Somewhere |
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Un film di Sofia Coppola.
Con Stephen Dorff, Elle Fanning, Chris Pontius, Simona Ventura, Nino Frassica.
continua»
Drammatico,
durata 98 min.
- USA 2010.
- Medusa
uscita venerdì 3 settembre 2010.
MYMONETRO
Somewhere
valutazione media:
2,92
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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UNA COPPOLA IRRICONOSCIBILEdi giugy3000Feedback: 5907 | altri commenti e recensioni di giugy3000 |
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venerdì 3 settembre 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Solitamente quando uno spettatore si siede in sala a visionare una pellicola non gli viene richiesta una conoscenza della filmografia del regista in questione, anche se la cosa non guasterebbe, certo. Davanti a SOMEWHERE però non ci si può pronunciare senza prima aver esaminato attentamente anche le precedenti tre opere Coppoliane che la critica ha più volte chiamato "la trilogia dell'adolescenza inquieta o della solitudine".Nel quarto lavoro della figlia di Francis Ford Coppola ancora una volta al centro vi è un personaggio di alta estrazione sociale che a prima vista pare avere attorno a sè il meglio del meglio della vita, ma che in fondo si scoprirà "vuoto come essere umano, quasi inesistente".Johnny, il protagonista, ha occasione di passare più del normale weekend di passaggio con la figlia giornate di "svago" fra la sua vita impreziosita da un hotel lussuossimo, scappatelle con donnette da quattro soldi, alcool, fumo e la sua adoratissima Ferrari nera. Dopodichè, con tutti questi elementi a coronamento della trilogia della solitudine, uno che la Coppola l'ha sempre adorata e stimata uno inizia a costruirsi delle aspettative ben forti. Tutte smantellate però, una ad una. Stephen Dorff non sa spudoratamente recitare e lo mette in bella mostra, Elle Fanning ci fa rimpiangere la ben più dotata sorellina Dakota ne "la guerra dei mondi", la colonna sonora dei Phoenix è pietosa e senza sentimento, ricca di torpore come tutte le scene di questo film. Solitamente tendo ad arrabbiarmi quando qualcuno definisce un film non proprio riuscito con il solito, banale aggettivo "noioso", ma in questo caso niente mi pare più appropriato per definire un'opera dove in teoria, se il proposito era far parlare solo le immagini e poco gli attori, almeno quelle avrebbero dovuto essere perfette o perlomeno variare in una loro coerenza. L'Italia viene presa a pesci in faccia per dieci minuti buoni e la vista della Marini e della Ventura raccapriccia, anche se fatto a fine di satira farsesca. Non vi è nulla da fare, anche sforzandosi uno a fine film non vi trova elementi validi e soprattutto, cosa della massima importanza, che si facciano ricordare o suscitino qualcosa.La Coppola ci propone un film da Festival di Venezia con un impianto di regia mastodontico per poi proporci il solito tutto fumo e niente arrosto, un blockbuster dimenticato da vedere in momenti di sadismo sul divano davanti ad un piatto di pop-corn. Sequenze troppo, troppo lunghe e ripetute e soprattutto pochi elementi chiave che approfondiscano questa bellissima tematica di partenza della figlia undicenne più matura del padre famoso trentenne.Solo la bella Ferarri, che accompagna i due attori in tutto il film, con il suo rombo ci ridesta e ci riporta sulla scena di quella che poteva essere un ottima sceneggiatura da bis da oscar, ma che invece procede a tentoni anche su elementi in cui la Coppola aveva sempre primeggiato(scelta degli attori, musiche,costumi). Non ci resta che rivedere e rivedere "Lost in traslation" ancora una volta e goderselo mille volte di più, per non perdere la stima in cotanta bravura di un figlia d'arte appena trentasettenne.
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