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L'amore ha sempre gli occhi lucidi

Giovani romantici alla prese con una Febbre da fieno.
di Edoardo Becattini

Giuseppe Gandini, Giulia Michelini e Andrea Bosca nel film febbre da fieno.
Diane Fleri (40 anni) 13 luglio 1983, Quimper (Francia) - Cancro. Interpreta Camilla nel film di Laura Luchetti Febbre da fieno.

giovedì 27 gennaio 2011 - Approfondimenti

Non è a causa dei decenni di polvere sedimentata sulle loro rigide strutture narrative se si sta facendo sempre più difficile non essere allergici alle commedie romantiche. È vero che all'interno di un cinema in crisi, resta pur sempre uno dei generi più familiari e frequentati, ma, per una gioventù in crisi, si registra un temporaneo crollo delle soglie di tolleranza idilliaca alla rom-com da parte degli spettatori. I personaggi preconfenzionati, l'ottimismo leibniziano, lo schematismo rosa confetto delle sceneggiature, stridono ormai in modo troppo sonante a contatto con le asperità del mondo attuale e, nelle storie più frivole e radiose, serpeggia sempre di più l'insofferenza del cinico. Eppure, dentro o fuori da un periodo di recessione e di malessere diffuso, essere romantici ha sempre significato essere fuori dal proprio tempo. Attraverso romanzi epistolari, opere liriche, poetiche decadenti, abbiamo conosciuto un lontano passato di intellettuali e bohémien pronti a riversare in parole dolorose e piene di sentimento il senso di inappartenenza dei loro tormenti e delle loro passioni. Oggi, invece, si muore sempre meno d'amore, ma solo perché ci sono sempre meno persone disposte a vivere in funzione di esso. Frasi come "vivremo di solo amore" paiono ridicole esagerazioni, linguaggio di un tempo aureo e remoto, e più che come dichiarazioni melliflue, suonano come funerei annunci di una prolungata indigenza economica. È come se ci si fosse abituati a morire un po' tutti i giorni e si facesse sempre più fatica ad essere romantici, vittime di un realismo brutale che fa svegliare tutti i giorni con ben altre preoccupazioni rispetto ai sofisticati "mali del desiderio".

La polvere del vintage
A questa crisi del romanticismo rifranta fra le onde della crisi economica, il nostro cinema ha finora saputo rispondere in due modi: registrando il pragmatismo e la disillusione dei nuovi giovani, o proponendo una terapia d'urto per affrontare questa allergia ai sentimenti. Se della prima corrente è esempio plateale il laureato rinchiuso nel call center (Isabella Ragonese in Tutta la vita davanti o, meno conosciuto, Angelo Pisani in Fuga dal call center), il secondo trova anch'esso oggi un suo paradigma nel commesso da negozio di abiti vintage con il personaggio di Matteo (Andrea Bosca), protagonista di Febbre da fieno. La storia dolceamara di Laura Luchetti eleva il vintage da fenomeno di moda e abbigliamento tipico soprattutto dei nuovi bohémien degli anni Zero a filosofia di vita di quel residuo di giovani romantici allergici alle polveri della realtà ma assuefatti al pulviscolo dei sogni. Forse non molti indossano abiti di moda di un lontano passato, o collezionano lettere, giocattoli e accessori che hanno la loro stessa età come fa Matteo. Ma sono tanti invece coloro che fuggono i problemi e le complessità della realtà cercando rifugio nel senso vivo delle cose morte, nei sentimenti eternamente rinnovabili che conservano i ricordi e gli oggetti marcati da una forte vitalità. Giovani nostalgici immaturi alla ricerca del tempo perduto dell'adolescenza come i quasi-quarantenni di Paolo Genovese, oppure ingenui sognatori alla ricerca di un tempo mai vissuto come Matteo, Camilla (Diane Fleri) e Franki (Giulia Michelini), per i neo-romantici non c'è paradiso: non esiste passato se non quello che aiuta a vivere il presente.

Rinite acuta
Realisti o sognatori, disincantati o idealisti, precari per forza o per vocazione, i protagonisti delle nuove commedie guardano all'amore con immutato interesse ma con il feticismo di un oggetto del passato. La moda vintage passa così attraverso la commedia romantica, modificandone abbigliamento e modi di pensiero. Solo un aspetto rimane costante, o meglio, si intensifica a causa della polvere sedimentata sui suoi oggetti d'uso indipendentemente dai movimenti stagionali: il desiderio di vivere l'amore come un'allergia. Come qualcosa capace di togliere il fiato e di far lacrimare.

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