La recensione ***
La vita non è certo rose e fiori per Liz Gilbert, quarantenne moglie newyorkese in carriera che poi diventa infelice divorziata in una città che non riconosce più come sua. Per voltare pagina si mette a viaggiare. Meta: Bali, passando però per l'Italia e l'India, alla scoperta di qualcosa che non aveva mai preso in considerazione prima di allora, ovvero la passione per le piccole cose (come il cibo), una spiritualità che credeva non esistesse e soprattutto l'apertura verso un nuovo amore. Un libro leggero (ed. Rizzoli, 2010), dolceamaro, ambientato a New York, Roma, India e Indonesia, che mescola amicizia, amore e profonde riflessioni esistenziali che farà sicuramente breccia nei cuori femminili delle lettrici.

In sintesi
Liz Gilbert è stanca. Tende le mani al futuro. Chiede che Dio l'aiuti a superare un momento difficilissimo della sua vita. Come risposta, seppur indiretta, riceve quella di viaggiare alla ricerca di se stessa e della scoperta del mondo. Accetta la sfida, senza tirarsi indietro, alla ricerca della sua voglia di vivere, di quello stop che diventa necessario. Roma, India e Bali. Queste le sue mete. In Italia, scopre il piacere per il cibo, in India l'intima bellezza della preghiera e infine a Bali, l'amore, quello vero, quindi corpo, spirito e cuore. E quindi, anche la Liz Gilbert che aveva dimenticato.

L'autore
Elizabeth M. Gilbert nasce il 18 luglio 1969 a Waterbury, in Connecticut, figlia di un ingegnere chimico e di un'infermiera. Sorella della scrittrice e storica Catherine Gilbert Murdock, cresce in una fattoria di Litchfield, un posto senza vicini intorno, senza televisione e senza musica. È per questo motivo che le due sorelle si intrattengono solo con la lettura di grandi romanzi e con la scrittura. Dopo essersi laureata in Scienze Politiche alla New York University nel 1991, lavora come cuoca, cameriera e collaboratrice in diversi giornali. È dalle sue esperienze culinarie in un ranch che esce il libro "The Last American Man", successivamente trova lavoro presso Esquire come autrice di racconti, ma diventa giornalista per Spin, GQ (è da un suo articolo dal titolo "The Muse of the Coyote Ugly Saloon" che si basa il film Le ragazze del Coyote Ugly), The New York Times Magazine, Allure, Real Simple e Travel + Leisure. Ed è dai suoi lunghi viaggi che scrive il suo libro di memorie "Mangia Prega Ama", diventato un best seller.