kilomètre zéro

Il primo film curdo-iracheno (apertura della Competizione Ufficiale a Cannes) delude le aspettative. anche perche' il regista e' lo stesso del sorprendente e vitale 'Vodka Lemon' che aveva interessato tutti a Venezia due anni fa.Ora torna con una storia che racconta di un soldato curdo arruolato a forza nell'esercito di Saddam che si trova a dover trasportare la bara di un commilitone ucciso attraverso un territorio desertico per restituirla ai familiari. Saleem si perde in un film sciovinista che vorrebbe essere dalla parte dei curdi ma si limita a sommare delle scenette che dovrebbero, almeno nelle intenzioni, essere spiritose e corrosive nei confronti del regime del dittatore. Perde quindi quasi totalmente il surrealismo leggero ed efficace che aveva marcato la sua opera precedente in favore di un film che non e' neppure possibile definire militante. E' un peccato, perche' il cinema di un popolo che ha da poco ritrovato la liberta' non puo' permettersi occasioni mancate. 