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L'ispettore Coliandro: un vero poliziotto italiano

Diretto dai Manetti Bros. torna in tv l'ispettore uscito dalla penna di Carlo Lucarelli.
di Alessandra Giannelli

L'antitesi del poliziotto americano
Giampaolo Morelli (49 anni) 25 novembre 1974, Napoli (Italia) - Sagittario. Interpreta Coliandro nel film di Antonio Manetti, Marco Manetti L'ispettore Coliandro.

giovedì 15 gennaio 2009 - Televisione

L'antitesi del poliziotto americano
Seconda stagione per l'ispettore diretto dai Manetti Bros: quattro episodi, ideati dal giallista Carlo Lucarelli per la produzione di Rai Fiction. A interpretare Coliandro è Giampaolo Morelli (al cinema: Paz!, Dillo con parole mie e L'uomo perfetto), affiancato, da attrici diverse in ogni episodio (Gilda Lapardaja per La pistola; Gloria Bellicchi per Sesso e segreti; Cecilia Dazzi per Doppia rapina e Valentina Lodovini per Mai rubare a casa dei ladri). Coliandro è una delle serie più seguite dai giovani, che un po' si riconoscono in questo "strampalato" personaggio, onesto sicuramente, ma anche un po' fantasioso, molto strano, ma tanto italiano come è emerso nel corso della conferenza stampa della nuova serie. Presentata da Antonio Marano, direttore di Rai Due, durante la conferenza l'originale ispettore è stato apostrofato in tanti, e anche poco eleganti, termini, ma il tutto per gioco, a sottolineare la leggerezza del personaggio. Pirla, ma anche "coglionazzo" e ancor di più, perché Coliandro è l'antitesi del poliziotto stile americano, alternativo e super figo. Lui, forse, un po' sfigato è comunque, ma è senza dubbio molto reale. Coliandro si avvicina al target perseguito da Rai Due ovvero la novità, ma anche la contemporaneità poiché segue gli stimoli nuovi del linguaggio. Di polizieschi la Rai è piena, ma Coliandro è un modello diverso, molto umano, deciso, che nasce dalla scrittura di Lucarelli e con una regia diversa dalla classica e questo lo rende un prodotto importante.

Come hai sviluppato questi nuovi casi del personaggio Coliandro?
C arlo Lucarelli: Sono molto contento di quanto sia successo al mio personaggio perché il bello di certi personaggi si realizza quando riescono a svilupparsi, a cambiare, ma non a cambiare tradendo se stessi, come accade alle persone normali. Coliandro è cambiato così per merito di noi autori, ma anche degli altri personaggi o dei registi. In ogni puntata, in ogni stagione, era diverso, sempre un po' di più, sempre un po' più Coliandro. Pian piano, ci siamo accorti di lati che non pensavamo neanche avesse, per cui io sento, come scrittore, che questo personaggio funziona. Ci sembra, inoltre, che sia una buona chiave per raccontare questa "contemporaneità", le varie criminalità organizzate, ma anche le gag, le contraddizioni del nostro essere italiani. C'è una frase, in una delle puntate precedenti, che secondo me definisce Coliandro: "tu non solo sei meglio di quello che sembri, ma anche meglio di quello che vorresti essere", ecco, io credo che questo sia molto italiano, che questo siano gli italiani. Coliandro è nato con un forte aspetto ironico, è un antieroe, che a noi è servito per raccontare tute le storie del mondo che ci circonda.

Come è cambiato, per Rai Fiction, Coliandro?
P ino Corrias (responsabile fiction): è la serie più divertente che stiamo facendo per Rai Due. Ci terrei a sottolineare l'eccentricità di questo personaggio. Di solito la televisione non maneggia dei prototipi perché, normalmente, segue standard consueti, conformisti, anche per esigenze di offrire un prodotto per il grande pubblico. Coliandro è per un pubblico che, di solito, non guarda tanto la tv, ma guarda di più il satellite, usa di più altri mezzi come internet, in quanto ha strutture narrative e qualità di personaggi che lo rendono compatibile con quel pubblico che, di solito, non si confronta con la fiction tradizionale televisiva. È un antieroe, ma è anche un eroe romantico; fa una fatica enorme a risolvere i casi, salta le regole, è trasandato, dice parolacce, ama le armi, è totalmente non corretto, ma ha anche un cuore buono, crede nella giustizia, ha a che fare con donne di cui si innamora, insomma... un eroe romantico. È tanto importante l'elemento del giallo, ma anche il contorno di questa narrazione: non solo l'Italia oscura della nuova malavita, ma anche l'Italia che non trapela così spesso e cioè quella dei giovani, della provincia, dei centri sociali. Coliandro è una delle poche sfide televisive che racconta di queste persone, di modi di parlare, di vestire, di comportamenti. Tutto questo arricchisce questo racconto. Siamo riusciti a metterci l'ironia e il paradosso, creando un antieroe al quale ci si può affezionare.

Quanto ti riconosci nelle descrizioni fin qui fatte di Coliandro?
G iampaolo Morelli: è un personaggio che ha dei difetti, ma veri. Quando leggo una sceneggiatura, vado sempre a scovare i difetti del mio personaggio perché sono quelli che lo rendono umano. A volte ne trovo alcuni che poi si rivelano pregi e, quindi, si tratta sempre di personaggi belli, intelligenti, intuitivi e allora dici: "...speriamo che ce l'abbia piccolo!"...invece, Coliandro ha difetti reali; è un "coglionazzo", è uno che fa disastri. Lui vorrebbe essere Serpico, con la giacca di pelle e i Ray-Ban, ma invece è un imbranato, è razzista, ha pregiudizi, etc, ma è il più vero della televisione italiana. I poliziotti, per strada, mi fermano e mi dicono che sono identico ai loro colleghi (mai a loro, però!). Ma lui è anche uno pronto a cambiare idea.

Ma Coliandro ha solo difetti?
M anetti Bros: No, ne ha, ma non solo quelli perché la sostanza è quello che fai, non quello che pensi. Coliandro butta giù questi miti, per cui si possono dire cose anche scorrette, ma fare del bene. Lui, come poliziotto, è una persona positiva, integerrima, non farebbe mai male ad un amico. Noi italiani siamo così, sembra che abbiamo mille difetti, ma, in realtà, abbiamo anche tanti pregi! Lui è un personaggio vero e ognuno troverà in lui un pezzo di sé, forse un pezzo del suo lato oscuro. Si, è vero, che attraverso il poliziesco Coliandro racconta la contemporaneità, ma è anche un uomo vero che vive una "favola poliziesca".

Coliandro ha pregiudizi?
L ucarelli: si, ma noi non gliene perdoniamo nessuno! Tutte le volte che fa una cosa, lui sbatte la faccia contro il pregiudizio, è lì poi che accade qualcosa di tremendo e, durante tutta la puntata, lui capisce dove il pregiudizio è tale e come deve cambiare.
A parte Coliandro, qual è il tuo poliziotto preferito?
Morelli: non ho punti di riferimento in particolare. Coliandro mi piace perché si distingue e perché, soprattutto, si rivolge a un pubblico giovane. Io farei un simboletto apposta per Coliandro (come ci sono quelli rossi, verdi e gialli sullo schermo della tv) e cioè fucsia ovvero "genitori solo se accompagnati dai ragazzi", quindi è una cosa che io guarderei e non ho altri punti di riferimento.

Cosa impedisce a Coliandro, che consta di soli 4 episodi, di diventare una serie?
M anetti Bros: È nata così, ci sarà di sicuro una terza serie e, in questi termini, è una serie a tutti gli effetti! Però, è anche vero che se Coliandro diventasse una serie lunga, perderebbe la sua caratteristica. Noi cerchiamo di trattare tutte le puntate come un film, in cui la storia inizia e si conclude; salvo le peculiarità dei personaggi, una storia orizzontale non esiste. Questa, comunque, è una scelta che è stata oggetto di discussione con la rete. Le puntate dovevano essere queste perché questa, secondo noi, è la misura.

Perchè Coliandro piace tanto ai giovani?
M orelli: Piace ai giovani per il linguaggio, che è vero, comune.
Ma perché si usano le parolacce?
Morelli: Fanno parte della vita! Le parolacce uno le deve imparare, soprattutto per capire quando usarle e quando no; tanto esistono e, se noi non gliele facciamo ascoltare in televisione, tanto i ragazzi le impareranno altrove. In questo ringrazio la Rai perché ci permette cose che non sono comuni nel panorama della fiction televisiva.
Coliandro troverà l'amore?
Morelli: gli capiterà di innamorarsi, ma viene sempre mollato e si trova, con le donne, sempre in situazioni molto forti, accade qualcosa, però, finita la cosa, loro si rendono conto di chi hanno di fronte e lui viene, appunto, mollato. Vorrebbe non essere solitario, ma è solo.

Come mai una Miss Italia, che era un po' sparita dalle scene, si ripresenta con questa fiction?
G loria Bellicchi: In realtà il mio inizio è stato dieci anni fa, appunto, con Miss Italia. Poi, ovviamente, ci sono stati molti impegni lavorativi, dalla moda alla televisione anche se la recitazione ha per me avuto sempre un grande appeal; è il settore lavorativo che mi ha attratto sempre di più e speravo che avrei avuto modo di approfondirlo. Mi piace il lato emozionale, ma anche il fatto che un'attrice può interpretare così tanti ruoli. Ho lavorato nella moda, poi in televisione ho fatto la presentatrice per Rete 4, e questa occasione televisiva è arrivata dopo un po' di tempo e mi auguro di avere l'occasione di continuare.
Da martedì 20, sui Rai Due in prima serata, L'ispettore Coliandro.

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