zozner
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domenica 5 settembre 2010
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non abbiamo solo la marini, la ventura e..
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Buono anche se un po' troppo pretenzioso. Ad esempio, pretendere che lo spettatore si "diverta" a vedere quattro, cinque minuti continui di riprese a camera fissa. Ho trovato invece molto interessante il riferimento alla cultura italiana, dove é vero che facciamo i conti con la Ventura, Frassica e la Marini ma, abbiamo il Duomo e il Colosseo, quelli veri e soprattutto registi come Olmi. Il finale é lo stesso dell'inizio del film "Centochiodi" dove il protagonista, interpretato da Raz Degan, lasciata Bologna, la sua macchina sportiva, nera, il successo e si avvia a cercare se stesso lungo il Po. In Somewehere, nel deserto, dando all'immagine un significato simbolico più diretta e pregnante.
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Buono anche se un po' troppo pretenzioso. Ad esempio, pretendere che lo spettatore si "diverta" a vedere quattro, cinque minuti continui di riprese a camera fissa. Ho trovato invece molto interessante il riferimento alla cultura italiana, dove é vero che facciamo i conti con la Ventura, Frassica e la Marini ma, abbiamo il Duomo e il Colosseo, quelli veri e soprattutto registi come Olmi. Il finale é lo stesso dell'inizio del film "Centochiodi" dove il protagonista, interpretato da Raz Degan, lasciata Bologna, la sua macchina sportiva, nera, il successo e si avvia a cercare se stesso lungo il Po. In Somewehere, nel deserto, dando all'immagine un significato simbolico più diretta e pregnante.
Non sono assolutamente d’accordo con quasi tutte le recensioni che ho letto, dove si da un peso rilevante se non addirittura determinante all'arrivo della figlia Cleo. Anzi, sembra che il film dica esattamente il contrario. Certo, nel vuoto esistenziale che il protagonista vive, la figlia sembra portare un po' di acqua fresca ma, non disseta, rimanda solo la scelta.
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valentina2010
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domenica 5 settembre 2010
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mah...vuoto voluto o vuoto vuoto?
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Se le sensazioni di inconsistenza ed inutilità che il film lascia nello spettatore sono state cercate dalla regista, allora si può parlare di un film riuscito. Se invece tali sensazioni sono ben oltre le finalità della Coppola, allora il film è un pò noioso e statico. Finanche nel rapporto "redentore" tra padre e figlia si avverte una superficialità che non trova ragione di essere. Sicuramente uno spaccato dei nostri tempi insensati.
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theclubber
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domenica 5 settembre 2010
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lento e mediocre
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Il film si apre con una lunga sequenza con la macchina da presa ferma che riprende una Ferrari compiere dei giri su un circuito. Già da qui è facile intuire che le aspettative per questo film (alte per quanto mi riguarda) finiranno per essere deluse.
Non discuto la professionalità degli attori (in primis Stephen Dorff e Elle Fanning) perché il doppiaggio me ne preclude la possibilità, ma a livello di regia e di sceneggiatura siamo a brutti livelli.
Durante tutto il film ci sono numerose sequenze in cui non succede nulla. Il protagonista seduto su un divano mentre beve birra e fuma. Sempre il protagonista ad una sessione di trucco in cui gli fanno un calco del viso e la macchina da presa che zooma lentamente su di lui, immobile e inespressivo.
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Il film si apre con una lunga sequenza con la macchina da presa ferma che riprende una Ferrari compiere dei giri su un circuito. Già da qui è facile intuire che le aspettative per questo film (alte per quanto mi riguarda) finiranno per essere deluse.
Non discuto la professionalità degli attori (in primis Stephen Dorff e Elle Fanning) perché il doppiaggio me ne preclude la possibilità, ma a livello di regia e di sceneggiatura siamo a brutti livelli.
Durante tutto il film ci sono numerose sequenze in cui non succede nulla. Il protagonista seduto su un divano mentre beve birra e fuma. Sempre il protagonista ad una sessione di trucco in cui gli fanno un calco del viso e la macchina da presa che zooma lentamente su di lui, immobile e inespressivo. La giovane Elle Fanning che pattina. Due lap-dancer che intrattengono Johnny Marco per lunghi e interminabili minuti.
E alla fine cosa succede? Nulla... Il film termina con una scena assolutamente senza senso.
Se un qualsiasi sceneggiatore fosse andato da un produttore a proporre questa roba, sicuramente sarebbe stato cacciato fuori a pedate. Ma evidentemente il cognome Coppola aiuta. Ma d'altronde fra i produttori compare proprio papà Francis (e il fratello Roman). E chi ha scritto le musiche? Il marito!
Non ci siamo. Peccato perché sicuramente l'idea di base era interessante almeno tanto quanto poteva sembrare il trailer.
Inutile sottolineare anche l'assoluta banalità delle scene girate a Milano.
E se vi dicessi che a fine proiezione le luci nella sala non si sono accese? Si era addormentato anche il proiezionista?!
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armys
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domenica 5 settembre 2010
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deluso da somewhere
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Non sono d'accordo ,ed è raro, con il punteggio attribuito. Un film noiosetto con tempi un pò troppo lenti. Se quelli visti sono i problemi di un essere umano secondo la Coppola... beh allora ci sono molti altri che stanno peggio a questo mondo. Non ho ancora visto un bel film in cui il cinema parla di se stesso.Ma forse mi è sfuggito qualcosa. Saluti. Armys
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martalari
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domenica 5 settembre 2010
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coppola d.o.c.
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mai un film come questo ha sputtanato cosi' ferocemente la televisione italiana...un film antihollywodiano e d'autore che fa capire che tutto si puo' comprare ma il bene dei propri cari che ti amano senza interesse non ha prezzo....UN FILM PER CHI AMA IL CINEMA DI SOFIA COPPOLA
Un attore fico, ma non troppo, affascinante star pensa di avere tutto,donne che gli piombono in camera,bambole da lap dance, un ferrari e molto altro...chi lo circonda e' solo parte di una macchina che deve lodare il proprio assistito o che vuole vivere di luce riflessa.
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mai un film come questo ha sputtanato cosi' ferocemente la televisione italiana...un film antihollywodiano e d'autore che fa capire che tutto si puo' comprare ma il bene dei propri cari che ti amano senza interesse non ha prezzo....UN FILM PER CHI AMA IL CINEMA DI SOFIA COPPOLA
Un attore fico, ma non troppo, affascinante star pensa di avere tutto,donne che gli piombono in camera,bambole da lap dance, un ferrari e molto altro...chi lo circonda e' solo parte di una macchina che deve lodare il proprio assistito o che vuole vivere di luce riflessa...
Ma quell'uomo che tutti credono che passi le giornate a divertirsi "nel mondo dello spettacolo" in realta' e' una delle persone più sole nel "mondo reale", ha come compagno un divano e una bottiglia di birra...
Lui e' una di quella star che tutti vorrebbero nel proprio letto per una notte indimenticabile in realta' come molti si addormenta anche tra le gambe di una donna.
LA MACCHINA DA PRESA SEGUE IL RITMO DELLA VITA DELLA STAR
La macchina da presa segue il percorso della star e più che esser frenetica in realta' sembra giocare al rallenty,più che seguirlo allarga la visuale, mostrandoci e svelandoci che quella vita che tutti sognano di Hollywood quando si esce dal set ti spoglia di tutto....
Ma l'arrivo di una figlia accende "una lampadina" alla star di cui sembra brillare tutto ma non la sua vera vita quella di tutti i giorni...
IL PERCORSO DELLA COPPOLA
Che siano i palazzi di tokio o gli sfarzi di Versailles in maria antoinette, sofia coppola evidenzia la solitudine alla quale cerchiamo di fuggire ma che si puo' sconfiggere solo ritornando se' stessi
Emblematica la scena della ragazzina che pattina sul ghiaccio come a dimostrazione di quanto il talento a volte si scopre e si possa apprezzare altrove
TV TRASH DOPO LA MARINI IL PROTAGONISTA FUGGE
Ferocissimo l'attacco al mondo della tv italiana, dove tutti (gli italiani) fanno se' stessi senza recitare e dove dopo lo stacchetto della marini c'e' uno stacco col protagonista che fugge con la figlia dall'italia prima del dovuto...
Tremendo l'attacco alle domande nella conferenza stampa iniziale e tremendo quando arriva a milano l'attacco alle domande della surina
pensate che immagine verra' fuori della tv italiana, un paese che premia il trash e non sa neanche lontanamente cosa voglia dire la parola star
Simpatiche alcune battute come quella detta nella sua desolante camera "mica vorrai essere un'altro di quegli attori che giocano a fare i musicisti falliti"
IL MESSAGGIO
Un film che non ha i tempi di un film hollywoodiano perche' quello che interessa al premio oscar sofia coppola e' far capire che la notorieta' non potra' mai comprare una vita felice al fianco di chi veramente ci ama disinteressatamente.
UN FILM PER....
Per chi ama i film di sofia coppola e per chi si occupa, si e' occupato e ha sempre amato il mondo dello spettacolo senza sapere cosa realmente c'e' dietro....
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martalari
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domenica 5 settembre 2010
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coppola d.o.c.
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mai un film come questo ha sputtanato cosi' ferocemente la televisione italiana...un film antihollywodiano e d'autore che fa capire che tutto si puo' comprare ma il bene dei propri cari che ti amano senza interesse non ha prezzo....UN FILM PER CHI AMA IL CINEMA DI SOFIA COPPOLA
Un attore fico, ma non troppo, affascinante star pensa di avere tutto,donne che gli piombono in camera,bambole da lap dance, un ferrari e molto altro...chi lo circonda e' solo parte di una macchina che deve lodare il proprio assistito o che vuole vivere di luce riflessa...
Ma quell'uomo che tutti credono che passi le giornate a divertirsi "nel mondo dello spettacolo" in realta' e' una delle persone più sole nel "mondo reale", ha come compagno un divano e una bottiglia di birra.
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mai un film come questo ha sputtanato cosi' ferocemente la televisione italiana...un film antihollywodiano e d'autore che fa capire che tutto si puo' comprare ma il bene dei propri cari che ti amano senza interesse non ha prezzo....UN FILM PER CHI AMA IL CINEMA DI SOFIA COPPOLA
Un attore fico, ma non troppo, affascinante star pensa di avere tutto,donne che gli piombono in camera,bambole da lap dance, un ferrari e molto altro...chi lo circonda e' solo parte di una macchina che deve lodare il proprio assistito o che vuole vivere di luce riflessa...
Ma quell'uomo che tutti credono che passi le giornate a divertirsi "nel mondo dello spettacolo" in realta' e' una delle persone più sole nel "mondo reale", ha come compagno un divano e una bottiglia di birra...
Lui e' una di quella star che tutti vorrebbero nel proprio letto per una notte indimenticabile in realta' come molti si addormenta anche tra le gambe di una donna.
LA MACCHINA DA PRESA SEGUE IL RITMO DELLA VITA DELLA STAR
La macchina da presa segue il percorso della star e più che esser frenetica in realta' sembra giocare al rallenty,più che seguirlo allarga la visuale, mostrandoci e svelandoci che quella vita che tutti sognano di Hollywood quando si esce dal set ti spoglia di tutto....
Ma l'arrivo di una figlia accende "una lampadina" alla star di cui sembra brillare tutto ma non la sua vera vita quella di tutti i giorni...
IL PERCORSO DELLA COPPOLA
Che siano i palazzi di tokio o gli sfarzi di Versailles in maria antoinette, sofia coppola evidenzia la solitudine alla quale cerchiamo di fuggire ma che si puo' sconfiggere solo ritornando se' stessi
Emblematica la scena della ragazzina che pattina sul ghiaccio come a dimostrazione di quanto il talento a volte si scopre e si possa apprezzare altrove
TV TRASH DOPO LA MARINI IL PROTAGONISTA FUGGE
Ferocissimo l'attacco al mondo della tv italiana, dove tutti (gli italiani) fanno se' stessi senza recitare e dove dopo lo stacchetto della marini c'e' uno stacco col protagonista che fugge con la figlia dall'italia prima del dovuto...
Tremendo l'attacco alle domande nella conferenza stampa iniziale e tremendo quando arriva a milano l'attacco alle domande della surina
pensate che immagine verra' fuori della tv italiana, un paese che premia il trash e non sa neanche lontanamente cosa voglia dire la parola star
Simpatiche alcune battute come quella detta nella sua desolante camera "mica vorrai essere un'altro di quegli attori che giocano a fare i musicisti falliti"
IL MESSAGGIO
Un film che non ha i tempi di un film hollywoodiano perche' quello che interessa al premio oscar sofia coppola e' far capire che la notorieta' non potra' mai comprare una vita felice al fianco di chi veramente ci ama disinteressatamente.
UN FILM PER....
Per chi ama i film di sofia coppola e per chi si occupa, si e' occupato e ha sempre amato il mondo dello spettacolo senza sapere cosa realmente c'e' dietro....
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roberto simeoni
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domenica 5 settembre 2010
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magico e imperfetto
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Sofia Coppola torna dalle parti di "Lost in traslation" con una storia interessante nonostante l'esilità della trama (le inquietudini esistenziali di un attore divorziato ed il rapporto con la figlia) dimostrando di aver acquisito una notevole padronanza registica: a tratti inquadrature e montaggio hanno quasi la magia del Van Sant più sperimentale o del Jarmusch più ispirato. Peccato per qualche episodio poco riuscito (la trasferta milanese è dipinta senza la "cattiveria" che meriterebbe) e per un finale decisamente troppo debole.
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giotti
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sabato 4 settembre 2010
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somewhere
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Ho aspettato fino alla fine che succedesse qualcosa di interessante se non proprio avvincente ma anche il finale, come l'inizio, "non dice niente" o meglio, dice molto male quello che vorrebbe far capire. Noioso e banale è un commento "buono" per quel che merita il film.
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mart4
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sabato 4 settembre 2010
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deludente
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completamente d'accordo con algernon..
la storia è noiosa e banale.... mi aspettavo molto di più dalla regista sofia coppola...
unica nota positiva l'interpretazione della piccola Elle Fanning...
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sodrunkintheaugustsun
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sabato 4 settembre 2010
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sofia coppola ci riesce ancora
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La storia ruota attorno al rapporto tra un padre e sua figlia interpretati impeccabilmente da Stephen Dorff ed Elle Fanning (la sorellina altrettanto brava di Dakota) guidati magistralmente da un inappuntabile regia di Sofia Coppola al suo quarto lungometraggio di cui il secondo con sceneggiatura originale.
E' impossibile non richiamare alla mente Lost in Translation guardando il suo nuovo lavoro (da considerare a mio parere più "complementare" che "simile"). Indubbiamente i due lungometraggi hanno molte (forse troppe) analogie negli elementi e in alcuni temi, tuttavia mentre in Lost in Translation la regista riusciva nel miracoloso intento di creare e mantenere un equilibrio impalpabile e indistinto che implode nel finale (ma che allo stesso tempo continua ad andare avanti); in Somewhere questo equilibrio rimane soffocato "da qualche parte" appunto, ossia perso in una serie di ambientazioni assolutamente prive di appartenenza e significato precisi per il personaggio di Dorff - intrappolato nel tipico non-tempo sofiacoppoliano che contribuisce in maniera ingente alla spirale del vuoto interiore del protagonista.
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La storia ruota attorno al rapporto tra un padre e sua figlia interpretati impeccabilmente da Stephen Dorff ed Elle Fanning (la sorellina altrettanto brava di Dakota) guidati magistralmente da un inappuntabile regia di Sofia Coppola al suo quarto lungometraggio di cui il secondo con sceneggiatura originale.
E' impossibile non richiamare alla mente Lost in Translation guardando il suo nuovo lavoro (da considerare a mio parere più "complementare" che "simile"). Indubbiamente i due lungometraggi hanno molte (forse troppe) analogie negli elementi e in alcuni temi, tuttavia mentre in Lost in Translation la regista riusciva nel miracoloso intento di creare e mantenere un equilibrio impalpabile e indistinto che implode nel finale (ma che allo stesso tempo continua ad andare avanti); in Somewhere questo equilibrio rimane soffocato "da qualche parte" appunto, ossia perso in una serie di ambientazioni assolutamente prive di appartenenza e significato precisi per il personaggio di Dorff - intrappolato nel tipico non-tempo sofiacoppoliano che contribuisce in maniera ingente alla spirale del vuoto interiore del protagonista.
Lo stile quieto ed intimista della Coppola rimane invariato: lunghe e lente inquadrature che catturano completamente lo Zeitgeist con sfumature e ritratti tipicamente "anni zero" che amalgama con riferimenti alla cultura pop (Twilight, Guitar Hero, Wii) ed elementi trash (di cui forse esagera un po'). La colonna sonora è come sempre un elemento fondamentale e strettamente relazionato alla pellicola.
Inoltre da segnalare un irresitibile cameo di Benicio del Toro, la scena dei telegatti che rappresenta in modo realistico la tragicomica realtà ripugnante della televisione italiana e una chitarra scordata con la quale si raggiunge un ossimorico picco di impalpabile dolcezza.
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