lorenzodv
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venerdì 27 dicembre 2019
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film in cerca di un protagonista
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Visto dopo l'eccezionale Bling Ring, il coinvolgente Lost in Translation, l'intenso L'inganno e l'emozionante ed interessantissimo Il Giardino delle Vergini Suicide, questo film è penalizzato dalle aspettative. Pur essendo un bel film è il peggiore di Sofia Coppola.
Si tratta di un film personale, che racconta l'interazione tra un attore impegnato (soprattutto a godersi la vita comoda) e la figlia, tra la sicurezza della star e la bomba che può scoppiare da un momento all'altro, il fragore di poche parole dette sottovoce: "tu papà non ci sei mai". Naturalmente ci si domanda se era veramente un attore o forse si sia trattato magari di un regista.
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Visto dopo l'eccezionale Bling Ring, il coinvolgente Lost in Translation, l'intenso L'inganno e l'emozionante ed interessantissimo Il Giardino delle Vergini Suicide, questo film è penalizzato dalle aspettative. Pur essendo un bel film è il peggiore di Sofia Coppola.
Si tratta di un film personale, che racconta l'interazione tra un attore impegnato (soprattutto a godersi la vita comoda) e la figlia, tra la sicurezza della star e la bomba che può scoppiare da un momento all'altro, il fragore di poche parole dette sottovoce: "tu papà non ci sei mai". Naturalmente ci si domanda se era veramente un attore o forse si sia trattato magari di un regista.
Il limite del film è il punto di vista neutro. Apparentemente il personaggio principale è l'attore e padre, più tardi (ma troppo tardi per ritrovare l'attenzione perduta) ci si accorge che il punto di vista importante è quello della figlia ma il film colloca lo spettatore nel mezzo senza operare una scelta netta. Si perde così, nella comunicazione di impressioni tipica di Sofia Coppola, il punto centrale da cui attingere le proprie sensazioni ed in sostanza non ci si emoziona.
Qualcuno lo ha giudicato un film troppo lento e noioso, io al contrario inizio a detestare la fissazione dell'autrice per il canone dell'ora e mezza e se mai un giorno dovesse ella leggere queste righe vorrei che le fossero d'incoraggiamento: tre quarti d'ora di dialoghi, disseminati nel resto, per illustrare meglio il rapporto sarebbero stati utili e non certo noiosi.
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susyf
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domenica 30 agosto 2015
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un film che colpisce e smarrisce
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Se pensiamo ad Hollywood e alla vita delle star ci vengono in mente feste, cerimonie, premi e avventure affascinanti. Ma Somewhere dice a noi spettatori qualcosa di più profondo di ciò che sta nella superfiscie e ci turba profondamente. La storia è ambientata a Los Angeles, il protagonista Jonnhy Marco è una famosa star di hollywood che vive in un motel frequentato da molte celebrities:il Chateau Marmont. La sua vita è monotona, senza emozione, vive giornate tutte uguali, in cui cerca delle fugaci avventure sessuali dalle quali non prova neanche una vera soddisfazione, prova solo noia. Gira per le strade di Los Angeles con la sua Ferrari non sapendo bene neanche dove andare e la sua gioranta viene ravvivata solo da qualche telefonata della sua agente per promuovere il film in uscita.
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Se pensiamo ad Hollywood e alla vita delle star ci vengono in mente feste, cerimonie, premi e avventure affascinanti. Ma Somewhere dice a noi spettatori qualcosa di più profondo di ciò che sta nella superfiscie e ci turba profondamente. La storia è ambientata a Los Angeles, il protagonista Jonnhy Marco è una famosa star di hollywood che vive in un motel frequentato da molte celebrities:il Chateau Marmont. La sua vita è monotona, senza emozione, vive giornate tutte uguali, in cui cerca delle fugaci avventure sessuali dalle quali non prova neanche una vera soddisfazione, prova solo noia. Gira per le strade di Los Angeles con la sua Ferrari non sapendo bene neanche dove andare e la sua gioranta viene ravvivata solo da qualche telefonata della sua agente per promuovere il film in uscita. Questa vuota esistenza viene scossa dal periodo che passa con la figlia Cloe che dà alle sue giornate una ventata di aria fresca e positività. Bagni in piscina, videogiochi e relax al sole entrano nella vita di Johnny ma la partenza della figlia al campo estivo lo fa piombare in uno stato di vuoto ancora più profondo. Decide così di uscire da quel non luogo in cui si trova e di cercare se stesso finalmente. Il protagonista è un attore ma potrebbe essere una qualsiasi altra persona nella vita contemporanea, senza interessi, senza stimoli, annoiata da tutti e da tutto e regnata dall'indifferenza. Tutte le distrazioni ci impediscono di capire chi siamo veramente e cosa vogliamo fare della nostra vita, facendoci vivere in un'età quasi costantemente adolescenziale. Questo è ciò che Sofia Coppola ci vuole trasmettere. Questa ricerca di se stessi e il non sapere chi si è vengono simboleggiate dall' albergo e dalle numerose uscite in auto senza meta del protagonisti. Le sequenze sono caratterizzate da lunghi silenzi, grande solitudine che contrasta con tutto il fascino che la gente comune prova per lui e che si evince dal viaggio a Milano. Il mondo dello spettacolo viene visto come una sorta di caricatura, fatta di pura apparenza senza anima e quindi profondamente angosciante. Da ricordare è la scena della conferenza stampa in cui vengono fatte delle semplici domande a Johnny su di lui ma a cui non sa minimamente cosa rispondere. GRande è la sintonia tra Stephen Dorff ed Elle Fanning che danno prova di abilità e profesionalità. Leone d'oro assolutmente meritato.
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gabri0001
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venerdì 29 maggio 2015
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la solitudine di sofia coppola
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Il titolo Somewhere che significa “Da qualche parte”, si può cogliere come un nuovo modo di dire per “c’era una volta”, quindi, il film tratta di fatti mai accaduti, che però accadono sempre nel nostro piccolo. Il titolo ci dice che lo spettacolo a cui stiamo per assistere è un racconto morale; che parla di noi e delle nostre solitudini e delle nostre vite spente che potrebbero riaccendersi.
Con Somewhere Sofia Coppola riprende di nuovo il tema della solitudine come nei precedenti Lost in translation e Marie Antoniette.
Due sono le scene di Somewhere che potrebbero “colpire”: la prima è la sequenza iniziale dove l’attore Jonny Marko ripete giri attorno ad una pista con la sua Ferrari, l’altra scena è quella dove viene fatto il calco per una maschera all’attore.
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Il titolo Somewhere che significa “Da qualche parte”, si può cogliere come un nuovo modo di dire per “c’era una volta”, quindi, il film tratta di fatti mai accaduti, che però accadono sempre nel nostro piccolo. Il titolo ci dice che lo spettacolo a cui stiamo per assistere è un racconto morale; che parla di noi e delle nostre solitudini e delle nostre vite spente che potrebbero riaccendersi.
Con Somewhere Sofia Coppola riprende di nuovo il tema della solitudine come nei precedenti Lost in translation e Marie Antoniette.
Due sono le scene di Somewhere che potrebbero “colpire”: la prima è la sequenza iniziale dove l’attore Jonny Marko ripete giri attorno ad una pista con la sua Ferrari, l’altra scena è quella dove viene fatto il calco per una maschera all’attore. Ma di quella parlerò dopo.
La scena iniziale mostra la ripetuta e sola vita dell’attore che però, riesce a spezzare quel cerchio uguale grazie a sua figlia. Infatti nella scena finale, abbandona la macchina e si dirge verso un nuovo inizio. Si potrebbe fare un paragone di questa ripetizione con la regista che sempre inscena film uguali e con trame quasi sempre uguali e, come già scritto prima, ripetitive. Auguro alla regista di poter spezzare questo “cerchio”.
Passiamo all’altra scena. La scena dove lui rimane solo, con la faccia coperta dal gesso e in silenzio insieme alle altre maschere, diventando così una parte del teatro.
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paulnacci
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mercoledì 5 novembre 2014
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bello !!
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Il fim è un pochino lento si , ma secondo me è fatto apposta per immedesimarsi con la vita del protagonista che spesso è annoiato e vive in un mondo superficiale ! Belle secondo me le scene del pattinaggio e della piscina !
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cizeta
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martedì 11 febbraio 2014
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inguardabile...
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Mai mi sarei aspettato di utilizzare un aggettivo così ingeneroso... ma codesto film risulta tale...
Tale padre tale figlia?! Ehhhmmm no...decisamente no... probabilmente la cara Sofia ha trovato un pò di $ per girare e promuovere questo film grazie al suo bel cognome ma, il suo prodotto, è assai scadente ed inconcludente.
Film dalla noia mortale, immagini statiche, silenzi senza senso...cara Sofia Coppola volevi fare un film impegnato incentrato sull'introspezione di un attore bello ma fragile? volevi forse raccontare la tua vita da giovane figlia di uno dei maggiori registi globali? volevi riempire i silenzi del tuo film? bene non ci sei riuscita.
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Mai mi sarei aspettato di utilizzare un aggettivo così ingeneroso... ma codesto film risulta tale...
Tale padre tale figlia?! Ehhhmmm no...decisamente no... probabilmente la cara Sofia ha trovato un pò di $ per girare e promuovere questo film grazie al suo bel cognome ma, il suo prodotto, è assai scadente ed inconcludente.
Film dalla noia mortale, immagini statiche, silenzi senza senso...cara Sofia Coppola volevi fare un film impegnato incentrato sull'introspezione di un attore bello ma fragile? volevi forse raccontare la tua vita da giovane figlia di uno dei maggiori registi globali? volevi riempire i silenzi del tuo film? bene non ci sei riuscita.
Voto personale: 4
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jacopo b98
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mercoledì 15 gennaio 2014
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un film piccolo e sincero da sofia coppola
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A Hollywood Johnny Marco (Dorff) vive nel lussuoso Chateau Marmont Hotel. È solo e la sua camera è un via vai continuo di donne, alcol e droga. Fino al giorno in cui la ex-moglie non gli scarica la figlia undicenne (Fanning ) a cui badare. Quarto film della Coppola, figlia del grande Francis Ford. È il più personale della sua filmografia e, se si esclude il recente Bling Ring, il più interessante. È un’opera piccola e curiosa: a partire dal fatto che, quando l’ultima inquadratura si chiude, non riesci assolutamente a spiegarti come mai ti è piaciuto, in quanto è un film non solo privo di trama, ma in cui non succede assolutamente niente.
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A Hollywood Johnny Marco (Dorff) vive nel lussuoso Chateau Marmont Hotel. È solo e la sua camera è un via vai continuo di donne, alcol e droga. Fino al giorno in cui la ex-moglie non gli scarica la figlia undicenne (Fanning ) a cui badare. Quarto film della Coppola, figlia del grande Francis Ford. È il più personale della sua filmografia e, se si esclude il recente Bling Ring, il più interessante. È un’opera piccola e curiosa: a partire dal fatto che, quando l’ultima inquadratura si chiude, non riesci assolutamente a spiegarti come mai ti è piaciuto, in quanto è un film non solo privo di trama, ma in cui non succede assolutamente niente. Non un evento degno di nota, non una scena più importante o significativa; è un film piatto almeno quanto la vita del suo protagonista. Pieno di accenni autobiografici di figlia d’arte; non è infatti una novità che la Coppola abbia sofferto parecchio il suo essere cresciuta come figlia di uno dei più grandi registi della Storia; è un film di sincerità disarmante. Lascia a bocca aperta il modo in cui la Coppola mette in scena, di una semplicità e banalità assoluta: poche (pochissime) inquadrature, lunghi piani sequenza, dialoghi radi e insignificanti. È un film che o piace (e sono pochi quelli che l’hanno apprezzato) o non piace (i più l’hanno stroncato). Io posso solo dire che a me è piaciuto, non so spiegarne il perché, anche perché non amo Sofia Coppola, posso solo esprimere il mio parere. Leone d’Oro contestatissimo a Venezia 2010.
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gabrielebaldin
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martedì 1 ottobre 2013
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film lento , noioso, irritante
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Mi ricordo quando avevo visto il trailer al cinema di questo Somewere e ho pensato "Bello! devo venire a vederlo !"
Io sono uno che va ogni settimana al cinema (a volte anche + di 1) dunque di film ne vedo parecchi e non uscirei mai di sala prima della fine (anche perchè quelli che sicuramente non mi piacciono li scarto in partenza), ogni tanto ci sono dei film che ti deludono un pò rispetto le aspettative ma mai da dire proprio che non ti è piaciuto per niente ... quando ho visto questo film devo dire che è stata una sofferenza riuscire a stare seduto in sala fino alla fine ... direi un'agonia !! Questo è un film che sarei uscito molto prima della fine ! oltre questo c'è stato solo un'altro film che mi ha fatto venire voglia di scappare via dalla sala prima della fine ed è "Solo Dio perdona".
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Mi ricordo quando avevo visto il trailer al cinema di questo Somewere e ho pensato "Bello! devo venire a vederlo !"
Io sono uno che va ogni settimana al cinema (a volte anche + di 1) dunque di film ne vedo parecchi e non uscirei mai di sala prima della fine (anche perchè quelli che sicuramente non mi piacciono li scarto in partenza), ogni tanto ci sono dei film che ti deludono un pò rispetto le aspettative ma mai da dire proprio che non ti è piaciuto per niente ... quando ho visto questo film devo dire che è stata una sofferenza riuscire a stare seduto in sala fino alla fine ... direi un'agonia !! Questo è un film che sarei uscito molto prima della fine ! oltre questo c'è stato solo un'altro film che mi ha fatto venire voglia di scappare via dalla sala prima della fine ed è "Solo Dio perdona".
A me era piaciuto molto Marie Antoinette della Coppola, allegro, colorato, spumeggiante, questo Somewhere invece è il contrario, la lentezza usata è snervante, io non capisco come possa aver vinto il Leone d'ora a Venezia ...
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barone2000
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martedì 10 settembre 2013
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solitudine,miseria e redenzione a hollywood
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Che vita ha fatto? Questo viene da chiedersi guardando l'ultimo film della Coppola. Che vita ha fatto? Parafrasando l'ultimo Battisti; una vita vuota e priva di ogni qual si voglia significato se si escludono i video giochi, la Ferrari, e le donne. Jhonny non se ne accorge ma sul volto ha marchiata la tristezza di una vita insensata e infelice. Non si può nemmeno dire che ami il suo lavoro (se lavoro lo considera). Di fronte all'aridità degli adulti, si sà, c'è poco da fare. E' qui che entra in scena Cleo, prima palla al piede, poi ancora di salvezza del padre. Così è tornata Sofia Coppola; ha fotografato il mondo in cui vive, il mondo delle star, sole e quasi "vinte" dalla società reale, che le adora ma non ne ha niente a che fare.
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Che vita ha fatto? Questo viene da chiedersi guardando l'ultimo film della Coppola. Che vita ha fatto? Parafrasando l'ultimo Battisti; una vita vuota e priva di ogni qual si voglia significato se si escludono i video giochi, la Ferrari, e le donne. Jhonny non se ne accorge ma sul volto ha marchiata la tristezza di una vita insensata e infelice. Non si può nemmeno dire che ami il suo lavoro (se lavoro lo considera). Di fronte all'aridità degli adulti, si sà, c'è poco da fare. E' qui che entra in scena Cleo, prima palla al piede, poi ancora di salvezza del padre. Così è tornata Sofia Coppola; ha fotografato il mondo in cui vive, il mondo delle star, sole e quasi "vinte" dalla società reale, che le adora ma non ne ha niente a che fare. La star abbandonata in cima al piedistallo (magari anche di un Oscar) ma pur sempre sola. Non è un film semplice come vuol far credere. Già nel medioevo i filosofi dipingevano l'essere umano come un animale sociale, e la società naturale è la famiglia, ancora oggi. Johnny non ha nemmeno una famiglia vera. Ha gli amici che lo sfruttano. L'unica spiraglio è la figlia cha a cuasa della partenza della madre starà da lui, non si sa fino a quando. Parte la presa di coscienza, l'abbandono della vecchia via per la nuova. Come suggeriscono (magistralmente) le note finali Love Like a Sunset Part II, l'abbandono dell'amata Ferrarri per qualcosa che non si compra. L'amore della figlia lo salva dal suo pantano e lo porta su una nuova strada dove la ferrari non serve. Chiaro e potente affresco di come la solitudine e la povertà (spirituale) non si trovino solo tra baracche, anzi... Un dipinto intimo e universale allo stesso tempo, che tocca le corde profonde dell'umana miseria e della possibile redenzione, per tutti.
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moviesaddicted
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sabato 7 settembre 2013
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tutto il resto è noia..
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Dunque da dove cominciare.... ma davvero questo film ha vinto il Festival di Venezia? ma chi c'era in concorso quell'anno, vacanze di natale e tre metri sopra il cielo? comunque a parte brevi momenti interessanti , se cercate un film che, qualora vi alziate per andare al bagno o a bere un bicchier d'acqua ma io direi anche una pizza sotto casa questo è il film per voi. Ergo, vi sono momenti talmente lenti che potrete tornare e riprendere dal punto in cui avevate lasciato. Tendo a precisare che non sono una da colpi di scena, o velocista anzi, maggiore è la profondità più mi piace tuffarmi, ma qui parliamo di lentezza e di un argomento superinflazionato.
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Dunque da dove cominciare.... ma davvero questo film ha vinto il Festival di Venezia? ma chi c'era in concorso quell'anno, vacanze di natale e tre metri sopra il cielo? comunque a parte brevi momenti interessanti , se cercate un film che, qualora vi alziate per andare al bagno o a bere un bicchier d'acqua ma io direi anche una pizza sotto casa questo è il film per voi. Ergo, vi sono momenti talmente lenti che potrete tornare e riprendere dal punto in cui avevate lasciato. Tendo a precisare che non sono una da colpi di scena, o velocista anzi, maggiore è la profondità più mi piace tuffarmi, ma qui parliamo di lentezza e di un argomento superinflazionato. Ok bello tutto , la fotografia ecc però il vip che si accorge di avere una figlia e dopo una settimana con lei capisce che gli manca, mi tira un "ma va?". Alcuni dialoghi erano da filmetto. Devo dire che la scena dei telegatti per quanto miserrima è perfetta, perchè rappresenta il trashume di cui siamo grandemente capaci. e di cui tra l'altro andavamo pure fieri pensa te. Perfetta la Marini nel fare se stessa fantastica la Coppola nello scegliere lei, anzi spietata direi, come se avesse vissuto in Italia davvero. Poi scusate addirittura dopo il protagonista, nei titoli ci mettono laura Chiatti, che secondo più secondo meno, sarà apparsa per 2 minuti?
vabbè comunque noi ne usciamo benissimo...
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m.romita
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martedì 23 luglio 2013
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il volontariato come cura della depressione . . .
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La figlia è partita. Marco è solo e si rende conto di essere solo e privo di senso .
Ha il successo, ha i soldi , ha la ferrari ( bellissima ) , ha le donne ( ma non il vero amore, dirà il solito stupido ).
Perchè un amore vero ti salva quando si strappa il velo ( capita a tutti ogni tanto ) e l'infinita vanità del tutto si svela.
Marco è un giovane normalissimo, non ha studiato troppo, non è un intellettuale e va in ferrari . Ma non è un fatuo, non è stupido.
Marco è simpatico, è un personaggio vero.
Vera e simpatica la normalissima figlia undicenne.
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La figlia è partita. Marco è solo e si rende conto di essere solo e privo di senso .
Ha il successo, ha i soldi , ha la ferrari ( bellissima ) , ha le donne ( ma non il vero amore, dirà il solito stupido ).
Perchè un amore vero ti salva quando si strappa il velo ( capita a tutti ogni tanto ) e l'infinita vanità del tutto si svela.
Marco è un giovane normalissimo, non ha studiato troppo, non è un intellettuale e va in ferrari . Ma non è un fatuo, non è stupido.
Marco è simpatico, è un personaggio vero.
Vera e simpatica la normalissima figlia undicenne.
Quando va via rimprovera il padre : " ..Non ci sei mai ... "
Nel drammatico finale ecco il suggerimento della donna al telefono : " ... fai del volontarato ..." ; e poi : " Non ti preoccupare , poi passa ... "
Ma non c'è alla fine un suicidio : c'è l'abbandono della ferrari nel deserto e Marco che , di buon passo, si avvia verso il nulla.
Sofia Coppola non è brava : è geniale, forse unica nel panorama attuale degli autori di cinema.
Nota molto personale di Massimo Romita, 23 luglio 2013
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