provenienti da ogni parte del mondo, sono stati attratti dall’innegabile fascino di questa città, e ne hanno tratto l’ispirazione per comporre i loro capolavori.
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Woody Allen torna sugli schermi conMidnight in Paris, per regalarci una graziosa commedia sprizzante di magia, e non è un caso che sia proprio Parigi, una delle città più magiche del mondo, a ispirarlo; se poi si aggiunge la mezzanotte, archetipo per eccellenza del momento magico - l’ora dei fantasmi, l’ora dell’incantesimo che svanisce per Cenerentola e così via – il risultato assume connotati fiabeschi, che ben si addicono al periodo natalizio in cui il film è uscito.
Parigi con la sua magia ha inspirato artisti di ogni epoca: scrittori, pittori, musicisti e non solo, provenienti da ogni parte del mondo, sono stati attratti dall’innegabile fascino di questa città, e ne hanno tratto l’ispirazione per comporre i loro capolavori.
Anche Gil, sceneggiatore di successo, ma mediocre romanziere, è a Parigi, in vacanza con la futura moglie e i futuri suoceri, e ne approfitta per ricercare l’ispirazione per portare a termine il suo romanzo, per certi versi autobiografico, in quanto narra di un personaggio insoddisfatto del presente e proiettato verso il più felice - a suo avviso - passato.
In effetti anche Gil, sembra non riuscire a sentirsi a suo agio nel suo tempo, con una fidanzata che stravede per un antipatico e “pedante” tuttologo e con dei futuri suoceri borghesi e “criptofascisti”, ma soprattutto percepisce il presente come un periodo sterile dal punto di vista culturale, e per tale ragione non riesce a trovare la vena giusta per comporre un buon romanzo e sogna i gloriosi anni venti, quando invece la cultura era fervida, soprattutto nella capitale francese.
Come nelle più tradizionali fiabe, a mezzanotte il sogno si avvera, e una “carrozza” trasporta lo scrittore nella Parigi degli anni d’oro, dove entra in contatto con alcuni dei più famosi scrittori e pittori dell’epoca, da Hemingway a Fitzgerald, Da Picasso a Dalì, fino ad entrare nel salotto di Gertrude Stein– impersonata da una Kathy Bates sempre all’altezza – alla quale il protagonista fa addirittura leggere il suo romanzo e ne segue i preziosissimi consigli.
In questo universo culturale - volutamente eccessivamente concentrato, stereotipato e caricaturato - Gil trova la sua musa inspiratrice, oltre che guida, la bella Adriana – impersonata da una splendida Marion Cotillard - e se ne innamora. Insieme a lei viaggerà ulteriormente a ritroso nel tempo fino alla Belle Epoque, il periodo d’oro secondo Adriana, e qui scoprirà che i pittori impressionisti considerano invece la propria età d’oro quella del Rinascimento. E’ allora che il protagonista comincerà a capire che non esistono periodi migliori di altri, e che ognuno deve imparare a vivere nel proprio tempo, apprezzandone i pregi e accettandone i difetti, magari lottando per renderlo migliore.
Questa è la lezione che Allen ci vuole proporre, una lezione mai così attuale, visti i tempi che corrono, tra guerre, catastrofi da clima impazzito e crisi economica globale. Una lezione che arriva al cuore dello spettatore come una dolce brezza leggera; leggera come questa commedia, che si lascia guardare piacevolmente fino in fondo.
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[+] hai ragione tu
(di weach )
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nouvellevaguiste
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mercoledì 14 dicembre 2011
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w.allen, il citazionista, il confuso.
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Il punto su Midnight in Paris. Eterna lotta tra presente e passato, dove l'insoddisfazione della propria vita porta irrimediabilmente al fantasticare, al gettarsi a braccia aperte nel "negozio della nostalgia" auspicando quello che sostenne Faulkner dicendo "Il passato non è affatto morto, anzi non è nemmeno passato". Interessante è dunque il rapporto con la materia culturale, quel substrato artistico, manipolato ed evocato dal più attivo dei citazionisti, lo stesso Allen, che deve tanto all'opera dei grandi del passato. Memorabile la scena in cui suggerisce a L.Bunuel il soggetto per un suo ipotetico film - quello che poi sarà "L'angelo sterminatore" -.Ma cosa intendeva fare Allen, un film sul passato? - Ciò spiega la dovizia di particolari che ci riportano dapprima agli anni 20 poi alla Belle Epoque; o un film sul presente coscienzioso e grato al passato?
Detto ciò, devo ammettere che si sta facendo tanto rumore per niente: il film è si evocativo, ma manca la poesia, manca la verità dell'emozione, manca o è appena accennato il Sentimentalismo di cui il film dovrebbe parlare, nell'amore verso la scrittura, la donna, l'arte o la città.
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Il punto su Midnight in Paris. Eterna lotta tra presente e passato, dove l'insoddisfazione della propria vita porta irrimediabilmente al fantasticare, al gettarsi a braccia aperte nel "negozio della nostalgia" auspicando quello che sostenne Faulkner dicendo "Il passato non è affatto morto, anzi non è nemmeno passato". Interessante è dunque il rapporto con la materia culturale, quel substrato artistico, manipolato ed evocato dal più attivo dei citazionisti, lo stesso Allen, che deve tanto all'opera dei grandi del passato. Memorabile la scena in cui suggerisce a L.Bunuel il soggetto per un suo ipotetico film - quello che poi sarà "L'angelo sterminatore" -.Ma cosa intendeva fare Allen, un film sul passato? - Ciò spiega la dovizia di particolari che ci riportano dapprima agli anni 20 poi alla Belle Epoque; o un film sul presente coscienzioso e grato al passato?
Detto ciò, devo ammettere che si sta facendo tanto rumore per niente: il film è si evocativo, ma manca la poesia, manca la verità dell'emozione, manca o è appena accennato il Sentimentalismo di cui il film dovrebbe parlare, nell'amore verso la scrittura, la donna, l'arte o la città. Finale scontato con l'immancabile pioggia, cliché ormai stanco e sbiadito; che riporta il protagonista alla realtà, lo sveglia, facendogli intravedere un presente nuovo, un un futuro "cosciente" del passato., ma che tenga ben seperate le due cose. Il film per intenderci è un buon film ma il mio caro Woody non supererà mai la bellezza drammatica e passionale di Vicky Cristina Barcelona. E' difficile superarsi, specialmente nella scelta degli attori.
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