Rosso d'autunno

Nel giorno di Halloween, la polizia bussa alla porta dello psichiatra infantile Jake Rainer per chiedere il suo aiuto riguardo l'omicidio di una facoltosa coppia di Baltimora, i Warden. Sul luogo del delitto viene trovato Tim, un bambino autistico di nove anni che ha visto in faccia l'assassino dei suoi genitori, e Sylvie, la sorella maggiore diciottenne che afferma di non ricordare niente. Jake, inizialmente riluttante a collaborare alle indagini a causa di un trauma ancora recente con un giovane paziente, decide alla fine di adottare i due ragazzi e di cercare di liberare dall'involucro dei ricordi di Tim la soluzione dell'omicidio.
Fumoso e dilettevole come una partita a poker, il thriller prevede l'applicazione di alcune semplici regole di genere per articolare combinazioni e scale di vario tipo. A volte reali e talmente avvincenti da farci perdere calma e serenità per la sua risoluzione, a volte minime e piene di bluff, dove la posta in gioco è talmente bassa che la perdita più grossa è quella di tempo. Rosso d'autunno mette continuamente in scena le carte da gioco e i suoi principi, ma alla fine cala sul tavolo solo una scala minore, una soluzione che punta in ribasso pur avendo tutto da perdere. L'errore di Bruce Beresford (qui incapace di bluffare con le emozioni dello spettatore così come era riuscito in precedenza con A spasso con Daisy) pare quello del giocatore inesperto che paga l'eccitazione di trovarsi da subito in mano ottime carte: un Re (Richard Dreyfuss), due Jack (John Lithgow e J.T. Walsh) e una giovane Regina di Cuori come Liv Tyler (al primo vero ruolo per il cinema, dopo la partecipazione ad alcuni videoclip degli Aerosmith).
Mancherebbe solo l'Asso, ma purtroppo la sceneggiatura pesca solo dal mazzo degli scarti e non tenta di elevarsi dalla mediocrità dei più pallidi luoghi comuni dei gialli girati per la televisione. Lo psichiatra tormentato dai sensi di colpa, il bimbo autistico e geniale, la ragazza ninfetta e ambigua, un delitto che cela un segreto di famiglia: Rosso d'autunno gioca con troppe poche carte e per giunta troppo scoperte per essere realmente appassionante o convincente.
La trama cerca di giustificarsi fornendo spiegazioni complesse ad una risoluzione semplicissima, e lo spettatore, più che gelarsi fra le foglie rosse del tardo autunno, al massimo si intorpidisce per un tiepido brivido di fine estate. 