Anno | 2009 |
Genere | Drammatico, Thriller |
Produzione | Romania, Gran Bretagna, Ungheria |
Durata | 82 minuti |
Regia di | Peter Strickland |
Attori | Hilda Péter, Norbert Tankó, László Matray, Roberto Giacomello, Tibor Pálffy Melinda Kántor, Sebastian Marina, Attila Kozma, Enikö Szabó, Zsolt Páll, Florin Vidamski, Fatma Mohamed. |
MYmonetro | 3,00 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 14 dicembre 2016
Il film è stato premiato con l'Orso d'argento al festival di Berlino 2009. Il film è stato premiato al Festival di Berlino, ha vinto un premio ai European Film Awards,
CONSIGLIATO SÌ
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Katalin Varga è costretta ad abbandonare il villaggio in cui vive. Il marito ha da poco appreso che Dobrán, il figlio adolescente che credeva suo, è frutto di uno stupro di cui la moglie non aveva mai avuto il coraggio di parlargli. Ora Katalin parte con Dobrán su un carretto trainato da un cavallo. Al figlio ha detto che si stanno recando dalla nonna che è ammalata. In realtà la donna ha una meta precisa: vuole saldare i conti con quell'episodio atroce.
Peter Strickland, giovanissimo, venne folgorato da Eraserhead. Da quel film nacque la sua voglia di fare cinema. Con Katalin Varga si può dire che abbia realizzato qualcosa di più di un omaggio al suo maestro David Lynch. Ha infatti saputo trovare la giusta cifra stilistica per far quasi percepire con i sensi allo spettatore la rabbia che ribolle sotto l'apparentemente piatta superficie dell'agire della protagonista. Lo ha fatto seminando il film di segni non didascalici e costruendo un'atmosfera di attesa dell'ineluttabile che fa della Natura una testimone e, al contempo, uno degli attori del film. Non a caso siamo nei Carpazi, territorio ideale per vampiri che qui assumono forme biecamente umane assetate di sesso e di violenza bruta.
Strickland è riuscito nella non semplice impresa di realizzare un vero horror in cui non si vede il sangue perché il vero orrore sta nel percepito e non nel mostrato. Tutto questo grazie a una tensione costantemente conservata senza cedimenti sino al finale che forse coglierà qualcuno di sorpresa.
L'opera prima del giovane Peter Strickland piace: il regista inglese dimostra di saper giostrare a dovere la macchina da presa, muovendosi su terreni diversi, con sapienza e occhio, mettendo in scena un dramma di una freddezza profonda, che cresce al crescere dei sentimenti, in una metafora costante che coinvolge mente e corpo. Il viaggio si configura così come uno spostamento non solo fisico, ma [...] Vai alla recensione »
Giovane donna di un villaggio transilvano viene ripudiata dal marito e dalla piccola comunità in cui vive, dopo la scoperta che il figlio di 10 anni è il frutto di una violenza sessuale subita anni prima e tenuta nascosta per vergogna e per sfuggire al facile pregiudizio sociale. Rimasta sola insieme al figlio, intraprende un lungo e faticoso viaggio a bordo di un carro trainato da cavalli [...] Vai alla recensione »
La fenomelogia della Natura come elemento cabalisto dove costruire il proprio (Peter Strickland) linguaggio cinematografico. Una direzione dei lavori encomiabile che porta ad un risultato unico: una pellicola che è la perfetta sintesi, il perfetto sincretismo, tra significato e significante, fusi in una tela che lascia lo spettatore attonito e paralizzato. piccolo capolavoro tout-court.
Chassée par son époux, reniée par les habitants de son village, une jeune femme part sur les routes de Transylvanie avec son fils de dix ans. Ce qui lui a valu l'opprobre des siens se révèlera progressivement et s'est mue par un désir de vengeance que Katalin Varga va tenter de retrouver ceux qui l'ont, il y a onze ans, violée. Le film de Peter Strickland ne se limite pas pourtant au seul désir de [...] Vai alla recensione »