gianleo67
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mercoledì 25 giugno 2014
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la vendetta transilvana del giovane strickland
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Giovane donna di un villaggio transilvano viene ripudiata dal marito e dalla piccola comunità in cui vive, dopo la scoperta che il figlio di 10 anni è il frutto di una violenza sessuale subita anni prima e tenuta nascosta per vergogna e per sfuggire al facile pregiudizio sociale. Rimasta sola insieme al figlio, intraprende un lungo e faticoso viaggio a bordo di un carro trainato da cavalli attraverso la campagna rumena alla ricerca dei suoi violentatori, per chiudere definitivamente i conti con il passato e ricominciare una nuova vita con il marito. La tragedia tuttavia, incombe minacciosa.
Opera prima del quarantenne regista inglese Peter Strickland e autoprodotta a basso budget grazie al lascito di uno zio, è un dramma intimistico che si dispiega come un thriller psicologico attraversato dalle latenti tensioni sociali di una remota regione transilvana sospesa tra modernità e arcaismo, laddove vigono le regole non scritte di una società patriarcale legata alla sottomissione della donna ed ai codici di una spietata vendetta familiare.
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Giovane donna di un villaggio transilvano viene ripudiata dal marito e dalla piccola comunità in cui vive, dopo la scoperta che il figlio di 10 anni è il frutto di una violenza sessuale subita anni prima e tenuta nascosta per vergogna e per sfuggire al facile pregiudizio sociale. Rimasta sola insieme al figlio, intraprende un lungo e faticoso viaggio a bordo di un carro trainato da cavalli attraverso la campagna rumena alla ricerca dei suoi violentatori, per chiudere definitivamente i conti con il passato e ricominciare una nuova vita con il marito. La tragedia tuttavia, incombe minacciosa.
Opera prima del quarantenne regista inglese Peter Strickland e autoprodotta a basso budget grazie al lascito di uno zio, è un dramma intimistico che si dispiega come un thriller psicologico attraversato dalle latenti tensioni sociali di una remota regione transilvana sospesa tra modernità e arcaismo, laddove vigono le regole non scritte di una società patriarcale legata alla sottomissione della donna ed ai codici di una spietata vendetta familiare. Con una sorprendente congruenza del registro narrativo, sospeso tra i simbolismi di una indefinita angoscia personale e sociale (il bosco, le luci di auto nella sera, le minacciose alture dei Carpazi immersi nella bruma) ed il realismo di una storia tragica di violenza e di vendetta, il giovane Strickland ci precipita nel vortice di una pulsione (auto)distruttiva che si alimenta delle suggestioni di un paesaggio letterario caro alla tradizione britannica (il viaggio nel carro attraverso le valli transilvane, la diffidenza dei villici nell'accogliere i viandanti, gli elementi allegorici di una natura selvaggia e ostile richiamano alla mente il resocondo diaristico del giovane Archer che l'autore dimostra di ricordare benissimo) e degli oscuri codici di una comunicazione non verbale che insinua il sospetto di un misterioso dramma sociale senza rivelarlo apertamente, ma fornedone lungo il cammino gli indizi di una tensione che cresce gradualmente fino alla drammatica esplosione finale. Benchè sia più riuscito sul versante iconografico e figurativo di quanto non lo sia su quello dei dialoghi e della messa in scena e contando su una fotografia che ci restituisce l'incanto ed il mistero di un paesaggio quasi favolistico, si ravvisa un limine nel respiro narrativo che predilige soluzioni finali che indugiano al melodramma piuttosto che al grand guignol, rischiando così di vanificare il certosino lavoro nella costruzione della tensione che attraversa tutto il film come un malsano brivido di morte. Da menzionare le splendide partiture di un registro musicale che ricorda le ossessioni barocche di Werner Herzog (Nosferatu: Phantom der Nacht - 1979) e le sibilline litanie di filastrocche popolari che ripropongono le oscure trame di una crudele violenza predatoria. Bellissima e magnetica la presenza scenica della Katalin Varga di Hilda Peter e meritato Orso d'Argento al Festival di Berlino per il già citato contributo musicale.
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guidobaldo maria riccardelli
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venerdì 22 aprile 2016
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il viaggio come vendetta e scoperta
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L'opera prima del giovane Peter Strickland piace: il regista inglese dimostra di saper giostrare a dovere la macchina da presa, muovendosi su terreni diversi, con sapienza e occhio, mettendo in scena un dramma di una freddezza profonda, che cresce al crescere dei sentimenti, in una metafora costante che coinvolge mente e corpo.
Il viaggio si configura così come uno spostamento non solo fisico, ma una maturazione ed una consapevolezza della tragedia, via via sempre più tangibile, assente alla vista ma onnipresente nell'opera, fino alla sua descrizione, cruda e vivida, ben più potente di una sua eventuale raffigurazione per immagini.
Strickland opta per un pesante uso della macchina a spalla, nervosa e frenetica nel testimoniare il costante travaglio, restituendo un'ansia potente celata però sotto una coltre di apparenza distaccata.
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L'opera prima del giovane Peter Strickland piace: il regista inglese dimostra di saper giostrare a dovere la macchina da presa, muovendosi su terreni diversi, con sapienza e occhio, mettendo in scena un dramma di una freddezza profonda, che cresce al crescere dei sentimenti, in una metafora costante che coinvolge mente e corpo.
Il viaggio si configura così come uno spostamento non solo fisico, ma una maturazione ed una consapevolezza della tragedia, via via sempre più tangibile, assente alla vista ma onnipresente nell'opera, fino alla sua descrizione, cruda e vivida, ben più potente di una sua eventuale raffigurazione per immagini.
Strickland opta per un pesante uso della macchina a spalla, nervosa e frenetica nel testimoniare il costante travaglio, restituendo un'ansia potente celata però sotto una coltre di apparenza distaccata. L'uso delle musiche è azzeccato, specie la scelta di inserire motivi popolari, volti ad immergere in un'atmosfera misteriosa, fatta di superstizioni e timori, leggende e luoghi comuni.
Pellicola di sensazioni più che di dialoghi, comunque taglienti e calzanti.
In parte il cast, dove la protagonista Péter Hilda brilla per profondità e trasporto.
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