In questo mondo libero...

Quando la vittima diventa carnefice

I film di Loach sono una sicurezza quando il regista inglese gioca in casa e ritorna sui temi sociali che conosce da vicino. Angie lavora come precaria in un'agenzia di collocamento per immigrati. Conosce tutti i segreti e quando toccherà a lei subire le incertezze del precariato saprà che cosa fare. Assieme all'amica Rose mette su un business nello stesso ramo. Ma fuori dalla legge. Trattano - senza autorizzazioni, senza pagare tasse- il lavoro nero degli immigrati clandestini. Da vittime diventano carnefici. Manipolano, traendone vantaggio, il bisogno e la disperazione. Il pregio del film sta negli spazi ambigui che separano il bene dal male. Angie non è un mostro, una figura moralmente spregevole o diabolica a tutto tondo. Dice a se stessa che basta andare avanti così solo per un po' per assestarsi e poi fare le cose in regola. È questo l'aspetto più prezioso dei migliori film di Loach, il sottrarsi al manicheismo. Il suo vedere senza paraocchi ideologici i temi etici che attraversano tutta la società, le classi, gli esseri umani. Però il suo è anche un cinema che, in senso espressivo, non riserva molte sorprese: i suoi film sono un appuntamento che fa piacere ritrovare ogni volta più o meno uguale alla precedente.
Da La Repubblica, 28 settembre 2007

di Paolo D'Agostini, 28 settembre 2007