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Lost: ai confini della televisione

Da stasera su Fox la quinta stagione di Lost.
di Mattia Nicoletti

Persi e ripersi
Evangeline Lilly (Nicole Evangeline Lilly) (45 anni) 3 agosto 1979, Fort Saskatchewan (Canada) - Leone. Interpreta Kate Austen nel film di Jeffrey Lieber, Damon Lindelof, J.J. Abrams Lost - Stagione 5.

lunedì 6 aprile 2009 - Televisione

Persi e ripersi
Abbiamo ritrovato i persi. Per la quinta volta. Ce ne sarà una sesta, ma questa la ricorderemo. Il tempo, che J.J. Abrams domina come se si muovesse con i suoi personaggi tra passato presente e futuro, diventerà ancora più protagonista. Più di Sawyer, più di Jack, più di Sayid e Hurley, più di Kate, Jin e Sun. Perfino più di Ben, il deus ex-machina di questa condizione scandita dalle lancette che si spostano random avanti e indietro. Mentre Locke giace disteso in attesa del suo momento. Lo spettatore ha smarrito nelle stagioni trascorse l'orientamento e ha bisogno di un riassunto delle puntate precedenti? A quello ci penserà Hugo in una sequenza da antologia nel primo episodio, ma anche se si possiede una bussola ci sarà poco da fare, perchè dopo qualche puntata comincerà ad impazzire.

Spaesamento
Lost, lo sanno tutti, significa "persi". Persi i protagonisti, su un'isola o sulla terra ferma, in balia del tempo, persi gli spettatori che attendono dei segnali certi, dei punti fermi, a cui ancorarsi per non andare alla deriva. Lo spaesamento conduce chi guarda a navigare a vista, seguendo i personaggi e tenendoli per mano nei loro spostamenti spazio-temporali per cercare di credere e sperare in una fine plausibile. All'inizio della serie, qualcuno sosteneva che Lost (insieme a House e 24) avesse bisogno di più visioni per un totale comprensione. Nella quinta stagione questa ipotesi è una necessità. Mano ai registratori quindi, o in casi limite, ricorso alle repliche.

Nel regno del possibile
Alcuni detrattori di Lost hanno criticato e ironizzato sulla serie per le situazioni impossibili che coinvolgono i protagonisti. Il discorso è che una logica nel gioiello di J.J. Abrams esiste sempre, e tassello dopo tassello il puzzle lentamente si compone. Non si può essere passivi però, bisogna riflettere, pensare, fare lavorare la mente, perchè Lost non è solo da vedere è da vivere. Attimo dopo attimo, avanti e indietro.

Ai confini della realtà
E allora l'obiettivo è lasciarsi coinvolgere, immergersi in uno spazio-tempo ignoto, e assistere a un futuro che è passato, a un presente che è futuro, a un destino che è beffardo e premonitore.
D'altra parte l'importante è essere testimoni di ancora una volta di una serie televisiva che non è disposta a essere dichiarata la capostipite della "nuova onda", ma che ancora desidera mettersi in gioco e a stabilire dei nuovi standard. Essere persi è uno stato mentale, un modo per trascendere la storia e riflettere, una semplice via per evadere e trovarsi in un nuovo mondo ai confini della realtà.

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