luca scial�
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lunedì 14 settembre 2015
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quando una sfruttata diventa sfruttatrice
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Gli anni passano, ma il cinema di Ken Loach resta. Perchè restano i soliti problemi, quelli che caratterizzano il Mondo da sempre. In questa sede il regista britannico si occupa di sfruttatori e sfruttati, schiavi e padroni, più precisamente, di immigrati ricattabili. Ad approfittarsi di loro Angie, bionda mozzafiato, con un figlio che non vede mai, accudito dai suoi genitori. Dopo tanti lavori precari e sottopagati, decide di sfruttare il business degli immigrati dell'est, arricchendosi sulla propria pelle. Si trasforma così in una cinica senza scrupoli.
Sono passati quasi dieci anni da questo film ma non è cambiato niente. Il realismo col quale è raccontato, quello che caratterizza sempre i film di Loach anche in tempi più recenti rispetto agli inizi, ce lo mostra in tutta la sua crudezza.
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Gli anni passano, ma il cinema di Ken Loach resta. Perchè restano i soliti problemi, quelli che caratterizzano il Mondo da sempre. In questa sede il regista britannico si occupa di sfruttatori e sfruttati, schiavi e padroni, più precisamente, di immigrati ricattabili. Ad approfittarsi di loro Angie, bionda mozzafiato, con un figlio che non vede mai, accudito dai suoi genitori. Dopo tanti lavori precari e sottopagati, decide di sfruttare il business degli immigrati dell'est, arricchendosi sulla propria pelle. Si trasforma così in una cinica senza scrupoli.
Sono passati quasi dieci anni da questo film ma non è cambiato niente. Il realismo col quale è raccontato, quello che caratterizza sempre i film di Loach anche in tempi più recenti rispetto agli inizi, ce lo mostra in tutta la sua crudezza. E se spesso i film di Loach lasciano sempre un dubbio e un barlume di speranza, questo invece ci lascia l'amarezza della certezza che lo sfruttamento dell'immigrazione non finirà mai.
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filippo catani
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venerdì 19 dicembre 2014
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guerra tra disperati
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Angie lavora per un agenzia di collocamento che tratta soprattutto con i lavoratori dell'Europa dell'Est. Una volta licenziata, separata con un figlio, la donna decide di mettere su una agenzia propria in nero con l'aiuto della sua coinquilina.
Nonostante siano passati sette anni dalla realizzazione di quest'opera, la sua attualità è veramente stringente in quanto Loach mette in scena la più classica delle guerre tra i poveri. Da una parte troviamo persone più o meno disperate chi in fuga perchè perseguitato politico e chi semplicemente in cerca di fortuna. Queste persone sono disposte a tutto pur di essere pagate ma allo stesso tempo non accettano di essere sfruttati o presi in giro.
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Angie lavora per un agenzia di collocamento che tratta soprattutto con i lavoratori dell'Europa dell'Est. Una volta licenziata, separata con un figlio, la donna decide di mettere su una agenzia propria in nero con l'aiuto della sua coinquilina.
Nonostante siano passati sette anni dalla realizzazione di quest'opera, la sua attualità è veramente stringente in quanto Loach mette in scena la più classica delle guerre tra i poveri. Da una parte troviamo persone più o meno disperate chi in fuga perchè perseguitato politico e chi semplicemente in cerca di fortuna. Queste persone sono disposte a tutto pur di essere pagate ma allo stesso tempo non accettano di essere sfruttati o presi in giro. Dall'altra parte c'è una giovane donna abbandonata dal compagna e con un figlio problematico di cui si occupano i nonni. Questa donna è capace di generosità e amore come di atti senza scrupoli pur di mettere insieme un po' di denaro per se e la famiglia. Ovviamente non può e non deve esserci un lieto fine perchè ovviamente chi è che si avvantaggia dalle regole di questo mondo libero? Ovviamente i soliti noti secondo Loach (e non solo). Di stringente attualità la conversazione che padre e figlia hanno seduti sulla panchina dei giardinetti pubblici. Come sempre Loach non teme di sollevare un tema scomodo e nel farlo non nasconde certo la mano in quanto i suoi pensieri e la sua opinione sono assolutamente ben chiari.
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luca guerini
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martedì 16 ottobre 2012
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riflessione mai banale sul mondo del lavoro
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Le espressioni della quasi debuttante protagonista resteranno a lungo impresse nella memoria di chi ha visto il film perchè "In questo mondo libero" è un film che non si dimentica facilmente grazie ad una superba sceneggiatura. Ad aprire spiragli di riflessione è Ken Loach, uno dei pochi registi rimasti a far riflettere e non solo intrattenere il pubblico che va al cinema. Il regista dà risposte ad un problema molto sentito ed è compito di tutti meditare.
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dario
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giovedì 8 settembre 2011
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super realistico
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Per quanto sia a rischio retorica, il film riesce a procedere con encomiabile impegno. E' duro, spietato, incalzante, implacabile e quanto mai incisico. Loach descrive un'umanità alla deriva, abbandonata, disperata, ma decisa a vivere a tutti i costi, ricorrendo persino a mezzi primitivi, irrazionali, crudeli. Predica convincente, imbarazzante e commovente che ha poche uguali quale specchio della realtà odierna. Bravissimi tutti gli interpreti. Regia sicura, senza sbavature, molto compresa, seria con giusta ambizione civile.
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fabrizio cirnigliaro
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martedì 2 febbraio 2010
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non tutto si può comprare
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La sceneggiatura di Paul Laverty, non lascia allo spettatore il tempo di studiare inquadrature, di seguire la macchina da presa, di giudicare la regia di Ken Loach, il cui stile cambia improvvisamente durante la scena del rapimento del figlio di Angie. Mentre Rosie si fa degli scrupoli, Angie riesce a tirar fuori il peggio di se stessa. E’ sempre lei a prendere l’iniziativa, nel bene , ma soprattutto nel male. L’agenzia darà lavoro ad immigrati clandestini, trovandogli un alloggio fatiscente, passaporti falsi e facendo grossi guadagni su ognuna di queste cose. Siamo tornati indietro di 100 anni se un posto letto può essere condiviso da due operai, visto che si alternano con dei turni massacranti di 12 ore ciascuno.
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La sceneggiatura di Paul Laverty, non lascia allo spettatore il tempo di studiare inquadrature, di seguire la macchina da presa, di giudicare la regia di Ken Loach, il cui stile cambia improvvisamente durante la scena del rapimento del figlio di Angie. Mentre Rosie si fa degli scrupoli, Angie riesce a tirar fuori il peggio di se stessa. E’ sempre lei a prendere l’iniziativa, nel bene , ma soprattutto nel male. L’agenzia darà lavoro ad immigrati clandestini, trovandogli un alloggio fatiscente, passaporti falsi e facendo grossi guadagni su ognuna di queste cose. Siamo tornati indietro di 100 anni se un posto letto può essere condiviso da due operai, visto che si alternano con dei turni massacranti di 12 ore ciascuno.
Sono loro, gli immigrati clandestini, gli schiavi del nuovo millennio, occasione di guadagno per le mafie locali, per i caporali e per i padroni. “Vengono da un mondo sconfitto”, sono gli esclusi, gli invisibili, colpevoli di aver portato il terzo mondo dentro ai nostri confini.
Rosarno non è un’eccezione, bisogna essere ciechi per non accorgersi di cosa sta succedendo nei magazzini/dormitori di Prato, in piazzale Lotto a Milano, dove i caporali reclutano quotidianamente gli operai necessari per una giornata di lavoro, nelle cucine dei ristoranti, nei centri smistamento dei pacchi delle grandi multinazionali della logistica. Tre anni fa c’è stata la rivolta dei cinesi nella Chinatown milanese, l’anno scorso è stata la volta degli africani a Castelvolturno, settimana scorsa sono stati gli immigrati clandestini di Rosarno a ribellarsi, con la conseguente caccia all’uomo”spontanea” dei cittadini calabresi.
Piccoli fuochi sparsi per lo stivale che fanno presagire una tensione sociale pronta ad esplodere, pericolosa. Basta ricordarsi dell’indifferenza dell’opinione pubblica nei confronti dei cori e degli insulti razzisti ricevuti settimanalmente da Mario Balotelli, giovane calciatore italiano i cui atteggiamenti in campo non sono certamente più irrispettosi rispetto a quelli tenuti dai colleghi Totti, Maresca etc etc.
Il calcio, come ha più volte dimostrato Ken Loach nei suoi film, può essere un’ottima metafora per evidenziare i problemi che affliggono la nostra società. In questo mondo libero manca la libertà di vivere una vita degna di essere vissuta, in alloggi rispettabili per degli uomini, con stipendi regolari, assistenza sanitaria, e senza il timore che qualcuno ci spari o ci prenda a mazzate se decidiamo di ribellarci, di occupare un a fabbrica, di difendere i nostri diritti civili.
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lalli
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mercoledì 10 giugno 2009
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bravo loach
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non tra miglior film di Loach ma comunque un buon film sui riflettere mooooolto.
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miaobaubee
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venerdì 1 maggio 2009
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realistico
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realistico, viene mostrato il mondo dello sfruttamento in una maniera non ipocrita, e senza false speranze
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jechila
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martedì 17 marzo 2009
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libertà
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film crudo e tetro. protagonista un pò troppo sgualdrina ma con le palle, che si imbatte in una cosa più grande di lei. Purtroppo l'unico a soffrirne è il piccolo jamie. con una fine aperta.
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kritika83
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martedì 20 gennaio 2009
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carnefice o...vittima?
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Il cinismo e l'ipocrisia come mezzo per andare avanti, ovvero non guardare in faccia a nessuno, nemmeno a chi, sostretto dalla necessità vive in un baraccopoli alla periferia di Londra. E' questo il "way of life" della protagonista,trentenne ragazza madre, licenziata ingiustamente per non aver tenuto un comportamento "consono" di fronte ai suoi superiori... Sebbene carnefice, e a capo di una improba agenzia di collocamento che recluta i più "disgraziati", Angie è allo stesso tempo vittima. Vittima di un uomo che "a 25 anni ha smesso di lavorare" e non ha voluto crescere il figlio, vittima di una società che sembra garantire sempre meno un posto sicuro, vittima alla fine (anche se qualcuno potrebbe dire "se l'è cercata") di creditori aggressori.
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Il cinismo e l'ipocrisia come mezzo per andare avanti, ovvero non guardare in faccia a nessuno, nemmeno a chi, sostretto dalla necessità vive in un baraccopoli alla periferia di Londra. E' questo il "way of life" della protagonista,trentenne ragazza madre, licenziata ingiustamente per non aver tenuto un comportamento "consono" di fronte ai suoi superiori... Sebbene carnefice, e a capo di una improba agenzia di collocamento che recluta i più "disgraziati", Angie è allo stesso tempo vittima. Vittima di un uomo che "a 25 anni ha smesso di lavorare" e non ha voluto crescere il figlio, vittima di una società che sembra garantire sempre meno un posto sicuro, vittima alla fine (anche se qualcuno potrebbe dire "se l'è cercata") di creditori aggressori. Che resta da fare in un mondo libero come questo? continuare ad agire "in libertà, per paradosso, in maniera recidiva.
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mary
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domenica 4 gennaio 2009
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francamente...
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Il fumetto inverosimile di una persona che più che spregiudicata è demente (vedi la vera o falsa diffida al mafioso che fa capire quanto netta sia la contrapposizione di rischi e potere )e sostanzialmente immorale ( poteva cercarsi un'altro lavoro)..serve questo fumetto... a Loach per la solita..non lezione (approfondimenti non ce ne sono)..ma tiritera illustrativa...con immagini davvero desolanti (i polacchi che pagano..vedi ultima scena). Ora il fumetto lo definisce come cinema. Anno zero o altre trasmissioni del genere dicono molto ma molto di più. Un film mai stemperato da altre note ( la storia col polacco..ma per favore!!).Ossessivo..serve fino all'inverosimiglianza...il bisogno di Loach di farci vedere la sua nera visione dove riscatti non esistono più in nessun luogo, da nessuna parte, in nessuna persona .
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Il fumetto inverosimile di una persona che più che spregiudicata è demente (vedi la vera o falsa diffida al mafioso che fa capire quanto netta sia la contrapposizione di rischi e potere )e sostanzialmente immorale ( poteva cercarsi un'altro lavoro)..serve questo fumetto... a Loach per la solita..non lezione (approfondimenti non ce ne sono)..ma tiritera illustrativa...con immagini davvero desolanti (i polacchi che pagano..vedi ultima scena). Ora il fumetto lo definisce come cinema. Anno zero o altre trasmissioni del genere dicono molto ma molto di più. Un film mai stemperato da altre note ( la storia col polacco..ma per favore!!).Ossessivo..serve fino all'inverosimiglianza...il bisogno di Loach di farci vedere la sua nera visione dove riscatti non esistono più in nessun luogo, da nessuna parte, in nessuna persona ..La nera pentita!!..altra chicca fuoriluogo e il rapimento del bambino..ma ancora Per Favore!!.
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