s.c.
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sabato 2 febbraio 2008
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sogni e delitti (con castigo)
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Il nuovo film di Woody Allen (che io continuo a preferire nel suo titolo originale), è perfettamente in linea con i suoi ultimi lavori, da Match Point in avanti, e naturalmente lontanissimo dal primo Allen. E' diventato (per forza di cose) più commerciale, tanto dal punto di vista della scelta del cast quanto nelle tematiche. E tuttavia non ha perso alcune delle sue componenti essenziali, che costuiscono le peculiarità distintive della sua cinematografia: la scrittura di una sceneggiatura praticamente perfetta, la scelta di direttori della fotografia in grado di fare lavori esemplari, e l'indagine su tutte le questioni relative alla vita umana.
Come in Match Point, anche qui Allen riflette (senza concessioni) sulla natura umana, sulla vertigine del potere a ogni costo, anche al prezzo di superare confini dai quali non è più possibile tornare indietro.
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Il nuovo film di Woody Allen (che io continuo a preferire nel suo titolo originale), è perfettamente in linea con i suoi ultimi lavori, da Match Point in avanti, e naturalmente lontanissimo dal primo Allen. E' diventato (per forza di cose) più commerciale, tanto dal punto di vista della scelta del cast quanto nelle tematiche. E tuttavia non ha perso alcune delle sue componenti essenziali, che costuiscono le peculiarità distintive della sua cinematografia: la scrittura di una sceneggiatura praticamente perfetta, la scelta di direttori della fotografia in grado di fare lavori esemplari, e l'indagine su tutte le questioni relative alla vita umana.
Come in Match Point, anche qui Allen riflette (senza concessioni) sulla natura umana, sulla vertigine del potere a ogni costo, anche al prezzo di superare confini dai quali non è più possibile tornare indietro. Un altro film in chiave dostoevskiana quindi, ma a modo suo ancora più negativo nelle conclusioni rispetto a Match Point. Che io ho comunque preferito, perché questo Sogni e delitti manca soprattutto della forza di trascinare lo spettatore nella carambola delle passioni che portano al delitto e che lo seguono. E questo nonostante le ottime interpretazioni di Ewan McGregor e Colin Farrell.
E' un Allen cupo, nero, questo di Sogni e delitti, che senz'altro deluderà i fan più affezionati alla sua ironia e alla sue battute surreali (che mancano ormai da parecchio tempo). Ma a me quest'Allen in versione delitto con castigo non è dispiaciuto affatto.
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stefano
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giovedì 14 febbraio 2008
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woody "tragico"
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Il titolo della versione italiana Sogni e delitti appare assai meno evocativo dell’inglese Cassandra’s dream: i progetti sognati sulla piccola ma elegante barca a vela, Cassandra, da due spiantati fratelli inglesi, figli di due onesti lavoratori, si infrangono nel duro destino tragico scatenato dalla meschinità di uno zio arricchito con la frode (o con la violenza?). Questa in estrema sintesi la trama del film, raccontato con asciuttezza ed eleganza nelle parti violente, ma intensamente vissuto nella sua componente psicologica da un regista già interessatosi alle forze occulte, quasi demoni, che percorrono subdole le esistenze degli uomini.
Un oscuro destino di autodistruzione piomba addosso ad una famiglia quando lo zio si arricchisce, tramite affari nella sanità, con mezzi poco leciti.
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Il titolo della versione italiana Sogni e delitti appare assai meno evocativo dell’inglese Cassandra’s dream: i progetti sognati sulla piccola ma elegante barca a vela, Cassandra, da due spiantati fratelli inglesi, figli di due onesti lavoratori, si infrangono nel duro destino tragico scatenato dalla meschinità di uno zio arricchito con la frode (o con la violenza?). Questa in estrema sintesi la trama del film, raccontato con asciuttezza ed eleganza nelle parti violente, ma intensamente vissuto nella sua componente psicologica da un regista già interessatosi alle forze occulte, quasi demoni, che percorrono subdole le esistenze degli uomini.
Un oscuro destino di autodistruzione piomba addosso ad una famiglia quando lo zio si arricchisce, tramite affari nella sanità, con mezzi poco leciti. Ad esso due fratelli, costantemente indebitati e sempre sull’orlo del burrone, ivi spinti da una società i cui unici termini di paragone sono i soldi e le donne, chiedono aiuto, nel nome della protezione reciproca che si devono i membri di uno stesso clan familiare. E lo zio, in nome dello stesso principio, chiede loro di aiutarlo a sbarazzarsi di un uomo colpevole di essere integerrimo, che “cantando” avrebbe potuto farlo sbattere in carcere. Tutto appare conseguente e necessario. Persino l’ostinata opposizione morale e “sentimentale” di uno dei due fratelli è funzionale all’inevitabilità del destino da compiersi, declinandolo non come forza malefica, ma riportandolo alla debole natura umana.
L’episodio sfocia in tragedia: le ripercussioni psichiche di una tale atroce esperienza, accompagnate dai rimorsi per una tanto grave colpa ( togliere la vita a qualcuno che la ama, essere egli stesso profondo amante della vita) spingono uno dei due fratelli –il latino Colin Farrel- a decidere di costituirsi, di subire una pena per espiare la colpa.
Tuttavia l’oscuro demone, la violenza che si insabbia sotto l’esperienza familiare, riaffiora nelle parole dello zio, che chiede all’altro nipote di sbarazzarsi anche del fratello. Così, però, si viola la norma della solidarietà familiare, si rompe il seppur precario equilibrio stabilito.
Il finale è da Sette contro Tebe, con la reciproca uccisione dei due fratelli, una scure di dolore che si abbatte sui rimasti in vita, la distruzione della famiglia.
Sofocliano per la nascita della colpa, eschiliano per l’inevitabilità del fato, dandy per le lussuose ambientazioni, con un finale shakespeariano, Woody Allen si dimostra un vero autore postmoderno, per la capacità di mescolare i propri modelli con il materiale della vita comune, delle tendenze e delle aspirazioni della vita comune, firmando un’altra tragedia (oggi thriller), la seconda dopo Match Point, alla ricerca dei nessi profondi, dei nodi irrisolti, della natura del male.
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mario scafidi
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domenica 3 febbraio 2008
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caino e abele
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Ian (Ewan McGregor) e Terry (Colin Farrell) sono due fratelli impelagati nei problemi economici. Un giorno si offre loro la soluzione a portata di mano: il ricco zio Howard (Tom Wilkinson) sarebbe disposto a saldare tutti i loro debiti e a riempirli di soldi sino alla cima dei capelli. Vuole che, però, i due nipoti ricambino il favore uccidendo un uomo che potrebbe rovinargli la vita. Dopo "Match Point" Woody Allen torna al cinema noir, con una pellicola meno riuscita del predecessore, ma pur sempre ricca di spunti interessanti. Mai banale, il geniaccio Allen inverte le parti nel gioco della suspance: quando si avvicina il delitto lo spettatore sta col fiato sospeso non per la predestinata vittima (come in genere accade), ma per i carnefici, ha paura che vengano scoperti, che qualcosa possa andare per il verso sbagliato nel piano ordito dal basso della loro goffa inesperienza.
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Ian (Ewan McGregor) e Terry (Colin Farrell) sono due fratelli impelagati nei problemi economici. Un giorno si offre loro la soluzione a portata di mano: il ricco zio Howard (Tom Wilkinson) sarebbe disposto a saldare tutti i loro debiti e a riempirli di soldi sino alla cima dei capelli. Vuole che, però, i due nipoti ricambino il favore uccidendo un uomo che potrebbe rovinargli la vita. Dopo "Match Point" Woody Allen torna al cinema noir, con una pellicola meno riuscita del predecessore, ma pur sempre ricca di spunti interessanti. Mai banale, il geniaccio Allen inverte le parti nel gioco della suspance: quando si avvicina il delitto lo spettatore sta col fiato sospeso non per la predestinata vittima (come in genere accade), ma per i carnefici, ha paura che vengano scoperti, che qualcosa possa andare per il verso sbagliato nel piano ordito dal basso della loro goffa inesperienza. Ci voleva una mente brillante per poter concepire un'idea simile. I due fratelli rappresentano dei novelli Caino (Ian) e Abele (Terry): il primo cinico e spregiudicato, il secondo sensibile e vittima delle crisi di coscienza. Ma ancora una volta le carte si mescoleranno vorticosamente, e le parti torneranno a confondersi, Caino sarà Abele e Abele sarà Caino, o nessuno dei due è stato mai Abele, o forse anche Caino può essere vittima?
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famigliao
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lunedì 4 febbraio 2008
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woody vs woody?
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L'errore che hanno fatto in molti è stato quello di vedere in "sogni e delitti" uno sforzo creativo di riprodurre "match point". Per me sono due film differenti.
In "match point" si racconta di un arrampicatore sociale che pianifica, senza essere in alcun modo obbligato, tutte le sue mosse da principio: bluffa con amici, con la moglie, al lavoro e con la sua amante. Egli non crede in nulla, se non nella sua determinazione ad elevarsi socialmente. L'omicidio in questo caso è l'ennesima cosa da fare per difendere i propri progressi. E' un dandy e vuole di più. In sogni e delitti i due protagonisti sono due falliti ed uccidono uno per la propria vita caduta in mano a strozzini, l'altro per amore.
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L'errore che hanno fatto in molti è stato quello di vedere in "sogni e delitti" uno sforzo creativo di riprodurre "match point". Per me sono due film differenti.
In "match point" si racconta di un arrampicatore sociale che pianifica, senza essere in alcun modo obbligato, tutte le sue mosse da principio: bluffa con amici, con la moglie, al lavoro e con la sua amante. Egli non crede in nulla, se non nella sua determinazione ad elevarsi socialmente. L'omicidio in questo caso è l'ennesima cosa da fare per difendere i propri progressi. E' un dandy e vuole di più. In sogni e delitti i due protagonisti sono due falliti ed uccidono uno per la propria vita caduta in mano a strozzini, l'altro per amore. In comune i due film hanno l'omicidio; ma le ragioni e le conseguenze sono diverse. L'uno parla di nichilismo, di avidità, di falsità; l'altro di colpa, di meschinità, di amore, di speranza e disperazione, di famiglia...
analiziamo una cosa per volta:
regia: sobria, fin troppo. Non c'è nulla che ricordi allo spettatore che dietro ci sia woody (salvo la famiglia pseudo-israelita): piani sequenza semplici, montaggio lineare, campi lunghi, primi piani...ecc
attori: ottimi!!!avevo letto da qualche parte di "attori spaesati". Caratterizzazione perfetta: la famiglia, la casa, le fidanzate, tutto da l'idea dell'umiltà. Il massimo viene fuori da colin farrell: una prova perfetta! Convincente nel ruolo del figlio "peggiore", eccezionale nella trasformazione in un tormentato assassino. Notate le mani sporche di grasso durante la festa fica alla quale è stato invitato: un meccanico vero avrebbe le mani sporche! Notate quando i due fratelli s'imbarcano per l'ultima gita in barca: colin porta da solo ben 2 casse di birra, da vero alcolizzato! McGregor è vestito fico anche quando c'è da uccidere...
fotografia: la Londra plumbea è suggestiva, come anche le ultime scene in barca. Ma non un granchè cmq...
soggetto: ottimo. Rispetto a match point è più complesso, più introspettivo, più angosciante, più coinvolgente
sceneggiatura: rispetto a match point in effetti è un pò meno convincente. La motivazione dell'ultimo omicidio è stata poco elaborata...
non si deve considerare questo film come un passo in avanti o uno indietro rispetto a match point: è un altro capolavoro, punto.
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harry chinaski
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lunedì 21 aprile 2008
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nefasti presagi
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Cassandra, donna bellissima della mitologia greca, ricevette in dono da Apollo, per amore, il dono della profezia, condannandola pertanto a rimaner inascoltata ed allontanata per i suoi nefasti presagi.
Woody Allen in questo suo lavoro ne riprende il significato simbolico, affidando al nero presagio del titolo che dunque ne deriva, la pesante carica emotiva che nasce dalla consapevolezza del finale della sua opera.
Allen, deus ex machina, posiziona i pezzi dello scacchiere, lasciando che le mosse che ne derivano siano obbligate, come in un disegno superiore ed inarrestabile, e pertanto destinato ad una sola conclusione.
Sogni è delitti (infausto titolo italino dell'opera) chiude la trilogia dei film londinesi sul tema della colpa, attraverso uno stile austero, formale e meno emotivo dei due precendeti lavori.
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Cassandra, donna bellissima della mitologia greca, ricevette in dono da Apollo, per amore, il dono della profezia, condannandola pertanto a rimaner inascoltata ed allontanata per i suoi nefasti presagi.
Woody Allen in questo suo lavoro ne riprende il significato simbolico, affidando al nero presagio del titolo che dunque ne deriva, la pesante carica emotiva che nasce dalla consapevolezza del finale della sua opera.
Allen, deus ex machina, posiziona i pezzi dello scacchiere, lasciando che le mosse che ne derivano siano obbligate, come in un disegno superiore ed inarrestabile, e pertanto destinato ad una sola conclusione.
Sogni è delitti (infausto titolo italino dell'opera) chiude la trilogia dei film londinesi sul tema della colpa, attraverso uno stile austero, formale e meno emotivo dei due precendeti lavori. Attraverso la partitura di Philip Glass, Allen si allontana dal l'amatissimo jazz, per disegnare i contorni di una tragedia greca i cui tempi narrativi sono dettati dall'incalzante ritmo delle musiche orchestrali di Glass.
Allen torna ad uno dei suoi temi più cari, la colpa, rischiando l'autoreferenzialismo (Crimini e misfatti su tutti) ma riuscendo nella realizzazione di un'ottima opera psicologico-letterario-musicale del tema.
Un viaggio all'interno dell'angoscia, del delitto, della paura, dell'ambizione e del fallimento. Etico e morale. Allen naviga a vele spiegate nel labirintico mondo della psiche umana, che nei gesti del febbricitante delirio di Terry, sembra ripercorrere il più celebre Raskolnikov dostoevskijano nella la follia che segue il peccato.
Raskolnikov si consegna, Terry si autodistrugge. Logorando e disintegrando il legame primordiale che lo univa col fratello e incanalando il finale verso l'epilogo annunciato. Per entrambi non c'è futuro.
Raskolnikov in Siberia trova la liberazione dal macigno della propria colpa, non certo la salvezza. Terry e Ian, invece possono trovare espiazione solo nella morte.
Per via del fato avverso, vera chiave di lettura della trilogia londinese Alleniana. Il caso infatti decide come i due fratelli espieranno la loro colpa. Come l'anello di Match point. O il tragico incidente in barca in Cassandra's dream. Che, presagio mortale, li attendeva quasi inutilizzata nel molo di un porticciolo dall'inizio del film, in attesa dell'inesorabile conclusione della storia.
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travis 44
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venerdì 8 febbraio 2008
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ibrido
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Sono un grande fan di WA,quindi ero estasiato all'idea di vedere questo film,che è senza dubbio un prodotto della scia tematica di "match point",film da me ritenuto un capolavoro,sia dal punto di vista emotivo che stilistico.La cosa che colpisce per prima,credo sia la storia,sempre legata all'universo delle vite sconvolte da un avvenimento tragico e inaspettato.I fratelli Terry e Ian vivono in uno stato di perenne indigenza,cercando di restare a galla con lavori che non soddisfano le loro ambizioni(il primo lavora in un officina,l'altro aiuta il padre nella gestione di un ristorante)perciò la visita di uno zio miliardario sembra essere l'occasione giusta per dare una svolta alle loro vite.In effetti lo zio concede loro un prestito, chiedendo però di contro un favore che solo loro possono fare:uccidere un suo dipendente che potrebbe rovinarlo,testimoniando contro di lui.
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Sono un grande fan di WA,quindi ero estasiato all'idea di vedere questo film,che è senza dubbio un prodotto della scia tematica di "match point",film da me ritenuto un capolavoro,sia dal punto di vista emotivo che stilistico.La cosa che colpisce per prima,credo sia la storia,sempre legata all'universo delle vite sconvolte da un avvenimento tragico e inaspettato.I fratelli Terry e Ian vivono in uno stato di perenne indigenza,cercando di restare a galla con lavori che non soddisfano le loro ambizioni(il primo lavora in un officina,l'altro aiuta il padre nella gestione di un ristorante)perciò la visita di uno zio miliardario sembra essere l'occasione giusta per dare una svolta alle loro vite.In effetti lo zio concede loro un prestito, chiedendo però di contro un favore che solo loro possono fare:uccidere un suo dipendente che potrebbe rovinarlo,testimoniando contro di lui.
Il film riesce a piantare per bene le fondamenta della storia,sottolineando gli aspetti multiforme della assurda richiesta dello zio(i dialoghi dei fratelli sul da farsi sono all'limite del grottesco,per non dire comico....)tuttavia la seconda parte del film ha un ritmo piu lento,che coinvolge a tratti(nelle parti del crimine sicuramente...)per giungere a una conclusione che arriva rapida e d'impatto,che stordisce lo spettatore,fino a quel momento in trepidazione.I paragoni con "match point" sono ,secondo me, inevitabili e forse una delle cause della mia delusione,credo però che il film avrebbe dovuto beneficiare maggiormente della musica(per altro pregevole),poichè ci sono intere parti dialogate senza intermezzi musicali(che sanno generare pathos).Una menzione va però alla buona interpretazione dei protagonisti(Colin Farell e Ewan McGregor),che sanno destreggiarsi per buona parte del film,soprattutto nei dialoghi tra loro.Concludendo posso definire "sogni e delitti"(assurda trasposizione dell'originale "Cassandra's dream",ben più pertinente,poichè è il nome della barca dei fratelli)un film da vedere singolarmente e senza paragonare a opere precedenti,per apprezzarlo maggiormente,io non ci sono riuscito per i motivi di cui sopra,tuttavia invito comunque gli interessati a non tirarsi indietro dal gustarselo. Buona visione!
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dodo
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giovedì 14 febbraio 2008
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il peso delle scelte
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Ci sono alcune scelte che sono irreversibili, nel senso che viene imboccata una strada da cui non si può tornare indietro, perché cambia definitivamente la percezione della realtà. Ora, la “prima volta” può assumere una connotazione piacevole e stimolante, penso, ad esempio, al primo rapporto sessuale che sancisce secondo le implicite regole della nostra cultura l’ingresso nel mondo degli adulti; in altre occasioni la scelta può condurre su sentieri nuovi e inesplorati, e, sebbene frutto di una trasgressione peccaminosa, rientra in una logica di arricchimento e sperimentazione (su tutti il fatidico morso di Adamo ed Eva). Ma a volte si entra in un mondo torbido e buio dove il senso di colpa scava nell’anima fino a provocare l’inevitabile tragedia: è il caso di questo film, dove il tema della morte, ma più ancora dell’omicidio, abbandona la sua dimensione di astratto tabù difficilmente affrontabile, e si cala progrsessivamente in mezzo a noi.
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Ci sono alcune scelte che sono irreversibili, nel senso che viene imboccata una strada da cui non si può tornare indietro, perché cambia definitivamente la percezione della realtà. Ora, la “prima volta” può assumere una connotazione piacevole e stimolante, penso, ad esempio, al primo rapporto sessuale che sancisce secondo le implicite regole della nostra cultura l’ingresso nel mondo degli adulti; in altre occasioni la scelta può condurre su sentieri nuovi e inesplorati, e, sebbene frutto di una trasgressione peccaminosa, rientra in una logica di arricchimento e sperimentazione (su tutti il fatidico morso di Adamo ed Eva). Ma a volte si entra in un mondo torbido e buio dove il senso di colpa scava nell’anima fino a provocare l’inevitabile tragedia: è il caso di questo film, dove il tema della morte, ma più ancora dell’omicidio, abbandona la sua dimensione di astratto tabù difficilmente affrontabile, e si cala progrsessivamente in mezzo a noi. Mi è rimasta impressa la scena in cui i due fratelli consumano il delitto: c’è un attimo di esitazione, quasi un tentativo di dialogo da parte della vittima ancora ignara, come se avesse a che fare con due esseri umani, e per un momento sembra che la tragedia possa essere evitata. Ma non è così: non sono più essere umani (almeno in quel momento), “ora! fallo ora!”, viene urlato come un ruggito rabbioso. E poi calma, quiete: ma non sarà più come prima. Non esiste risveglio da questo incubo, se non nella più totale tragedia: il castigo è quello definitivo, non c’è spazio per un pentimento e una redenzione lungo il percorso della giustizia terrena. La pena da scontare è terribile, e nel perverso gioco del contrappasso e dell’ineluttabilità del destino (“se lo fai una volta lo puoi fare molte altre volte”), finisce che ammazzi il fratello che non ha avuto il coraggio e la forza di fare lo stesso con te. Nell’equilibrio di una completa resa dei conti, la sorte a volte gioca a cambiare l’ordine degli addendi: io mi immagino lo zio che alla notizia della tragedia, immediatamente si convinca che fosse stato l’altro, il suo nipote fidato ad assassinare il fratello e poi dilaniato dai sensi di colpa si fosse tolto di mezzo. Va beh, il risultato non cambia, e la scelta apparentemente azzardata di affidare un compito così delicato a quei due nipoti, come dire, non troppo affidabili, si è rivelata formidabile, avendo confezionato quel tanto famigerato “omicidio perfetto”
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mugno
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domenica 10 febbraio 2008
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un buon film
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Non sono mai stato un fan di woody allen,lo ammetto,quindi sono andato a vedere il film con un certo pregiudizio...come tutti si aspettavano,per molti aspetti il film è molto simile a match point (rispetto al quale a me è piaciuto di più "sogni e delitti"), da cui riprende le fila di quell'analisi piscologica,di quel viaggio interiore in personaggi di tutti i giorni,con i loro difetti,le loro mediocrità e le loro paure,i loro tormenti nel commettere un omicidio . Rispetto a match point,dove il protagonista rimane impunito,qui w.a.ribalta il finale:i due assassini trovano una punizione nel finale,che sembrava quasi inevitabile e che rende il finale molto amaro.Molto interessante l'analisi psicologica dei due fratelli:Ian,innamoratosi di una ragazza tanto bella quanto "leggera" (con la quale finge di essere un giovane imprenditore ricco,declamando affari vaghi di alberghi in california),vuole fare fortuna negli affari e non guarda in faccia niente pur di realizzarsi;l'altro fratello,Terry,appare molto più umano:ha molti vizi,tra cui alcool,fumo e gioco,ed avendo perso 90000 sterline giocando a poker si sente costretto ad accettare la proposta dello zio.
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Non sono mai stato un fan di woody allen,lo ammetto,quindi sono andato a vedere il film con un certo pregiudizio...come tutti si aspettavano,per molti aspetti il film è molto simile a match point (rispetto al quale a me è piaciuto di più "sogni e delitti"), da cui riprende le fila di quell'analisi piscologica,di quel viaggio interiore in personaggi di tutti i giorni,con i loro difetti,le loro mediocrità e le loro paure,i loro tormenti nel commettere un omicidio . Rispetto a match point,dove il protagonista rimane impunito,qui w.a.ribalta il finale:i due assassini trovano una punizione nel finale,che sembrava quasi inevitabile e che rende il finale molto amaro.Molto interessante l'analisi psicologica dei due fratelli:Ian,innamoratosi di una ragazza tanto bella quanto "leggera" (con la quale finge di essere un giovane imprenditore ricco,declamando affari vaghi di alberghi in california),vuole fare fortuna negli affari e non guarda in faccia niente pur di realizzarsi;l'altro fratello,Terry,appare molto più umano:ha molti vizi,tra cui alcool,fumo e gioco,ed avendo perso 90000 sterline giocando a poker si sente costretto ad accettare la proposta dello zio.Però Terry viene lacerato dai sensi di colpa e non ce la fa a continuare a vivere con il peso dell'omicidio.Molto interessante come viene trattato questo conflitto interiore:in Ian il rimorso viene spazzato via dall'incredibile desiderio di affermarsi e di evadere da quella piccola realtà del ristorante che lui riteneva stargli stretta;in Terry il rimorso lo dilania,quest'ultimo è una persona molto più semplice,umile,senza le ambizioni di grandezza del fratello.
Intelligente la sottile ironia che permea il film,prima dell'omicidio,e piacevole la visione (anche se a tratti un pò troppo lenta).Ottima la colonna sonora,ottima la fotografia,per un film che non decolla mai ma che comunque nel complesso è un buon film con dei buoni contenuti e interessanti dinamiche socio-psicologiche.
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gian maria urbinati
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martedì 5 febbraio 2008
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la seconda perla di whoody allen
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Chiudiamo gli occhi e proviamo ad immaginare. C'è una strada, proprio lì, davanti a noi, che scinde la vita dalla morte. In mezzo a questa strada corrono i nostri sogni, le nostre aspirazioni. A volte per inseguirli, dobbiamo premere sull' acceleratore; a volte è possibile che quella strada, così lunga, all'orizzonte c' appaia così piccola da non poter più distinguere da che parte sia la vita e da quale la morte; e laggiù ci vuole poco a sbagliare, come accade per i protagonisti dell'ultima opera firmata Whoody Allen, dal titolo "sogni e delitti" .
Per prima cosa è d'obbligo sottolineare quanto lo stampo dannatamente drammatico della sceneggiatura doni un fascino emblematico allo svolgimento della trama tanto da attribuire alla pellicola un " valore d' avanguardia ".
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Chiudiamo gli occhi e proviamo ad immaginare. C'è una strada, proprio lì, davanti a noi, che scinde la vita dalla morte. In mezzo a questa strada corrono i nostri sogni, le nostre aspirazioni. A volte per inseguirli, dobbiamo premere sull' acceleratore; a volte è possibile che quella strada, così lunga, all'orizzonte c' appaia così piccola da non poter più distinguere da che parte sia la vita e da quale la morte; e laggiù ci vuole poco a sbagliare, come accade per i protagonisti dell'ultima opera firmata Whoody Allen, dal titolo "sogni e delitti" .
Per prima cosa è d'obbligo sottolineare quanto lo stampo dannatamente drammatico della sceneggiatura doni un fascino emblematico allo svolgimento della trama tanto da attribuire alla pellicola un " valore d' avanguardia ". Terry e Yan sono due fratelli; il primo è un giovane meccanico vittima del gioco d'azzardo; il secondo invece, tra le mura domestiche s'arrangia offrendosi d'aiuto al padre nella gestione di un ristorante di famiglia, fuori, alla guida delle più belle macchine d'epoca prese in prestito dall'officina di Terry, ama fingersi novello rampollo d'alta società impegnato negli investimenti d'imprenditoria edilizia, col solo scopo d'invaghire le belle ragazze che si lasciano ammaliare dal suo fascino. I due sono fortemente legati da un bene comune, una barca acquistata insieme che amano utilizzare nel tempo libero, simbolo della loro fratellanza e libertà. La loro vita è apparentemente tranquilla, ma sempre in pericolo. Quella di Terry, eloquentemente rappresentata dalla partecipazione di un superbo professionista del livello di Colin Farrel, minata dalla passione per il gioco d'azzardo; quella di l. ( interpretato da Ewan McGregor) , messa a dura prova dalla ricerca di amori impossibili e dalla falsità corrompente d'un Rodolfo Valentino d'altri tempi. La loro è una buona famiglia, economicamente agevolata dalla presenza dello zio materno Howard, un medico chirurgo, arricchitosi a suon di bisturi nelle tasche delle star di Hollywood e diventato uomo d'affari. Ripetutamente elogiato e quasi venerato dalla sorella, finisce per costituire motivo di vergogna per il padre dei fratelli, continuamente costretto a subire le lodi della moglie che a tavola ed in presenza d'entrambe i figli, non manca mai di denigrarlo. Sembrano proprio esserci i presupposti giusti per l'evoluzione di una vicenda prorompente, dal carattere prettamente drammatico, celata dall'apparente calma di un fluido "panta rei" , ma spinta da quei vizi e da quella malizia propria di un moderno " noir " d'oltreoceano.
E' un giorno come tanti quando Ian. incontra Terry sul lavoro per le solite richieste, quali soldi e macchine, ma oggi trova Terry turbato; dopo poco viene a conoscenza del debito di gioco di cui T. la sera prima s' era fatto carico, circa 90.000 sterline. La situazione si fa critica e i due non hanno altra scelta se non quella di rivolgersi ancora una volta allo zio. Quest'ultimo è in città, in occasione del compleanno della sorella e non esita a farle visita. L'incontro tra i tre è l'inizio della fine. Nel giardino di casa lo spettatore subirà uno shock. Dalle richieste dei fratelli presumibilmente esaudibili, alla sconvolgente richiesta dello zio; convincere i due ragazzi a commettere un delitto nei confronti di un amministratore delle sue società, pronto a testimoniare contro i crimini commessi da questi nell'arco della sua lunga ed ora non più tanto gloriosa ed ammirevole carriera. Sembra essere una sorta di lezione, come se ognuno di noi non potesse chiedere senza dare. Tutto si ricongiunge inevitabilmente alla più spregevole e maledetta interpretazione del " do ut des ", un flagello che cade a ciel sereno sulle spalle di quei giovani ragazzi che ora pian piano vediamo trasformarsi in potenziali assassini. L'uno costretto ad estinguere il debito, l'altro vittima della relazione con una giovane e bellissima attrice che gli comporterà enormi spese, non sostenibili con i suoi pochi risparmi. Le coscienze dei due verranno messe a dura prova. L'animo di Terry , turbato e depresso dal vizio, imbevuto di alcol sosterrà l'opportunismo e le malefiche intenzioni di un fratello disposto a tutto pur di realizzare i propri sogni. I due faranno ciò che lo zio gli ordinerà. Il dramma si consuma dopo l'omicidio , ma il regista sembra non averne abbastanza. Ora bisogna fare i conti con la coscienza di Terry, una coscienza buona, dilaniata dagli improvvisi accadimenti che, volta al pentimento, finisce per spingerlo nel bel mezzo di una sconcertante crisi esistenziale, che lo inviterà a costituirsi. Quando Yan verrà a conoscenza dello stato d'animo del fratello e delle sue intenzioni, quell'idea di fratellanza che così bella donava al loro rapporto tenero sentimento, avrà la peggio, messa a dura prova dagli interessi dello zio, pronto a sbarazzarsi anche del nipote. Tutto avrà fine nella barca dei due fratelli, quando Yan cercherà di uccidere Terry e non riuscendovi sarà egli stesso preda del destino mortale d'un dramma fratricida.
E' possibile paragonare le sensazioni che ho avuto da "sogni e delitti" a quelle di " Ossessione ", creazione da un certo Luchino Visconti, che nel suo capolavoro descrive gli animi così fragili e opportunisti di due amanti pronti a commettere un delitto pur di guadagnarsi la propria apparente ed eterna felicità. Anche qui uno trascina l'altro nel commettere l'omicidio e le conseguenze saranno analoghe alle coscienze di ognuno....
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(di tanto lo sai chi sono!!)
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giorgio camisani
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venerdì 8 febbraio 2008
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oltre la paura e la sicurezza della legge morale
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Il film segue una ferrea linearità, il montaggio è rigoroso, come la regia. La cura nella fotografia e nell’illuminazione accresce il fascino delle ambientazioni e degli attori che, primi tra tutti Ewan McGregor e Colin Farrell, ma non solo loro, ci regalano una recitazione intensa e di alto livello. Molto buono anche l’uso della musica, attenta nel sottolineare le principali svolte del film.
Come accade in Match Point, Woody Allen ci mostra una visione negativa del Destino: negativa rispetto alle vicende del singolo personaggio, che succube del Fato ed in assenza di verità e certezze, può soltanto mettersi in gioco, nella speranza di una sorte benevola; e negativa perché ogni volta, sia in Match Point che qui in Cassandra’s Dream, concede a qualcuno di salvarsi impunito, nonostante abbia compiuto un atto delittuoso o malvagio.
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Il film segue una ferrea linearità, il montaggio è rigoroso, come la regia. La cura nella fotografia e nell’illuminazione accresce il fascino delle ambientazioni e degli attori che, primi tra tutti Ewan McGregor e Colin Farrell, ma non solo loro, ci regalano una recitazione intensa e di alto livello. Molto buono anche l’uso della musica, attenta nel sottolineare le principali svolte del film.
Come accade in Match Point, Woody Allen ci mostra una visione negativa del Destino: negativa rispetto alle vicende del singolo personaggio, che succube del Fato ed in assenza di verità e certezze, può soltanto mettersi in gioco, nella speranza di una sorte benevola; e negativa perché ogni volta, sia in Match Point che qui in Cassandra’s Dream, concede a qualcuno di salvarsi impunito, nonostante abbia compiuto un atto delittuoso o malvagio.
Siamo al sicuro fino a quel limite, dentro di noi, che sappiamo di poter raggiungere, oltre, la nostra incolumità è messa ad alto rischio. La morale è una forma codificata di prudenza, all’interno della quale i nostri movimenti sono sempre protetti. Compiere un’azione, non per forza estrema come un delitto, che infrange tale codice morale significa perdere la sicurezza di un referente ed assumerci totalmente la responsabilità delle conseguenze. Qualcuno, per propria natura, è in grado di sopportare il peso di questa situazione. C’è chi lo fa con naturalezza non sentendone nemmeno la gravità. Al contrario, qualcun’altro non riesce a contrastare il senso di colpa e rimane schiacciato da quella morale, che ancora insita in lui, lo priva della serenità e del senso di libertà che invece avrebbero dovuto manifestarsi.
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[+] non è match point
(di andrea)
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(di matilde)
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