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Capitan America, il fumetto

L’eroe della Marvel Age che ha ispirato il film con Chris Evans.
di Fabio Secchi Frau


venerdì 22 luglio 2011 - Libri

La recensione ***
Gli eroi nascono eroi nell’animo e non necessariamente con l’arrivo dei muscoli, sostiene l’autore di fumetti Joe Simon e lo dimostra brillantemente con “Capitan America”, fumetto-sorpresa nel lontano mercato americano del dopoguerra e meritevole della stessa sorte anche mondialmente. Volontario durante la Seconda Guerra Mondiale, Steve Rogers viene scartato come soldato per il suo fisico troppo gracile, ma viene comunque preso in considerazione come cavia per un segretissimo esperimento militare che lo trasformerà in un supersoldato. Nasce così il mito: il guerriero con la tuta che richiama la bandiera a stelle e strisce statunitense e che, per questo motivo, prende il nome di Capitan America. Scopo della sua creazione: combattere le forze dell’Asse e, in particolare, un gerarca nazista soprannominato “Teschio Rosso”. Se poi il risultato è raggiungere la pace del mondo, ne vale la pena. Scelta la strada della propaganda anti-nazista (che nel lontano 1941 era necessaria per rinnovare forza agli ideali americani) e integrandola con elementi tipici dei comics, Simon non perde un colpo, aiutato dai disegni di Jack Kirby e da una casa editrice potente come la Marvel, e travolge il lettore in questa lotta fra Bene e Male. Interessante scoprire, passando da Stan Lee (Panini Comics) a una rilettura dei Marvel Studios di ultima uscita (2011, Marvel Studios), che lo scatenato e popolare eroe diventerà simbolo radical chic.

In sintesi
Steve Rogers ha un fisico troppo magro e troppo fragile per poter servire il proprio Paese come sogna. La Seconda Guerra Mondiale, lottare in prima linea contro il nazismo hitleriano e fare di tutto (anche morire) perché la bandiera americana sventoli sulla svastica sono cose che non potrà mai fare. E quando gli sembra che tutto è perduto, il Dr. Erskine gli propone di diventare la cavia principale di un esperimento segreto chiamato “Operazione Rinascita”. Iniettato nel suo sangue un siero chimico, Rogers da denutrito e mingherlino ragazzo diventa muscoloso e potente. Ora, può finalmente diventare un soldato. Anzi è un Supersoldato. Ma ha bisogno di un nome di battaglia ed ecco allora la nascita di Capitan America, uno degli assi nella manica degli Usa nella tremenda lotta contro il gerarca nazista dal volto scarnificato Teschio Rosso.

Gli autori
Joseph H. Simon, noto semplicemente anche come Joe Simon, nasce a Rochester (New York) l’11 ottobre 1913, figlio di un sarto. Diplomatosi alla Benjamin Franklin High School, viene assunto al Rochester Journal American come assistente. Passato al Syracuse Journal, si lancia nella carriera dei fumetti come free-lance. È considerato uno dei più importanti autori di fumetti americani, co-creatore con Jack Kirby di Capitan America per l’antica Marvel Comics (che allora era conosciuta come Timely Comics), ma è anche il padre di Newsboy Legion, Sandman, Boy Commandos, Manhunter, Stuntman, Boy Explorers e The Fly. Diventato editore lui stesso e lasciato il mondo del fumetto per quello della pubblicità, nel 2003 intenterà causa alla Marvel per i diritti d’autore su Capitan America. La battaglia legale si chiude con un accordo economico fra Simone e la grande casa editrice che rimase unico titolare del copyright sul personaggio.
Jack Kirby, nacque come Jacob Kurtzberg il 28 agosto 1917 a New York e morì il 6 febbraio 1994. Fumettista, sceneggiatore ed editore americano, cresce in un quartiere povero di New York City, entrando nell’industria dei fumetti negli Anni Trenta. Dopo aver disegnato vari comic strips sotto differenti pseudonimi, sceglie di firmarsi Jack Kirby nel 1941, quando comincia a collaborare con Joe Simon creando un supereroe per la Timely ComicsS dal nome Capitan America. Durante gli Anni Quaranta, Kirby e Simon collaborano a vari progetti e pubblicano tantissime storie, ma con la Seconda Guerra Mondiale, sono costretti a interrompere il loro lavoro per servire il loro paese. Tornati alla vita quotidiana alla fine del conflitto, trovano un impiego presso la Archie Comics e la DC Comics, ma soprattutto con la Atlas Comics che poi diventerà la più nota Marvel. Negli Anni Sessanta, Kirby e la sua matita collaborano alla creazione di personaggi da noi conosciuti come i Fantastici Quattro, X-Men, Hulk e Thor, spesso gomito a gomito con lo sceneggiatore ed editore Stan Lee. A dispetto delle vendite e del successo di critica della coppia Lee-Kirby, quest’ultimo lascia la compagnia negli Anni Settanta, per lavorare con la casa editrice rivale, la DC Comics. Mentre lavora alla DC, Kirby crea la saga Fourth World che però sarà un insuccesso commerciale e sarà cancellata, anche se molti dei personaggi da lui creati finiranno in altri fumetti dell’universo DC Comics. Il ritorno alla Marvel è quindi segnato molto presto, con una ventata di freschezza data dalla possibilità di trasporre in cartoni animati e sul piccolo schermo i propri fumetti. È riconosciuto come uno dei più grandi, celebri e influenti autori di fumetti della storia.

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