Titolo originale | On connait la chanson |
Anno | 1997 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Francia |
Durata | 120 minuti |
Regia di | Alain Resnais |
Attori | Lambert Wilson, Pierre Arditi, Sabine Azéma, Jean-Pierre Bacri, André Dussollier Agnès Jaoui, Jane Birkin, Jean-Paul Roussillon, Nelly Borgeaud, Götz Burger, Jean-Pierre Darroussin, Charlotte Kady, Jacques Mauclair, Pierre Meyrand, Claire Nadeau. |
Uscita | venerdì 20 marzo 1998 |
Tag | Da vedere 1997 |
Distribuzione | Cinecittà Luce |
MYmonetro | 3,47 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 3 maggio 2013
Due sorelle, una creativa e sensibile, l'altra pragmatica e insoddiffatta. E gli uomini girano intorno: c'è il marito dell'insoddisfatta, scialbo e stanco, che poi si rivela non essere tale. Il film è stato premiato al Festival di Berlino,
CONSIGLIATO SÌ
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Camille, una guida turistica che sta per laurearsi, si innamora di Marc, un agente immobiliare senza scrupoli incontrato nel corso di una visita ad un appartamento dalla vista mozzafiato.
Simon, un timido impiegato che lavora per Marc è segretamente innamorato della ragazza di cui non perde una visita guidata. Nel frattempo fa ritorno a Parigi Nicolas, l'ex fidanzato di Odile, sorella di Camille, alla ricerca di una casa...
Esponente della Nouvelle Vague, Alain Resnais si è sempre distinto per un cinema connotato da una forte sperimentazione formale, per poi successivamente concentrarsi sulla messa in scena di complessi meccanismi narrativi in cui si intrecciano generi e talvolta anche tempi diversi, avvalendosi di un gruppo di attori che ritornano di film in film, come Sabine Azéma, Pierre Arditi, André Dussolier.
Levità e gravità si combinano egregiamente in Parole parole parole, una commedia musicale dove in un crocevia di situazioni si intrecciano i percorsi di personaggi finemente ritratti dall'abile duo di sceneggiatori, Agnès Jaoui e Jean-Pierre Bacri, che nella pellicola recitano nei panni rispettivamente di Camille e di Nicolas. Una scrittura originale e raffinata dal ritmo impeccabile dove in alcuni momenti i personaggi cantano in playback e i dialoghi sono sostituiti da celebri canzoni che ne rivelano in un certo modo i dubbi, le emozioni, i pensieri. Un metodo già sperimentato nella pellicola, La vita è un romanzo, ma che in quest'ultima opera viene sviluppato ulteriormente, un chiaro omaggio al regista televisivo britannico Dennis Potter e al suo cinema tragico e al contempo derisorio, graffiante.
On connaît la chanson, titolo che in italiano rimanda alla celebre canzone composta da Chiosso, Del Re e Ferrio nella versione interpretata da Dalida e da Alain Delon, è un film che riflette sull'essere e apparire, sull'amore e più in generale sull'essere umano e le sue debolezze. Un piccolo capolavoro, firmato da un maestro d'oltralpe.
Due sorelle, una creativa e sensibile, l'altra pragmatica e insoddiffatta. E gli uomini girano intorno: c'è il marito dell'insoddisfatta, scialbo e stanco, che poi si rivela non essere tale. C'è lo scrittore per la radio che deve anche vendere appartamenti per arrotondare, c'è il manager cinico: entrambi sono innamorati della "creativa". E poi ecco un ipocondriaco che ha problemi con la moglie. Nel frattempo i protagonisti cantano vecchie canzoni dai contenuti inseriti nella storia: il flashback iniziale mostra il generale che nel '44 non obbedì all'ordine di Hitler e salvò Parigi, e canta (con la voce della Piaf) "j'ai deux amours, mon pays et Paris". Naturale, reale, poetico, geniale. Quando un autore arriva a settantasette anni o è stanco o è perfetto ed essenziale. Per Resnais vale la seconda regola. Attori, tempi, dialogo, misure, tutto perfetto. E senza la minima traccia di "spocchia francese". Ne è nato uno dei migliori film della stagione.
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Rèsnais prende situazioni e personaggi di una quotidianità quasi paradossale, non esaspera la psicologizzazione di questi ultimi come in Cuori . In quest'opera è fondamentale la musica, i personaggi cantano come in un'operetta, come in un musical, la musica ha sostanzialmente tre funzioni : La prima è quella di svelare le menzogne dei protagonisti che spesso [...] Vai alla recensione »
Consiglio a tutti questo film, raffinato ed originale.Io non sono di certo un intellettuale, ma le opere intelligenti le capisco anch'io. Certo bisogna capire il senso, ma non è certo difficile, un minimo di pazienza e di predisposizione. Molto bello...
All'inizio di Parole, parole, parole... di Alain Resnais, Hitler telefona imperioso al suo generale comandante delle truppe d'occupazione tedesca in Francia durante la seconda guerra mondiale. Urla: "Parigi deve essere distrutta! Immediatamente!". Disperato, il generale attacca a cantare, con la voce di Josephine Baker: "J'ai deux amours, mon pays et Paris.