paride86
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venerdì 28 gennaio 2011
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poca sostanza
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Girato con stile calcolatamente minimalista, "Somewhere" è la storia di un padre e di una figlia che si incontrano.
Sofia Coppola ha del talento e lo dimostra nel girare film che portano il suo marchio di fabbrica, sofosticato e riconoscibile; il problema, però, è la sostanza.
Seppur intelligente, "Somewhere" è un po' troppo esile nel descrivere la quotidianità dei due protagonisti.
Nonostante non si vedano spesso e si intuisca che tra padre e figlia ci sia un rapporto intermittente, i due non litigano mai e non si scontrano neanche una volta, proprio come se fossero da sempre abituati a dividere il tempo e gli spazi vitali.
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Girato con stile calcolatamente minimalista, "Somewhere" è la storia di un padre e di una figlia che si incontrano.
Sofia Coppola ha del talento e lo dimostra nel girare film che portano il suo marchio di fabbrica, sofosticato e riconoscibile; il problema, però, è la sostanza.
Seppur intelligente, "Somewhere" è un po' troppo esile nel descrivere la quotidianità dei due protagonisti.
Nonostante non si vedano spesso e si intuisca che tra padre e figlia ci sia un rapporto intermittente, i due non litigano mai e non si scontrano neanche una volta, proprio come se fossero da sempre abituati a dividere il tempo e gli spazi vitali.
Ma non è tutto: "Somewhere" offre un'immagine terrificante della tv italiana, un frammento trash che salta agli occhi più di quanto siamo già abituati a vedere perché inserito in un contesto stilisticamente sobrio e intimista.
Un film da vedere una volta sola: la seconda sarebbe troppo noioso.
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(di luigi70)
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annalisa.giu
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mercoledì 26 gennaio 2011
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carino, anche se...
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Buio in sala, inizia la proiezione del film che ha appena vinto il festival di Venezia. Inquadratura fissa su un paesaggio desertico. Una ferrari nera passa davanti la camera, sparisce dallo spazio visivo, ricompare in lontananza (sulla stessa inquadratura fissa), scompare nuovamente. Qualche istante (lungo) in cui non capita nulla. Attenzione attenzione, si sente il rombo del potente motore sempre più forte. Eccola eccola, la ferrari ripassa davanti a noi, sparisce nuovamente, ricompare in lontananza… e così via via per quanti giri? 5, 6, 7… forse più, forse meno. Il punto non è quanti giri vengano compiuti; il punto è che abbiamo già capito tutto: il film è di una noia mostruosa con l’aggravante di aver ricevuto un riconoscimento importante; con l’aggravante di sapere che qualcuno ce lo spaccerà (o già ce l’ha spacciato) per un capolavoro.
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Buio in sala, inizia la proiezione del film che ha appena vinto il festival di Venezia. Inquadratura fissa su un paesaggio desertico. Una ferrari nera passa davanti la camera, sparisce dallo spazio visivo, ricompare in lontananza (sulla stessa inquadratura fissa), scompare nuovamente. Qualche istante (lungo) in cui non capita nulla. Attenzione attenzione, si sente il rombo del potente motore sempre più forte. Eccola eccola, la ferrari ripassa davanti a noi, sparisce nuovamente, ricompare in lontananza… e così via via per quanti giri? 5, 6, 7… forse più, forse meno. Il punto non è quanti giri vengano compiuti; il punto è che abbiamo già capito tutto: il film è di una noia mostruosa con l’aggravante di aver ricevuto un riconoscimento importante; con l’aggravante di sapere che qualcuno ce lo spaccerà (o già ce l’ha spacciato) per un capolavoro. Siamo sinceramente stufi di chi si sente poeta ed artista e soprattutto di chi riconosce poesia ed arte laddove non ce n'è. Un film non deve annoiare, mai. La supposta poesia intimista, la decantata delicatezza della Coppola capace di descrivere come nessun altro il senso di vuoto, di solitudine altro nome non ha che NOIA. Ci parla di noia annoiandoci e senza neanche proporci nulla di nuovo: la solita minestrina dell’attore di successo che vive agli eccessi finché non capisce tutto ciò che gli manca ritrovando un rapporto con sua figlia. Non lasciatevi ingannare da pareri di sedicenti esperti. Non sentitevi inadeguati e non all’altezza intellettuale di comprenderlo. Se avesse ripreso per tutto il tempo una latrina infestata da mosche, di certo qualcuno ci avrebbe trovato un senso, un perché che francamente non avrebbe cambiato la sostanza: era solo un’inquadratura di merda.
Comunque noi spettatori ci accontentiamo di poco, di piccole gioie, come quella che la regista ci da in occasione della scena della maschera di gesso. Abbiamo davvero temuto che l’inquadratura si soffermasse per tutti i 40 minuti necessari alla solidificazione. Grazie Sofia per averla fatta durare solo qualche interminabile minuto…
Ha veramente poco da dire questo film. Gira a vuoto come la ferrari nel deserto. Per fortuna dura solo un’ora e mezzo o poco più.
Carino, anche se… stavolta mi gioco il jolly e cambio temporaneamente il nome del blog: soporifero, fastidioso e supponente, anche se è un’esperienza bellissima vivere il senso di liberazione quando la pellicola finisce e si esce dal cinema.
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nuke.j
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sabato 15 gennaio 2011
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non so le persone che film sono andati a vedere
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Le espressioni che sento esprimere maggiormente nelle critiche a questo film sono: lento e noioso.
Esatto.
Nessuno, forse, ha colto il senso della storia. Se fosse stato così quegli aggettivi non sarebbero stati espressi in modo critico ma in modo oggettivo.
Il film è decisamente lento e noioso. Perchè lo è la vita di Jhonny.
Magari il sospetto che la noia e la lentezza fossero finalizzate alla sceneggiatura doveva sorgere di fronte alle scene (lente e noiose) di lap-dance.
Sarei curiosa di vedere quanti altri registi avrebbero saputo rendere lenta e noiosa una scena dove fossero presenti due belle ragazze gemelle, seminude che si aggrovigliano provocanti intorno ad un palo.
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Le espressioni che sento esprimere maggiormente nelle critiche a questo film sono: lento e noioso.
Esatto.
Nessuno, forse, ha colto il senso della storia. Se fosse stato così quegli aggettivi non sarebbero stati espressi in modo critico ma in modo oggettivo.
Il film è decisamente lento e noioso. Perchè lo è la vita di Jhonny.
Magari il sospetto che la noia e la lentezza fossero finalizzate alla sceneggiatura doveva sorgere di fronte alle scene (lente e noiose) di lap-dance.
Sarei curiosa di vedere quanti altri registi avrebbero saputo rendere lenta e noiosa una scena dove fossero presenti due belle ragazze gemelle, seminude che si aggrovigliano provocanti intorno ad un palo. Già a dirlo sà di scena erotica ed interessante.
Non penso di dover essere io, per niente definibile come "critica cinematografica", a dover spiegare che lo stile registico deve essere in armonia con tutto il resto: storia, colonna sonora, fotografia ed espressività degli attori.
Soltanto io sono riuscita a cogliere l'angoscia, la tristezza e la vuotezza della vita di Jhonny?
Soltanto io sono riuscita ad immedesimarmi con lui, una celebrità che ha a disposizione tutto ciò che vuole, donne, fama, soldi, hotel di lusso, belle macchine, ma che niente di tutto ciò serve a risollevare una vita mediocre all'origine?
Soltanto io ho colto il cambiamento da quando la figlia è assente a quando è presente nella vita del padre?
Un attore internazionale che ha bisogno di semplicità, di interessarsi a qualcuno che abbia bisogno di lui.
Viene criticata molto la recitazione dei due protagonisti. Soltanto io ho colto l'espressione di Dorff (per fare un esempio) quando guarda la figlia pattinare?
Anche quella scena è stata giudicata lenta e noiosa. Soltanto io ho provato a mettermi nei panni di un padre che vede l'esercitazione della figlia come la cosa più poetica e straordinaria mai vista?
Proporrei a tutti questi critici di osservare lo schermo, la prossima volta, anzichè concentrarsi sul cestino di pop-corn e/o sul proprio accompagnatore/accompagnatrice.
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terminator
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mercoledì 29 dicembre 2010
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il film più noioso che abbia mai visto.
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Sicuramente il film più noioso, apatico e monotono che abbia mai visto.
Ritmo lentissimo. Scene di una noia mortale. La scena in cui il protagonista si addormenta davanti alle spogliarelliste è altamente simbolica, nel senso che lo spettatore altro non può fare vedendo questo film. Ma è davvero un film? C'è una trama? Un senso? E' talmente privo di una qualsiasi sceneggiatura da sembrare un filmato amatoriale, girato senza neppure un copione.
Non discuto sugli attori, che hanno fatto quello che hanno potuto, ma è la storia, la regia, la sceneggiatura ad essere veramente inesistenti.
Conosco diverse persone, che non sono registi, che saprebbero fare un film più interessante di questo.
Il peggior voto possibile a questo non-film.
[+] sarebbe interessante sapere...
(di nuke.j)
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pattie
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venerdì 24 dicembre 2010
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che gran coppola di...film!
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Forse è un capolavoro e solo io non me ne sono accorta.
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astromelia
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giovedì 23 dicembre 2010
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niente di nuovo all'orizzonte
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il film non dice assolutamente niente di nuovo, che gli attori siano un popolo di spaesati protagonisti della pellicola, questo già è assodato,ma il film scorre lento ed è privo di guizzi ,la storia che qualsiasi uomo,faccia esso l'attore o il benzinaio, sia solo con se stesso,è un dato di fatto,nemmeno il finale è riuscito a dare un senso compiuto,dove se ne va quello in mezzo al deserto lasciando la ferrari sulla strada? prettamente un non sense,mi aspettavo finisse tragicamente ,..........e dell'irriverenza verso il paese che l'ha ospitato e premiato?
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alex spezzati
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giovedì 4 novembre 2010
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lento e senza un senso
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UN FILM (SE COSI' LO VOGLIAMO CHIAMARE) A DIR POCO NOIOSO.....
LENTO CON SCENE CHE NON AVEVANO SENSO E SOPRATUTTO,L'ERRORE GRAVISSIMO IN 13 SCENE DOVE SI VEDE IL MICROFONO IPERCARDIOIDE O ROZZAMENTE CHIAMATO "GATTO MORTO" IMPOSSIBILE DA NON NOTARE .
IN UNA SCENA MENTRE L'ATTORE PRINCIPALE STA PER ENTRARE IN CASA SI VEDE BENISSIMO L'OMBRA DELLA TELECAMERA SULLA SUA SCHIENA.
INOLTRE UNA VOLTA SCESO DALL'AEREO DOPO UN VIAGGIO DI LAVORO SI SENTE UNA VOCE CHE DICE "BENVENUTO ALL'AEROPORTO DI LOS ANGELES" MENTRE SONO ALL'AEROPORTO DI MILANO MALPENSA!!!
ED ANCORA RIDICOLO IL BALLETTO DI VALERIA MARINI COMPLETAMENTE FUORI LUOGO E FUORI TEMPO!!!
INSOMMA NON CAPISCO COME QUESTO "SOMEWHERE" POSSA AVER VINTO IL PREMIO COME MIGLIOR FILM AL CINE FESTIVAL DI VENEZIA.
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UN FILM (SE COSI' LO VOGLIAMO CHIAMARE) A DIR POCO NOIOSO.....
LENTO CON SCENE CHE NON AVEVANO SENSO E SOPRATUTTO,L'ERRORE GRAVISSIMO IN 13 SCENE DOVE SI VEDE IL MICROFONO IPERCARDIOIDE O ROZZAMENTE CHIAMATO "GATTO MORTO" IMPOSSIBILE DA NON NOTARE .
IN UNA SCENA MENTRE L'ATTORE PRINCIPALE STA PER ENTRARE IN CASA SI VEDE BENISSIMO L'OMBRA DELLA TELECAMERA SULLA SUA SCHIENA.
INOLTRE UNA VOLTA SCESO DALL'AEREO DOPO UN VIAGGIO DI LAVORO SI SENTE UNA VOCE CHE DICE "BENVENUTO ALL'AEROPORTO DI LOS ANGELES" MENTRE SONO ALL'AEROPORTO DI MILANO MALPENSA!!!
ED ANCORA RIDICOLO IL BALLETTO DI VALERIA MARINI COMPLETAMENTE FUORI LUOGO E FUORI TEMPO!!!
INSOMMA NON CAPISCO COME QUESTO "SOMEWHERE" POSSA AVER VINTO IL PREMIO COME MIGLIOR FILM AL CINE FESTIVAL DI VENEZIA.....PESSIMI GIURATI!!! SOPRATUTTO CIECATI,VISTI GLI INNUMEREVOLI ERRORI NOTATI DA UN PUBBLICO SPETTATORE!!!
NON MI SORPRENDEREBBE SE A FINE SPETTACOLO NON SI ACCENDONO LE LUCI IN SALA........CAPIREI BENISSIMO PER QUALE MOTIVO IL PROIEZIONISTA SI SIA ADDORMENTATO!!!
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ikons
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lunedì 1 novembre 2010
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"da qualche parte"
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Mi son chiesto e mi chiedo: "da qualche parte" c'è un perchè in questo film?
La mia risposta è no. Da nessuna parte. Questo film, che lo veda da persona contenta, depressa, ricca, povera triste o felice mi ha lasciato un vuoto che non è stato suggestionato dalla morale della pellicola ma, dalla "qualità" della pellicola stessa. Nella cinematografia nazionale ed internazionale posso ricordare film girati col nulla che lasciano di stucco; film girati con due lire e quattro attrezzi, che con sapiente regia, dialoghi affilati e musiche ben calibrate riescono a trasferire, comunicare l'essenza del messaggio, pur trattando argomenti apparentemente irrilevanti. Film in cui si apprezza la vera "Arte" di fare cinematografia, la vera arte di "comunicare".
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Mi son chiesto e mi chiedo: "da qualche parte" c'è un perchè in questo film?
La mia risposta è no. Da nessuna parte. Questo film, che lo veda da persona contenta, depressa, ricca, povera triste o felice mi ha lasciato un vuoto che non è stato suggestionato dalla morale della pellicola ma, dalla "qualità" della pellicola stessa. Nella cinematografia nazionale ed internazionale posso ricordare film girati col nulla che lasciano di stucco; film girati con due lire e quattro attrezzi, che con sapiente regia, dialoghi affilati e musiche ben calibrate riescono a trasferire, comunicare l'essenza del messaggio, pur trattando argomenti apparentemente irrilevanti. Film in cui si apprezza la vera "Arte" di fare cinematografia, la vera arte di "comunicare". Film che ti lasciano qualcosa, che ti fanno pensare, che ti fanno crescere. Sofia Coppola ha usato obiettivi Zeiss del 1980 per dare più morbidezza e romanticismo all'immagine.... Mi chiedo dove sia il romanticismo nel film; dov'è la sintesi del messaggio espressa in ogni opera d'arte visto che ha impiegato 98 minuti per dire che anche i ricchi si annoiano. Voglio dire che qualunque sia la propria passione, (fare film, recitare, sceneggiare, scrivere ecc) credo si debba tener fede ad un principio fondamentale: il rispetto del pubblico. Il rispetto del prossimo. Si, perchè io e altri milioni di spettatori nel mondo hanno pagato circa 5 euro per vedere un film di spessore. Vado al cinema per sentirmi stimolato, suggestionato, arricchito e seppure il contenuto trattato fosse spazzatura ciò che conta non è tanto il tema in se ma, il "modo" la "perizia" la "maestria" con cui il tema viene esposto. Ci vuole arte, capacità ed estro, per intrattenere. Non ho bisogno di vedere un film o leggere un libro o andare in ospedale per comprendere la tristezza, la depressione, la felicità ed i vari sentimenti umani in un determinato contesto. Ho bisogno di vedere un film che mi racconti tali sentimenti in un modo nuovo, diverso, tanto da suggerirmi nuovi modi di elaborare tali sentimenti. Inutile dire che in questo caso l'esperimento è fallito miseramente. "Somewhere" è triste, piatto, noioso e povero. Rivoglio i 5 euro.
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[+] sì: basta il cognome
(di la minni)
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reservoir dogs
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giovedì 28 ottobre 2010
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lasciare la ferrari per andare verso...
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Sofia Coppola torna con un altro bellissimo film sul tema dello 'spaesamento" in cui si trovano i protagonisti delle sue storie.
Johnny Marco è un attore di fama mondiale, ha tutto un lavoro che ama, donne, soldi e una rombante Ferrari ma la sua vita scorre irrimediabilmente senza una senso, legato al superfluo e ad i rapporti fugaci.
Una Ferrari che gira continuamente davanti ad una cinepresa immobile, come basita testimania così una vita ripetitiva e vuota del protagonista sin dalla prima scena.
Tutto cambia con l'arrivo della figlia Clio che scuote l'attore a tal punto da rendersi conto di essere entrato in un "circolo vizioso" che non lo porterà a nulla di concreto, il suo ruolo di padre è stato discontinuo, i suoi occhi cambiano quando vede per la prima volta la figlia pattinare e probabilmente anche il suo animo.
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Sofia Coppola torna con un altro bellissimo film sul tema dello 'spaesamento" in cui si trovano i protagonisti delle sue storie.
Johnny Marco è un attore di fama mondiale, ha tutto un lavoro che ama, donne, soldi e una rombante Ferrari ma la sua vita scorre irrimediabilmente senza una senso, legato al superfluo e ad i rapporti fugaci.
Una Ferrari che gira continuamente davanti ad una cinepresa immobile, come basita testimania così una vita ripetitiva e vuota del protagonista sin dalla prima scena.
Tutto cambia con l'arrivo della figlia Clio che scuote l'attore a tal punto da rendersi conto di essere entrato in un "circolo vizioso" che non lo porterà a nulla di concreto, il suo ruolo di padre è stato discontinuo, i suoi occhi cambiano quando vede per la prima volta la figlia pattinare e probabilmente anche il suo animo.
Il modo di vivere della figlia sconvolge così il padre e la cinepresa qui più analitica che mai attraverso la sua fissità testimonia questo suo cambiamento.
L'uomo se ne andrà dell'albergo in cui viveva da tempo e lascerà la Ferrari sul lato della strada proseguendo la sua nuova vita a piedi.
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thx3600
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martedì 26 ottobre 2010
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una serata buttata via!
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Avete presente quando già dalle prima inquadratura avete chiaro che il film sarà un pacco?
Ecco, "Somewhere" lo posso riassumere così: un inutile pacco.
D'altronde quando il film inizia con un'inquadratura statica, di un'imprecisata strada, dove per 4/5 volte vediamo comparire e sparire la medesima auto che, si suppone, stia girando intorno ad un circuito (e 5 minuti di flim se ne sono già andati), ti domandi: "dove sta l'intrattenimento, la poesia, la riflessione, lemozione o il linguaggio cinematografico???"
Perchè, diciamocelo, i critici cinematografici hanno tutta una loro idea sul cinema e quando scrivono, scrivono per se stessi e per la loro cricca.
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Avete presente quando già dalle prima inquadratura avete chiaro che il film sarà un pacco?
Ecco, "Somewhere" lo posso riassumere così: un inutile pacco.
D'altronde quando il film inizia con un'inquadratura statica, di un'imprecisata strada, dove per 4/5 volte vediamo comparire e sparire la medesima auto che, si suppone, stia girando intorno ad un circuito (e 5 minuti di flim se ne sono già andati), ti domandi: "dove sta l'intrattenimento, la poesia, la riflessione, lemozione o il linguaggio cinematografico???"
Perchè, diciamocelo, i critici cinematografici hanno tutta una loro idea sul cinema e quando scrivono, scrivono per se stessi e per la loro cricca. Ma i film non vengono realizzati per i critici, altrimenti come si ripagherebbero i costi e dove sarebbe il guadagno; i film sono realizzati per il pubblico, per noi comuni mortali.
Ecco, allora, quando io non trovo intrattenimento, poesia, riflessione, emozione o arte (perchè anche la regia e la fotografia di Somewhere son ben brutte), io non posso che reputare detto film un'inutile perdita di tempo.
Mi spiace, cara Sofia Coppola, ma è l'ultima volta che mi rubi una serata!
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