In questo mondo libero...

Film 2007 | Drammatico, 96 min.

Regia di Ken Loach. Un film Da vedere 2007 con Kierston Wareing, Juliet Ellis, Leslaw Zurek, Colin Caughlin, Joe Siffleet. Cast completo Titolo originale: It's a Free World. Genere Drammatico, - Gran Bretagna, Italia, Germania, Spagna, 2007, durata 96 minuti. Uscita cinema venerdì 28 settembre 2007 distribuito da Bim Distribuzione. - MYmonetro 3,26 su 22 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 11 dicembre 2020

Angie, dopo un licenziamento, decide di mettersi in proprio. Crea un'agenzia finalizzata allo sfruttamento del lavoro degli immigrati. Il film è stato premiato al Festival di Venezia, In Italia al Box Office In questo mondo libero... ha incassato nelle prime 11 settimane di programmazione 744 mila euro e 144 mila euro nel primo weekend.

Consigliato sì!
3,26/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA 3,35
PUBBLICO 3,42
CONSIGLIATO SÌ
Ken Loach, un regista sempre più 'necessario'.
Recensione di Giancarlo Zappoli
domenica 2 settembre 2007
Recensione di Giancarlo Zappoli
domenica 2 settembre 2007

Angie è una giovane donna divorziata con un figlio undicenne, Jamie, che vive con i nonni. Licenziata in tronco da un'agenzia per cui procurava manodopera proveniente dai paesi dell'Est, Angie decide di mettersi in proprio. Insieme all'amica Rose crea un'agenzia di reclutamento che gestiranno in coppia. Il confronto con la realtà dell'immigrazione, clandestina e non, le imporrà delle scelte che non andranno tutte nella stessa direzione.
Ken Loach è un regista che si potrebbe definire 'necessario'. Necessario perché a ogni film (sia che parli di Glasgow, di Irlanda o di Spagna nella guerra civile) ci ricorda che questo mondo, il nostro mondo occidentale, non è il paradiso ma, a differenza di altri che accettanno ciò come un dato di fatto ineludibile, lui pensa che qualcosa si possa fare. L' "I care/Mi riguarda" di kennediana memoria è per lui un imperativo categorico a cui va data attuazione.
La quasi debuttante Kierston Wareing gli offre un valido aiuto sfaccettando il suo personaggio e offrendogli quelle variazioni dal positivo al negativo che spingono lo spettatore ad alternare adesione e repulsione nei suoi confronti.
Loach afferma: "Lo sfruttamento è cosa nota a tutti. Quindi non si tratta di una novità. La cosa che ci interessa di più è sfidare la convinzione secondo la quale la spregiudicatezza imprenditoriale è l'unico modo in cui la società può progredire; l'idea che tutto sia merce di scambio, che l'economia debba essere pura competizione, totalmente orientata al marketing e che questo è il modo in cui dovremmo vivere. Ricorrendo allo sfruttamento e producendo mostri".
Angie è un 'mostro' che sembra non accorgersi di esserlo. In lei convivono il bisogno di riscatto, la generosità e la più fredda e letale determinazione. È una donna che vuole sfondare in un territorio tipicamente maschile finendo con il fare proprie le caratteristiche più negative dell'altro sesso. Quasi come se Loach sentisse su di sé la differenza di approccio generazionale alle problematiche sociali le offre (grazie alla scrittura del suo più che fedele sceneggiatore Paul Laverty) uno specchio in cui riflettersi: l'anziano padre che, vedendola all'opera, non può non dirle: "Stiamo tornando ai vecchi tempi"? Ai vecchi tempi si usavano termini come sfruttamento, riduzione in schiavitù, proletariato. Oggi tutto è molti più soft. Il lavoro è 'interinale'. I contratti sono 'a termine'. Ma la realtà è ancora, dolorosamente quella.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
martedì 2 febbraio 2010
Fabrizio Cirnigliaro

La sceneggiatura di Paul Laverty, non lascia allo spettatore il tempo di studiare inquadrature, di seguire la macchina da presa, di giudicare la regia di Ken Loach, il cui stile cambia improvvisamente durante la scena del rapimento del figlio di Angie. Mentre Rosie si fa degli scrupoli, Angie riesce a tirar fuori il peggio di se stessa. E’ sempre lei a prendere l’iniziativa, nel bene , [...] Vai alla recensione »

lunedì 14 settembre 2015
Luca Scialo

Gli anni passano, ma il cinema di Ken Loach resta. Perchè restano i soliti problemi, quelli che caratterizzano il Mondo da sempre. In questa sede il regista britannico si occupa di sfruttatori e sfruttati, schiavi e padroni, più precisamente, di immigrati ricattabili. Ad approfittarsi di loro Angie, bionda mozzafiato, con un figlio che non vede mai, accudito dai suoi genitori.

venerdì 19 dicembre 2014
Filippo Catani

Angie lavora per un agenzia di collocamento che tratta soprattutto con i lavoratori dell'Europa dell'Est. Una volta licenziata, separata con un figlio, la donna decide di mettere su una agenzia propria in nero con l'aiuto della sua coinquilina. Nonostante siano passati sette anni dalla realizzazione di quest'opera, la sua attualità è veramente stringente in quanto Loach [...] Vai alla recensione »

martedì 16 ottobre 2012
Luca Guerini

Le espressioni della quasi debuttante protagonista resteranno a lungo impresse nella memoria di chi ha visto il film perchè "In questo mondo libero" è un film che non si dimentica facilmente grazie ad una superba sceneggiatura. Ad aprire spiragli di riflessione è Ken Loach, uno dei pochi registi rimasti a far riflettere e non solo intrattenere il pubblico che va al cinema.

giovedì 8 settembre 2011
dario

Per quanto sia a rischio retorica, il film riesce a procedere con encomiabile impegno. E' duro, spietato, incalzante, implacabile e quanto mai incisico. Loach descrive un'umanità alla deriva, abbandonata, disperata, ma decisa a vivere a tutti i costi, ricorrendo persino a mezzi primitivi, irrazionali, crudeli. Predica convincente, imbarazzante e commovente che ha poche uguali quale specchio [...] Vai alla recensione »

mercoledì 10 giugno 2009
Lalli

non tra miglior film di Loach ma comunque un buon film sui riflettere mooooolto.

venerdì 1 maggio 2009
miaobaubee

realistico, viene mostrato il mondo dello sfruttamento in una maniera non ipocrita, e senza false speranze

Frasi
Non pagare per un favore. Ricambia con un favore
Karol (Leslaw Zurek)
dal film In questo mondo libero... - a cura di Lisa
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Vito Attolini
La Gazzetta del Mezzogiorno

Dopo il bell'affresco storico di Il vento che accarezza l'erba, Ken Loach ritorna con quest'ultimo film ai suoi temi di sempre, quelli che hanno fatto di lui il regista della classe operaia per eccellenza, di cui ha disegnato spesso con puntuale aderenza alla realtà alcune indimenticabili figure, non nascondendone spesso, come in questo film, tutta la contraddittorietà.

Alberto Crespi
L'Unità

Ken Loach e i co.co.co., Ken Loach e la legge Biagi, Ken Loach e il lavoro interinale... Ken Loach e il cinema; fortunatamente: It's a Free World (« È un mondo libero») è. prima di tutto un bel film di quelli che il compagno Ken riesce a fare quando è ispirato, quando le urgenze sociali e sociologiche rimangono sullo sfondo e trionfano i personaggi, i loro sogni; le loro lotte, le loro delusioni.

Roberto Escobar
Il Sole-24 Ore

Lo sguardo di Angie (Kierston Wareing) è di ghiaccio, svuotato di emozioni. O forse in esso trionfa l'unica emozione ancora possibile: quella d'una solitudine impaurita e furente, che si fa stile di vita. Attorno a questa solitudine si sviluppa la storia, anch'essa di giaccio,di In questo mondo libero (It's a Free World, Gran Bretagna, Italia, Germania e Spagna, 2007, 96').

Morando Morandini
Film TV

In questo film dal titolo sarcastico c'e qualcosa che mi sembra inoppugnabile: la sua forza trainante è Angie, la protagonista. l'ha inventata lo sceneggiatore Paul Laverty dopo una lunga inchiesta sul campo. L'ha messa in immagini e diretta il settantenne Ken Loach, coerente con la sua lucida rabbia in corpo che, dopo l'ingresso nell'alta età, si è tinta di pessimismo.

Natalia Aspesi
La Repubblica

Solo il cinema ormai sembra opporsi al modo in cui sta andando il mondo: quello americano si schiera contro la guerra in Iraq con i film di Brian De Palma e di Paul Haggis, quello inglese va più in là, perché con il solito, serafico gentleman di sinistra Ken Loach (che saluta ancora a pugno chiuso, ignaro del fatto che il gesto da noi non è più chic) si butta in una impresa ancora più estrema, dare [...] Vai alla recensione »

Fabio Ferzetti
Il Messaggero

La protagonista del nuovo film di Ken Loach sembra uscita da una pellicola di Tarantino. Modi spicci, tuta aderente, capelli biondi svolazzanti sotto il casco, Angie (l'eccellente Kierston Wareing) batte le periferie di Londra in motocicletta. Ma In questo mondo libero non è Kill Bill e Angie non cerca vendetta. Cerca qualcosa di molto più comune nel mondo reale, e insieme molto più arduo.

Roberto Silvestri
Il Manifesto

Kenneth Loach non cambia punto di vista, ma per polemizzare con più efficacia contro il neoliberismo e i suoi disastri in È un mondo libero... (altro film in gara ieri) sceglie anche lui di partire dall'educazione di un ragazzo di 11 anni. Sua madre, Angie - suo mito Marilyn, sua moto una Harley Davidson - figlia di un ex operaio laburista che non capisce più il mondo, tanto che sputa solo slogan da [...] Vai alla recensione »

Lietta Tornabuoni
La Stampa

In questo mondo libero...: il titolo sarcastico potrebbe completarsi con: «i lavoratori vivono così». Il nuovo film di Ken Loach è dedicato a uno dei problemi essenziali del mondo contemporaneo: l'insicurezza e precarietà del lavoro, la sua «modernizzazione» a favore esclusivo dell'imprenditoria, le modalità lodate come massimo aggiornamento che hanno fatto perdere ai lavoratori autonomia e dignità, [...] Vai alla recensione »

Gian Luigi Rondi
Il Tempo

Un altro autore di grandi qualità, Ken Loach, tra i più prestigiosi del cinema inglese. Impetuoso, rigoroso, polemico, le sue storie ce le ha quasi sempre raccontate dalla parte degli oppressi, ora, con "In questo mondo libero", continua a difendere gli oppressi ma analizza, con durezza, il punto di vista degli oppressori, una donna, per nulla fragile, che specula a Londra sulla tratta degli immigrati, [...] Vai alla recensione »

Rocco Giurato
Il Quotidiano della Sera

"In questo mondo libero", presentato in concorso al Festival di Venezia, è l'ennesimo film di Ken Loach, una storia dura, di lavoro e immigrazione. La protagonista, Angie, è una donna nel fiore degli anni, che non ha ricevuto un'istruzione di tipo tradizionale, ma che trabocca energia, spirito imprenditoriale e ambizione. In passato ha avuto delle difficoltà, ma adesso intende rifarsi e dimostrare [...] Vai alla recensione »

Roberto Silvestri
Il Manifesto

Kenneth Loach sceglie di partire dall'educazione di un ragazzo di 11 anni per polemizzare con più efficacia contro il neoliberismo e i suoi disastri in In questo mondo libero (presentato in gara a Venezia e premio Osella per la miglior sceneggiatura a Paul Laverty). Sua madre, Angie - suo mito Marilyn, sua moto una Harley Davidson - figlia di un ex operaio laburista che non capisce più il mondo, tanto [...] Vai alla recensione »

Manohla Dargis
The New York Times

It’s a free world, Ken Loach asserts in his latest film with well-practiced disgust and unfortunately little hope. This being a Loach film, it’s also a cruel world, populated by capitalist tools and fools, schemers and dreamers of every stripe, accent and ethnicity. In “It’s a Free World ...” it’s the war of all against all yet again, this time with fistfuls of filthy pound notes and mouths crammed [...] Vai alla recensione »

Gian Luigi Rondi
Il Tempo

Ken Loach, ad ogni suo film, ha aggiunto un dettaglio al complesso ritratto sociale (e politico) che è venuto tracciando, con severi accenti polemici, sia nel suo Paese, l'Inghilterra, sia su e giù per il mondo, là dove l'ingiustizia, l'oppressione, il sopruso dilagavano. Si pensi, anche solo cominciando a seguirlo dai Novanta, a quel Riff-Raff - Meglio perderli che trovarli, sulle condizioni difficili [...] Vai alla recensione »

Boris Sollazzo
Liberazione

E' un mondo libero. E' un mercato libero. Idiozie, dogmi fanatici della religione del nuovo liberismo riformista. Roba da partito democratico, "Ichinate" insomma. Ken Loach, maestro del cinema del lavoro ma soprattutto dei lavoratori, con In questo mondo libero , dopo la Palma d'Oro, dopo lotte fratricide e scontri di civiltà, torna alle origini. a Riff Raff e Paul, Mick e gli altri .

Valerio Caprara
Il Mattino

Londra, ai giorni nostri. La trentenne ragazza madre Angie insieme a un'amica fonda un'agenzia di collocamento, con l'intenzione di gestire al nero la manovalanza reclutata nei miseri paesi dell'Est europeo. L'illegalità diffusa, favorita dal fatidico «crollo dei valori» (ma quali, ma rispetto a che?), sembrerebbe premiare il suo cinico decisionismo, ma purtroppo o per fortuna gli sfruttati hanno imparato [...] Vai alla recensione »

Lietta Tornabuoni
La Stampa

A Londra, Ken Loach racconta, in concorso, con il sardonico titolo It's a Free World (In questo mondo libero...) e con bravura, la condizione dei lavoratori stranieri vista dai datori di lavoro. Due giovani donne (ma soprattutto una, Kierstan Wareing amabile e spietata) mettono su un'Agenzia per il Lavoro Temporaneo frequentata da polacchi, ucraini o cileni, con succursali a Varsavia e a Kiev, che [...] Vai alla recensione »

Paolo D'Agostini
La Repubblica

I film di Loach sono una sicurezza quando il regista inglese gioca in casa e ritorna sui temi sociali che conosce da vicino. Angie lavora come precaria in un'agenzia di collocamento per immigrati. Conosce tutti i segreti e quando toccherà a lei subire le incertezze del precariato saprà che cosa fare. Assieme all'amica Rose mette su un business nello stesso ramo.

Maurizio Cabona
Il Giornale

Una giovane sfruttata (Kierston Wareing), che - licenziata - si mette a sfruttare, è il personaggio chiave di In questo mondo libero di Ken Loach, infelice traduzione di It's a Free World. Il fatto che al centro della storia ci sia una giovane donna avvenente, una Poor Cow di quarant'anni dopo, permette anche di sfatare il politicamente corretto, come invece un film americano non si sarebbe permesso [...] Vai alla recensione »

Luigi Paini
Il Sole-24 Ore

Angie non è cattiva. Semplicemente, In questo mondo libero..., ha capito che i buoni, quelli dei film e delle favole, soccombono. Si tratta dunque di mettersi sotto, di lasciare da parte le remore morali, di darsi da fare come gli altri, perché altrimenti si fa la fame. La giovane protagonista del film di Ken Loach è un'impiegata di punta di un'agenzia londinese che recluta lavoratori all'Est.

Maurizio Cabona
Il Giornale

Che cosa fanno gli sfruttati, se si emancipano? Sfruttano. Lo constata Ken Loach in In questo mondo libero, in concorso ieri alla Mostra di Venezia. Il titolo rende male l'originale, It's a Free World («È un mondo libero»), che evoca ironicamente l'autodefinizione di «mondo libero» degli Stati Uniti e dei loro alleati, riferendola ai cambiamenti economici globalizzanti.

Valerio Caprara
Il Mattino

Con It's a Free World, al contrario, l'inglese Ken Loach fa il verso a se stesso: l'odissea di due donne immigrate nell'illegalità, a cui le costringerebbe il governo «borghese», appartiene in pratica alla routine polemico-sindacalistica dell'autore de Il mio nome è Joe e Lady Bird Lady Bird. Impegnato soltanto a scuotere l'opinione pubblica dei compatrioti, il regista ricicla uno stile documentaristico [...] Vai alla recensione »

NEWS
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sabato 1 settembre 2007
Tirza Bonifazi Tognazzi

Il film Dopo Il vento che accarezza l'erba lo sceneggiatore Paul Laverty aveva voglia di gettare uno sguardo contemporaneo sulla Gran Bretagna. Quella che inizialmente doveva essere la storia di tre ragazzi che lavorano in un capannone alle prese con [...]

winner
osella per la migliore scenegg.ra
Festival di Venezia
2007
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