Carnage |
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Un film di Roman Polanski.
Con Jodie Foster, Kate Winslet, Christoph Waltz, John C. Reilly
Titolo originale Carnage.
Drammatico,
durata 79 min.
- Francia, Germania, Polonia, Spagna 2011.
- Medusa
uscita venerdì 16 settembre 2011.
MYMONETRO
Carnage
valutazione media:
3,68
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Barriera invisibiledi albsorgeFeedback: 408 | altri commenti e recensioni di albsorge |
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giovedì 13 ottobre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Due coppie benestanti, una stanza sigillata su una New York solo accennata, una serie infinita di dialoghi sconnessi e di fraintendimenti. Più che al romanzo 'Il dio del massacro', Polanski sembra riflettere su di sè un insegnamento di hitchcockiana memoria, con tutta una serie di situazioni atte a far fluire la pellicola verso il punto di non ritorno, quello finale, quello dai quali i protagonisti e gli spettatori non possono fare a meno di guardare dentro se stessi. La quotidianità estenuante di una circostanza troppo vicina alla realtà per non essere percepita come tale. Litigi partoriti dal nulla, discussioni nate da inezie, urla laceranti ed insulti beceri. Il baccano del non senso fa capolino attorno ad un tavolino di una sala da pranzo dove, ad un certo punto, sono ammassati dei bicchieri di scotch, dei libri d'arte e piatti stracolmi di torta alle mele ed alle pere. Prima ci si difende, poi ci si attacca senza pietà. Prima si cerca la riconciliazione poi ognuno sembra avere un motivo valido per monetizzare l'odio represso da chissà quanto tempo verso il partner ma, soprattutto, verso se stesso. E' allora quella la vera infelicità? Una vita tranquilla, una famiglia come tante, una casa spaziosa che si affaccia su una delle metropoli più meravigliose del mondo. No, questo non basta a ridonare il sorriso, quello vero, a delle persone che hanno smesso di amare e di amarsi. Una barriera invisibile (tracce di Bunuel?) non permette a nessuno di scappare, di fuggire da quella opprimente esistenza finalizzata al rimpianto. La lite tra i rispettivi figli dunque è solo una scusa, magari coscienzosa, per rispecchiare la rabbia adulta di chi non sa più come deve comportarsi, di chi non trova, appunto, alcuna via d'uscita. Un pezzo di vita vera rimanda all'idea di un quesito universale che Polanski, come sempre, non manca di porre al pubblico e ai personaggi che compongono questo melodramma da camera chiusa. Una serie di attori di sfavillante bravura (citazione particolare per le due prime-primissime donne, fantastiche nello sfidarsi e nell'annusarsi al di là del copione) rendono questo film semplice qualcosa di raro e, allo stesso tempo, di quasi indispensabile. Leggermente, quasi sottovoce, rimane il dubbio che tutto sia stato un errore. E forse è davvero così.
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