sandro22
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giovedì 26 aprile 2012
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strepitoso
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Bella storia e ottima interpretazione specialmete quella dei due bambini. La purezza e l'ingenuà dei bambini fa riflettere, specialmente in contrasto con l'orrore prodotto dagli adulti. Da far vedere ai bambini di oggi
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annu83
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venerdì 30 marzo 2012
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olocausto a righe
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Allora, passiamo alle impressioni personali... film secondo me bellissimo, toccante e coinvolgente, a tratti un vero pugno nello stomaco, se non altro per alcuni dialoghi come quelli citati sopra, che non aggiungono nulla di nuovo alla situazione che già si conosce, ma che comunque hanno sempre un certo effetto! Il fatto che il punto di osservazione sia quello di un bambino di 8 anni, non preclude certo alla conoscenza, ma per lo meno rende il tutto un po' più velato, più digeribile ma a volte anche un po' più indisponente. A volte sembra che la realtà sia forzatamente ignorata, ma sicuramente a uno sguardo più consapevole questa impressione cade, in fondo il protagonista ha soli 8 anni, e non è certo età per bilanci familiari e per giudizi sulla società contemporanea.
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Allora, passiamo alle impressioni personali... film secondo me bellissimo, toccante e coinvolgente, a tratti un vero pugno nello stomaco, se non altro per alcuni dialoghi come quelli citati sopra, che non aggiungono nulla di nuovo alla situazione che già si conosce, ma che comunque hanno sempre un certo effetto! Il fatto che il punto di osservazione sia quello di un bambino di 8 anni, non preclude certo alla conoscenza, ma per lo meno rende il tutto un po' più velato, più digeribile ma a volte anche un po' più indisponente. A volte sembra che la realtà sia forzatamente ignorata, ma sicuramente a uno sguardo più consapevole questa impressione cade, in fondo il protagonista ha soli 8 anni, e non è certo età per bilanci familiari e per giudizi sulla società contemporanea.
Ottimi interpreti, due schieramenti opposti che si avvicinano e si allontanano continuamente nel tentativo di sfiorarsi e di cambiare le cose, ognuno dal proprio verso. Unica pecca: la mamma del comandante! Credevo e speravo che potesse avere un ruolo da protagionista nella crescita culturale e psicologica, nonchè nella consapevolezza, di Bruno, ma purtroppo viene sempre tenuta ai margini della vicenda.
Un film forte, di impatto, assolutamente da vedere!
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tiamaster
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domenica 5 febbraio 2012
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forzatissimo.....non credibile.
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Questo film non fà vedere l'ingenuita dei bambini....spaccia i bambini per stupidi.Perchè il bambino ebreo dovrebbe invitare il bambino tedesco a venire insieme a lui nel campo di concentramento se sà che li dentro è un posto orrendo dove uccidono la gente???per non parlare del fatto che stà tutto il tempo vicino al confine del campo...nela realtà la gente veniva fatta lavorare fino alla morte dalla mattina alla sera fino alla morte (che tristezza...che cattiveria...),ma il bambino sempre in salute e sempre lì a parlare con il bimbo tedesco....forzatissimo e non credibile.
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(di critichetti)
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sergio65
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venerdì 30 dicembre 2011
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se i bambini governassero il mondo...
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Uno dei migliori film sull'Olocausto, al quale si perdona anche qualche inverosimiglianza a fini narrativi (un bambino di otto anni che da solo e in pochi minuti scava con una vanga un passaggio sotto la recinzione di un lager senza essere visto da nessuno, la soppressione degli Ebrei prigionieri col gas decisa giusto mentre Bruno si introduce di nascosto nel campo, e così via). La storia narrata ed il suo straziante finale lasciano nello spettatore uno strano impasto di sentimenti contrastanti. Il dolore per la morte orribile dei due bambini e degli sventurati Ebrei internati, la tenerezza per l'innocenza del piccolo Bruno che per amicizia va incontro alla fine senza capirlo, perfino una punta di maligna soddisfazione per l'ufficiale che, convinto propugnatore (ed esecutore!) delle deliranti teorie naziste, perde il figlioletto ucciso dalla stessa ferocia di quel diabolico sistema e prova così lo stesso dolore delle sue vittime.
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Uno dei migliori film sull'Olocausto, al quale si perdona anche qualche inverosimiglianza a fini narrativi (un bambino di otto anni che da solo e in pochi minuti scava con una vanga un passaggio sotto la recinzione di un lager senza essere visto da nessuno, la soppressione degli Ebrei prigionieri col gas decisa giusto mentre Bruno si introduce di nascosto nel campo, e così via). La storia narrata ed il suo straziante finale lasciano nello spettatore uno strano impasto di sentimenti contrastanti. Il dolore per la morte orribile dei due bambini e degli sventurati Ebrei internati, la tenerezza per l'innocenza del piccolo Bruno che per amicizia va incontro alla fine senza capirlo, perfino una punta di maligna soddisfazione per l'ufficiale che, convinto propugnatore (ed esecutore!) delle deliranti teorie naziste, perde il figlioletto ucciso dalla stessa ferocia di quel diabolico sistema e prova così lo stesso dolore delle sue vittime. Sullo sfondo dell'orrore che permea tutta la vicenda e che si materializza di tanto in tanto nel fumo nero e nella "puzza" che emana dai crematori, il film offre anche alcuni ritratti psicologici complessi: la sorella dodicenne di Bruno sulla quale la propaganda nazista ha attecchito facilmente, che prova già attrazione per il giovane tenente, sintomo di un Male che sta già precocemente germogliando dentro di lei; la moglie dell'ufficiale, sconvolta quando apprende la verità su quanto accadeva realmente nei "campi di lavoro", che pone molti interrogativi su come i regimi più disumani possono mantenere il potere; la figura del tenente che, umiliato dalla diserzione del padre, sfoga la sua frustrazioritne con atti di gratuita e barbara violenza contro i più deboli di lui, altra dimostrazione di meschinità umana e, inviato poi al fronte, resta lui stesso schiacciato dalla stessa mostruosa ed inumana macchina di cui era solo un piccolo ingranaggio. Il film l'ho visto con le mie figlie, una (che ha nove anni) mi faceva domande ed io le spiegavo alcune scene. Alla fine è andata a dormire senza fare commenti, ma ha sentito il bisogno di abbracciarmi. Questo vorrà dire qualcosa...
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toty bottalla
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venerdì 2 dicembre 2011
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la tenerezza nell'inferno!
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Un'altra storia della pagina più vergognosa e terrificante dell'umanità, HERMAN racconta la storia tenera dell'innocenza di due bambini ai poli opposti che la favola del racconto riunisce con troppa facilità, HERMAN inoltre ci risparmia quasi del tutto la vera crudeltà degli eventi, trascinando tutto su un piano psicologico. Saluti.
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kunez
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lunedì 4 aprile 2011
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bello... davvero
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Triste ma ben fatto....
Una sola aprecisazione: lo sterminio delgi ebrei non fu un Olocausto.
Un Olocausto è un sacrificio a Dio..... :-|
Quindi....
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irontato
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giovedì 24 febbraio 2011
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toccante
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Toccante ma con una sceneggiatura cosi forse si poteva fare meglio.Il finale agghiacciante salva tutto il film.
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giuli18
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venerdì 4 febbraio 2011
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l'innocenza dell'amicizia
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Un film ben fatto, senza eccessi e senza sbavature. Ovviamente non è molto realista, i prigionieri erano tenuti sotto stretto controllo e non potevano certo avvicinarsi estranei nei dintorni del campo, ma non è questa l'intenzione del film. Esso vuole narrare l'innocente amicizia di due bambini: uno ha la "colpa" di essere ebreo, l'altro il "merito" di essere tedesco. Sarà proprio tale amicizia a portare ad una tragica fine la vita di entrambi. Un agghiacciante ritratto di un pezzo di storia che NON deve essere dimenticata affinchè non si ripeta mai più.
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cristinel
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venerdì 4 febbraio 2011
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bellissimo!
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visto e rivisto... bellissimo davvero, non ho parole!
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muffin450
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giovedì 16 dicembre 2010
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appena visto..
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..un capolavoro..! un film che resta per sempre, consigliatissimo a tutti!
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