elena
|
mercoledì 13 febbraio 2008
|
la tragedia della coscienza
|
|
|
|
Un buon prodotto interessante ed appassionante ma soprattutto ben recitato.Il popolo del cinema ormai si è abituato alle musichette di sottofondo e ad una fotografia eccellente che supplisce alla mancanza di attori capaci o ancor peggio di una storia da raccontare.Sogni e delitti è un film intelligente e privo di fronzoli con due "sfigati" e bravissimi protagonisti e molti collegamenti sottintesi alla tregedia greca al problema della colpa all'infrangimento dell ordine cosmico e al suo necessario ristabilirsi attraverso una non compiuta espiazione.Apprezzabile perchè con uno schema ormai collaudato da woody allen trasmette il peso della colpa e dell'omicidio senza ricorrere alle solite e deliberate scene di violenza.
[+]
Un buon prodotto interessante ed appassionante ma soprattutto ben recitato.Il popolo del cinema ormai si è abituato alle musichette di sottofondo e ad una fotografia eccellente che supplisce alla mancanza di attori capaci o ancor peggio di una storia da raccontare.Sogni e delitti è un film intelligente e privo di fronzoli con due "sfigati" e bravissimi protagonisti e molti collegamenti sottintesi alla tregedia greca al problema della colpa all'infrangimento dell ordine cosmico e al suo necessario ristabilirsi attraverso una non compiuta espiazione.Apprezzabile perchè con uno schema ormai collaudato da woody allen trasmette il peso della colpa e dell'omicidio senza ricorrere alle solite e deliberate scene di violenza.Certo mi rimane da pensare che le produzioni cinematografiche italiane potrebbero evitare di partorire questi titoli alternativi fuorvianti e banali quando una traduzione letterale basta e avanza e che il film risenta nel suo complesso un po' troppo di quel "piccolo" capolavoro che è Match Point.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a elena »
[ - ] lascia un commento a elena »
|
|
d'accordo? |
|
simoo
|
giovedì 7 maggio 2009
|
gioco di confine
|
|
|
|
In scena, le grandi debolezze dell'uomo. Il vivere che è in realtà un non vivere: nel fratello meccanico l'evidente incapacità di affrontare se stessi che trova conforto nel gioco e nell'alcol, nell'ambizioso aspirante ristoratore, l'eterno senso di insoddisfazione per una vita che non sente sua. Entrambi superano il confine, scendendo a patto col diavolo pur di risalire, il primo, dalla valanga di debiti, il secondo nella scala sociale....... Il prezzo da pagare per certe scelte è espresso dalla simbologia di quella barca, che ad inizio scena, col vento in poppa viaggia libera..sul finale, ormeggiata e solitaria sembra aver perso la sua natura.
|
|
[+] lascia un commento a simoo »
[ - ] lascia un commento a simoo »
|
|
d'accordo? |
|
eugenio
|
sabato 6 luglio 2013
|
il sogno di cassandra
|
|
|
|
Terzo film di ambientazione britannica, Sogni e delitti, costituisce la conclusione dell’ideale trilogia dedicata alla colpa e alla difficile convivenza col rimorso conseguente a un delitto che aveva reso famoso il regista americano Woody Allen con Match Point e Scoop. Tuttavia, mentre le precedenti pellicole trattavano con originali tocchi di drammaticità la tematica del fato che si divertiva a torturare innocenti esistenze in una girandola di eventi assurdi dai risvolti imprevedibili (vedi il classico Delitto senza castigo di Match Point), questo terzo capitolo si mostra stanco e fittizio, quasi un fuoco fatuo privo di spessore narrativo.
[+]
Terzo film di ambientazione britannica, Sogni e delitti, costituisce la conclusione dell’ideale trilogia dedicata alla colpa e alla difficile convivenza col rimorso conseguente a un delitto che aveva reso famoso il regista americano Woody Allen con Match Point e Scoop. Tuttavia, mentre le precedenti pellicole trattavano con originali tocchi di drammaticità la tematica del fato che si divertiva a torturare innocenti esistenze in una girandola di eventi assurdi dai risvolti imprevedibili (vedi il classico Delitto senza castigo di Match Point), questo terzo capitolo si mostra stanco e fittizio, quasi un fuoco fatuo privo di spessore narrativo.
I protagonisti sono due spiantati fratelli: Terry (Colin Farrell), di professione meccanico,giocatore e biscazziere incallito amante del rischio e per questo indebitato fino al collo con usurai e strozzini per via di puntate non certamente felici all’ippodromo e Ian (Ewan Mc Gregor), ingenuo ragazzotto innamoratosi di un’attricetta alla quale, per quella strana caratteristica che contraddistingue il maschio da duemila anni a questa parte, ha promesso mare e monti (a ragion non veduta) fingendosi ricco imprenditore nel settore alberghiero. Entrambi in crisi economica e impossibilitati a chiedere ausilio ai genitori, si appellano ai saggi consigli del ricco zio d’America Howard (Wilkinson) il quale da riuscito uomo d’affari, non negherà il sussidio al parentado. Con una piccola clausola: l’eliminazione di un suo ex amico professore, Martin Burns, divenuto oramai troppo pericoloso in quanto intenzionato a rivelare gli scomodi traffici che reggono l’attività imprenditoriale di Howard.
Family is family, blood is blood , inglesizzazione del nostrano motto “I panni sporcano si lavano in famiglia”, queste le perentorie parole di Howard utilizzate per smuovere le titubanze dei due fratelli che si lasceranno convincere a perpetrare l’infame gesto pur di salvare la propria apparenza perbenista di facciata dinanzi agli occhi delle loro fidanzate. Qualche esercitazione con la pistola, un piano avventato e falliti tentativi iniziali costituiranno la base verso la metamorfosi a spietati assassini di due ingenui ragazzi la cui colpa fondamentale risiede nella tracotanza, ingordigia e menzogna, peccati che li trascineranno verso un abisso senza fondo.
Film cupo e dai toni di tragedia epica (il titolo originale è infatti Cassandra’s dream dalla figura mitologica greca di Cassandra, sacerdotessa della preveggenza, nome della barca a vela dei due fratelli) Sogni e delitti si presenta interessante nella prima lunga parte dedicata alla gestazione del delitto e alla caratterizzazione dei profili psicologici dei protagonisti per poi declinare in un’ infelice seconda strettamente cinica e convenzionale. Battute banali, scambi di opinioni tra coppie che nulla hanno a che fare con Io e Annie, scampoli di tensione poco efficaci, non riescono a convincere e l’opinione finale è una grande “pupazzata” innaturale che rivela solo in parte l’intento del regista.
Il tema della casualità del destino che irrompe nelle vite sembra suggerire Allen, è figlio della disfatta della stessa esistenza i cui artefici sono gli uomini stessi incapaci di mantenere un rapporto consolidato senza nascondersi dietro un paravento di bugie e imbrogli. Anche le donne hanno pero’ la loro responsabilità: cieche dinanzi all’evidente disfatta del caro fidanzato, preferiscono le serate al ristorante e i balli all’evidenza di un destino irrimediabilmente segnato e senza ritorno. L’aura nichilista di fondo sembra appartenere all’Allen che tutti conosciamo quello di Ombre e nebbia, di Manhattan ma il substrato è così nascosto che fatica a tornare alla superficie rimanendo confinato nei clichè di un giallo dagli evidenti risvolti onirici. Sarà mica un caso che dopo questa pellicola, il buon Woody sia tornato a dirigere commedie romantiche (ultima delle quali la discreta To Rome with love)?
[-]
|
|
[+] lascia un commento a eugenio »
[ - ] lascia un commento a eugenio »
|
|
d'accordo? |
|
farruggio
|
venerdì 15 febbraio 2008
|
what's up allen
|
|
|
|
Il terzo episodio della trilogia 'London's life' del maestro Woody Allen è sicuramente il meno riuscito e accostandolo ad un aggettivo lo definirei 'sciatto'.è però un errore che fanno in molti quello di associare il film a Match point, e quindi giudicarlo rispetto a quest'ultimo sulla base delle tematiche e dei discorsi sull'arrampicamento sociale."Sogni e delitti" è un noir che vive di una propria dialettica con personaggi e situazioni che veramente poco hanno a che fare con Chris e l'Upper class londinese. Deve essere quindi giudicato senza tener conto del 'fantasma' di Match point.
Allen questa volta indovina il soggetto ma pecca decisamente nella sceneggiatura e nei dialoghi,portandoli su un piano davvero banale e scontato privi di quella brillantezza con cui spesso ci delizia.
[+]
Il terzo episodio della trilogia 'London's life' del maestro Woody Allen è sicuramente il meno riuscito e accostandolo ad un aggettivo lo definirei 'sciatto'.è però un errore che fanno in molti quello di associare il film a Match point, e quindi giudicarlo rispetto a quest'ultimo sulla base delle tematiche e dei discorsi sull'arrampicamento sociale."Sogni e delitti" è un noir che vive di una propria dialettica con personaggi e situazioni che veramente poco hanno a che fare con Chris e l'Upper class londinese. Deve essere quindi giudicato senza tener conto del 'fantasma' di Match point.
Allen questa volta indovina il soggetto ma pecca decisamente nella sceneggiatura e nei dialoghi,portandoli su un piano davvero banale e scontato privi di quella brillantezza con cui spesso ci delizia. Mal costruito anche il rapporto tra Ian e l'attricetta: a partire dal loro primo 'meeting road' veramente scolastico e quasi assurdo consumato sotto gli occhi 'cechi' della cameriera-fidanzata di Ian, e proseguendo poi con le goffe reazioni-non reazioni di lui di fronte agli ambigui incontri dell'audace Angela con i suoi corteggiatori.
Dovrebbe essere un ruolo fondamentale quello dello zio, e lo è se pensiamo a come cambiano le dinamiche filmiche in relazione alle sue richieste di omicidio, ma poi?? Non lo vediamo più e abbandona lo schermo come un personaggio di secondo piano; ci rimane solo il ricordo di uno zio venuto da lontano a provocare fraticidii.Un passaggio chiave che poi cade nell'ombra.
Pessima e sicuramente fuori ruolo la prova dei 'bros' Terry(Colin Farrell) e Ian(Ewan McGregor),che non aiutano di certo la riuscita del film.
Veramente di ottimo gusto cinematografico la scena sotto la pioggia dello zio+nipoti; così come la scelta da parte di Allen di rappresentare gli omicidi con pudicità e classe senza far vedere sangue o corpi morenti riuscendo a tenere comunque alta la tensione filmica.
Eccellente la fotografia e l’ uso della musica mai invadente e inserita in momenti giusti.
Da vedere senza troppe aspettative.
[-]
[+] ti sbagli di grosso !!!
(di allan woody)
[ - ] ti sbagli di grosso !!!
|
|
[+] lascia un commento a farruggio »
[ - ] lascia un commento a farruggio »
|
|
d'accordo? |
|
darjus
|
mercoledì 20 febbraio 2008
|
il rimorso: giudice inflessibile e forcaiolo
|
|
|
|
Diciamolo subito: niente di nuovo sotto l’algido sole di Londra. Rilevata l’indubbia pochezza del soggetto di Allen, non possiamo non sottolinearne l’abile e acuta messa in scena. La vertigine autodistruttiva in cui si gettano Ian e Terry (bravi McGregor e Farrell, anche se quest’ultimo è spesso sopra le righe) ha il fascino indiscreto e moraleggiante di una tragedia greca che insegna la vita. Come ci ha già abituati in diverse occasioni, Allen dimostra di sapere leggere e raccontare l’animo umano in tutta la sua debolezza e meschinità ed è davvero difficile non farsi trasportare da un’ipotetica identificazione: che avrei fatto al posto loro? Niente di nuovo, dicevamo, perché l’ambizione e il cinismo sono antichi come il mondo, ma ad oggi dilagano con facilità in una società che impone sempre di conquistare e arrampicare, e perché, come ricordava spesso Fritz Lang tanti anni fa, il rimorso è sempre il giudice più inflessibile.
[+]
Diciamolo subito: niente di nuovo sotto l’algido sole di Londra. Rilevata l’indubbia pochezza del soggetto di Allen, non possiamo non sottolinearne l’abile e acuta messa in scena. La vertigine autodistruttiva in cui si gettano Ian e Terry (bravi McGregor e Farrell, anche se quest’ultimo è spesso sopra le righe) ha il fascino indiscreto e moraleggiante di una tragedia greca che insegna la vita. Come ci ha già abituati in diverse occasioni, Allen dimostra di sapere leggere e raccontare l’animo umano in tutta la sua debolezza e meschinità ed è davvero difficile non farsi trasportare da un’ipotetica identificazione: che avrei fatto al posto loro? Niente di nuovo, dicevamo, perché l’ambizione e il cinismo sono antichi come il mondo, ma ad oggi dilagano con facilità in una società che impone sempre di conquistare e arrampicare, e perché, come ricordava spesso Fritz Lang tanti anni fa, il rimorso è sempre il giudice più inflessibile. Indovinate le inquietanti musiche di Philip Glass. Inspiegabilmente assurdo il titolo italiano. ***
[-]
|
|
[+] lascia un commento a darjus »
[ - ] lascia un commento a darjus »
|
|
d'accordo? |
|
giancarloprincipe
|
domenica 1 marzo 2009
|
ma come si fa a ridursi a fare film cosi' brutti?
|
|
|
|
parlare di woody allen, dei suoi film da "woody allen" e descrivere un film come sogni e delitti, mi lascia in una condizione di giudizio difficile.
Come puo' l'autore, l'interprete di meravigliosi film, aver creato un orrore come questo film?
la trama avvicinata a delitto e castigo da alcuni, trovo che sia triste, diseducativa anche per un pubblico giovane, e addirittura fastidiosa.
Ad un certo punto volevo alzarmi ed andare via, ma la mia compagna voleva vedere dove poteva andare a finire una storia ocme questa.
la fine ancora piu' brutta, insulsa ed inutile, scelta e girata coem se alla fine non sapesse come farla finire.
che senso ha avuro questo film?
cosa ha detto?
cosa ha lasciato aigli spettatori?
a voi le risposte
[+] lascia la riflessione sulla società
(di francesca romana cerri)
[ - ] lascia la riflessione sulla società
|
|
[+] lascia un commento a giancarloprincipe »
[ - ] lascia un commento a giancarloprincipe »
|
|
d'accordo? |
|
andyflash77
|
martedì 31 luglio 2012
|
brillante noir di woody allen
|
|
|
|
Ian e Terry sono due fratelli che hanno debiti e sogni al di fuori della loro possibilità di pagamento.
Lo zio ricco sembra dapprima la chiave per accedere alla risoluzione se non facile, almeno possibile dei loro immediati problemi, ma poi si rivela per quello che realmente è: l’amplificatore involontario delle loro difficoltà, alle quali aggiungerà un conflitto di coscienza niente affatto facile da risolvere.
La cosiddetta trilogia londinese di Woody Allen ha in realtà un antenato assai precedente al trasloco europeo del maestro di New York, il lontano ed insuperato Crimini e Misfatti, ambientato in una New York gelida e cinica, il cui portato emotivo risulterà tale da indurre il suo creatore, negli anni successivi, a correggere il tiro e a diluirne i contenuti in altri film.
[+]
Ian e Terry sono due fratelli che hanno debiti e sogni al di fuori della loro possibilità di pagamento.
Lo zio ricco sembra dapprima la chiave per accedere alla risoluzione se non facile, almeno possibile dei loro immediati problemi, ma poi si rivela per quello che realmente è: l’amplificatore involontario delle loro difficoltà, alle quali aggiungerà un conflitto di coscienza niente affatto facile da risolvere.
La cosiddetta trilogia londinese di Woody Allen ha in realtà un antenato assai precedente al trasloco europeo del maestro di New York, il lontano ed insuperato Crimini e Misfatti, ambientato in una New York gelida e cinica, il cui portato emotivo risulterà tale da indurre il suo creatore, negli anni successivi, a correggere il tiro e a diluirne i contenuti in altri film.
Nel capolavoro del 1989, il protagonista Judah Rosenthal, un bravissimo Martin Landau, ad un certo punto riassume in una sola frase l’inizio delle speculazioni su colpa ed espiazione che ancora oggi si dibattono nella mente e nel cuore del maestro newyorkese: “Dio è un lusso che non mi posso permettere”. Match Point, affronta da un’angolazione trasversale il problema e ci mostra l’evoluzione del pensiero di Allen, in cui la fortuna a volte può consentire una fuga dalla colpa o peggio dall’espiazione che a questa, almeno in passato, sembrava indissolubilmente legata. Inoltre il film ha dalla sua una buonissima interpretazione del Jonathan Rhys Meyers, che aveva in precedenza tratteggiato altrettanto bene un ambiguo David Bowie, il cui fantasma senza nome infestava la bellissima pellicola di Todd Haynes, Velvet Goldmine. Mentre Scoop, seppur più debole, può annoverare una delle più riuscite macchiette dell’ultimo periodo del Woody Allen attore, il truffatore Splendini, e qui la tematica risulta un tantino più annacquata se non a tratti anche buonista. Ma ecco che con questo Cassandra’s Dream Allen sembra voler ritornare alle origini del dibattimento morale che ancora oggi pare opprimerlo.
I due fratelli rappresentano sin da subito le due facce del conflitto del loro creatore: uno appare vacuo e pericolosamente amorale, per questo destinato al perseguimento del proprio tornaconto a tutti i costi, mentre l’altro, vizioso e terribilmente distruttivo, darà il via alla vera tragedia. Tutti e due hanno un punto debole, i sogni che non possono realizzare e la loro dipendenza da essi. Gli auspici sono dei peggiori fin dall’inizio, del resto chi mai comprerebbe una barca dal funesto nome di Cassandra’s dream? La mitologia greca è un altro degli amori di Allen, egli dissemina con passione in molti suoi film citazioni e ammiccamenti, anche divertenti, quando non usati a monito della direzione drammatica del pensiero del regista. E se un coro greco che racconta le gesta di Edipo in chiave contemporanea può esser considerato un aggiornamento divertente, certo con Cassandra c’è poco da stare allegri. Stavolta la citazione scelta da Allen è di quelle funeste, e come Cassandra anche lo spettatore che capisce da subito come finirà la storia, si sente inascoltato e soffrirà non poco della sua chiara visione dell’epilogo che aspetta i due ingenui fratelli.
Gli attori sono come sempre perfettamente diretti e nella parte, in maniera mai vista altrove nel caso del vacuo Ewan McGregor, e in precedenza soltanto intuito come possibile in quello di Colin Farrell.
Ma se spesso in altre occasioni Allen riusciva ad inquietare e contemporaneamente incantare lo spettatore, a volte con piccole tracce lasciate cadere qua e là, ad indicare i sentimenti nascosti nel racconto, in questo nuovo lavoro si avverte una freddezza di fondo che alla fine lascia poco coinvolti. Se è vero che la bellissima colonna sonora di Philip Glass sottolinea da subito la reale direzione del film, e che la fotografia gelida, il cui capolavoro è l’inquadratura finale, regala tutti i brividi che la trama suggerisce solamente, è nello scarso coinvolgimento dell’autore che emergono i dubbi sul vero intento della narrazione. Allen vuole certo sottolineare il pericolo della deriva morale data dall’impossibilità di sfuggire ai propri peccati, ma il tutto risente di una stanchezza di fondo, come se alla fine anche il regista si chiedesse il motivo di tanto accanirsi a raccontare dilemmi mai risolti e solo per questo sempre attuali.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a andyflash77 »
[ - ] lascia un commento a andyflash77 »
|
|
d'accordo? |
|
fedeleto
|
martedì 5 febbraio 2013
|
allen noir
|
|
|
|
In una londra cupa e poco affolata,i fratelli Ian e Terry vivono di espedienti,il primo e' un dongiovanni ambizioso che fa l'uomo di classe con le macchine su cui lavora il fratello in officina,e il secondo ha il vizio del gioco.Finiscono per non avere piu' un soldo,ma lo zio ricco gli dara' una mano,a patto che loro decidano di uccidere una persona per conto di quest'ultimo.Dopo un netto rifiuto accettano,ma se ora si presentasse un confine dal quale non ci fosse piu' un ritorno?Sono piu' importanti i sogni o i delitti?Woody Allen(melinda e melinda,accordi e disaccordi) dopo l'eccellente Thriller Match Point ,torna alle atmosfere noir e ne esce una pellicola piena di signicati e temi.
[+]
In una londra cupa e poco affolata,i fratelli Ian e Terry vivono di espedienti,il primo e' un dongiovanni ambizioso che fa l'uomo di classe con le macchine su cui lavora il fratello in officina,e il secondo ha il vizio del gioco.Finiscono per non avere piu' un soldo,ma lo zio ricco gli dara' una mano,a patto che loro decidano di uccidere una persona per conto di quest'ultimo.Dopo un netto rifiuto accettano,ma se ora si presentasse un confine dal quale non ci fosse piu' un ritorno?Sono piu' importanti i sogni o i delitti?Woody Allen(melinda e melinda,accordi e disaccordi) dopo l'eccellente Thriller Match Point ,torna alle atmosfere noir e ne esce una pellicola piena di signicati e temi.Il centro della storia e' il fato,coronato dai sogni dei protagonisti,l'inizio del film vede i due fratelli ansiosi di comprare una barca che chiamano appunto cassandra(non a caso il titolo originale del film e' Cassandra's Dream) da li' inizia il sogno,il desiderio di spaziare ,viaggiare alla ricerca del successo ,e metaforicamente e' come se la barca li conducesse su questa direzione.Da quel momento la loro vita cambia,Ian conosce una donna stupenda e perversa,e Terry invece viene divorato dai debiti.L'unico mezzo per realizzare i sogni dei due e' un delitto su commisione.Dunque il fato agisce,linearmente infatti la storia prosegue con un rituale chiaro,o la morte nostra o di qualcun altro,l'egoismo impera e domina i fili del destino,per il sogno si compie un delitto.La scena del delitto e' estremamente interessante.Si svolge di notte (sembra quasi un viaggio nell'inconscio),i due seguono la povera vittima per poi appunto sparargli.L'omicidio non si vede,proprio perche' l'atto in se rompe questa linearita',essi parlano spesso di come ucciderlo ma l'argomento non vuole mai essere concluso come se per loro tale discorso fosse tabu'.Inoltre ricordiamo che fin dall'inizio il fato agisce,Terry e' un giocatore,perde e vince,non ha altra scelta,quando di trova a perdere soldi,perde appunto l'avere,ma con l'omicidio capisce di aver perso l'essere,ovvero la sua identita' e la sua moralita',cio' lo rende vulnerabile e depresso.Ian invece vede solo l'avere,il possedere,la sua donna egli l'ama perche' e' perversa e strana,non vede qualita' in lei ma solo desiderio e sogno.In sostanza ,il film diventa un percorso verso l'abbandono dell'essere e dell'avere.Non e' escluso comunque che in realta' non possa essere tutto un sogno,il fatto che Terry si svegli sempre lo potrebbe far intendere.Un piccolo gioiello di Allen,Colin farrel convincente nella parte dell'esaurito,e Ian nella parte dell'arrivista.Bellissima Haley Atwell nella parte di mangiatrice di uomini.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a fedeleto »
[ - ] lascia un commento a fedeleto »
|
|
d'accordo? |
|
francesca romana cerri
|
venerdì 6 dicembre 2013
|
la battaglia con la coscienza
|
|
|
|
Un film concertato benissimo, al solito il regista sà passare da un genere all'altro risultando coerente, granitico nelle sceneggiature, nel montaggio, nella scelta degli interpreti e nella perfetta recitazione. Il tema è molto interessante, due fratelli con una vita difficile dal punto di vista economico, accettano per motivi diversi di effettuare un delitto commissionato dallo loro Zio miliardario. Lo zio deve eliminare un testimone che, se si andrà al processo, lo butterà in galera per il resto dei giorni. Comincia il thriller veramente da qui. Se i due effettuano il delitto, lo zio li aiuterà finanziariamente: la loro vita è risolta sul piano economico e potranno rincorrere i loro sogni, se non accettano sarà molto difficile per loro superare le difficoltà pratiche.
[+]
Un film concertato benissimo, al solito il regista sà passare da un genere all'altro risultando coerente, granitico nelle sceneggiature, nel montaggio, nella scelta degli interpreti e nella perfetta recitazione. Il tema è molto interessante, due fratelli con una vita difficile dal punto di vista economico, accettano per motivi diversi di effettuare un delitto commissionato dallo loro Zio miliardario. Lo zio deve eliminare un testimone che, se si andrà al processo, lo butterà in galera per il resto dei giorni. Comincia il thriller veramente da qui. Se i due effettuano il delitto, lo zio li aiuterà finanziariamente: la loro vita è risolta sul piano economico e potranno rincorrere i loro sogni, se non accettano sarà molto difficile per loro superare le difficoltà pratiche. Uno di loro perde al gioco infatti ed è pieno di debiti, l'altro ha incontrato una donna molto corteggiata che può conquistare solo se presenta una posizione sociale elevata. Ad una festa i due fratelli, ancora in crisi sull'offerta dello zio miliardario, incontrano per caso il testimone che dovrà essere la loro vittima. Aver visto in faccia e parlato con la persona che per mano loro dovrà essere eliminata aumenta la loro angoscia. Da piccoli sapevano distinguere tra il Bene e il Male, ora i confini diventano labili. Del resto anche la loro madre ha sempre esaltato questo zio come uno che riesce nella vita e loro adesso sanno che invece lo zio è un essere che ha edificato il suo potere con le truffe oltrechè ad essere senza scrupoli. Scelgono il male, cercando mille giustificazioni per seguirlo. E come in Delitto e Castigo l'omicidio inzia a pesare nella coscienza di uno dei due che non dorme più la notte, che fà incubi come Riccardo III. L'altro fratello ne è spaventato...la sua pseudofelicità che ha edificato su un delitto può essere distrutta da suo fratello in preda al senso di colpa.... Più di un Thriller...è la battaglia con la Coscienza...maledettamente intelligente.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a francesca romana cerri »
[ - ] lascia un commento a francesca romana cerri »
|
|
d'accordo? |
|
riccardo
|
lunedì 4 febbraio 2008
|
la drammaticità dal tono fiabesco
|
|
|
|
Terry e Ian sono due fratelli: il primo lavora in un'officina, è appassionato per il gioco d'azzardo e si rifugia continuamente nell'alcool; il secondo aiuta il padre a mandare avanti il ristorante di famiglia e sogna di entrare nel mondo affaristico, investendo su una catena di alberghi in California. La vita dei due procede nella sua monotonia fino a quando Terry perde novantamila sterline a carte, accumulando debiti e una bella attrice conquista il cuore di Ian la cui misera condizione economica diviene scomoda. Il ricco zio Howard arriva a Londra e acconsente ad aiutare finanziariamente i nipoti a patto che loro uccidano un suo nemico che è pronto a diffamarlo con tragiche conseguenze.
Woody Allen torna a raccontarci, dopo "Match point" e "Scoop" , una storia dai forti risvolti drammatici, narrandola però con la leggerezza di una fiaba.
[+]
Terry e Ian sono due fratelli: il primo lavora in un'officina, è appassionato per il gioco d'azzardo e si rifugia continuamente nell'alcool; il secondo aiuta il padre a mandare avanti il ristorante di famiglia e sogna di entrare nel mondo affaristico, investendo su una catena di alberghi in California. La vita dei due procede nella sua monotonia fino a quando Terry perde novantamila sterline a carte, accumulando debiti e una bella attrice conquista il cuore di Ian la cui misera condizione economica diviene scomoda. Il ricco zio Howard arriva a Londra e acconsente ad aiutare finanziariamente i nipoti a patto che loro uccidano un suo nemico che è pronto a diffamarlo con tragiche conseguenze.
Woody Allen torna a raccontarci, dopo "Match point" e "Scoop" , una storia dai forti risvolti drammatici, narrandola però con la leggerezza di una fiaba. Stavolta il regista newyorkese si nasconde dietro la macchina da presa e affida, astutamente, una sceneggiatura intelligente e ben costruita a Colin Farrell e Ewan McGregor ( straordinariamente convincente il primo, meno l'altro) capaci di richiamare nelle sale non solo gli amanti del cinema di Allen ma anche le loro ammiratrici più accanite. La pellicola si divide in due parti: la prima, abbastanza noiosa, delinea i caratteri principali dei due protagonisti e della loro esistenza, visti però dall'esterno senza alcuna intromissione nell'apparato psicologico. La seconda invece, che ruota attorno al delitto, descrive le mutazioni interiori dei fratelli, la riscoperta della fede religiosa da parte dell'uno (Terry) e la propensione verso i beni terreni portata dalla mancanza di rimorso da parte dell'altro ( Ian). L'omicidio, preceduto dall'improvvisa avversione della fortuna, segna quindi la scissione tra la monotona vita del passato (ma a suo modo ricca di inquietudini) e la tormentata esistenza del presente. Allen non si sofferma sui particolari cruenti che magari avrebbero catturato la fantasia di molti altri registi, cerca invece di ritrarre tutti quegli apetti che influenzano i suoi personaggi e le motivazioni che li portano a compiere determinate azioni, fino al triste epilogo. Nonostante la quasi totale mancanza di suspence e la minima variazione di tono e di tensione tra le scene dei "delitti" e quelle di vita privata che rischia di portare più sonnolenza che intrattenimento, Allen sa comunque stupire il suo pubblico, e il finale non può che essere imprevedibile (e anche dal gusto amaro).
[-]
|
|
[+] lascia un commento a riccardo »
[ - ] lascia un commento a riccardo »
|
|
d'accordo? |
|
|