Frenzy

Film 1972 | Giallo V.M. 14 116 min.

Regia di Alfred Hitchcock. Un film Da vedere 1972 con Billie Whitelaw, Alec McCowen, Jon Finch, Barry Foster, Barbara Leigh-Hunt, Anna Massey. Cast completo Genere Giallo - Gran Bretagna, 1972, durata 116 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 - MYmonetro 3,29 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Bob Rusk, un commerciante di verdura londinese, preso da raptus, violenta le donne e le strangola. Tuttavia i sospetti cadono su un ex pilota della Ra... Il film ha ottenuto 4 candidature a Golden Globes,

Consigliato sì!
3,29/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA
PUBBLICO 3,57
CONSIGLIATO SÌ

Bob Rusk, un commerciante di verdura londinese, preso da raptus, violenta le donne e le strangola. Tuttavia i sospetti cadono su un ex pilota della Raf, uno sbandato. Alcuni indizi portano, però, a fermare il colpevole, mentre questi si sta disfacendo del corpo della sua terza vittima.

a cura della redazione
giovedì 3 agosto 2006

Frenzy, penultimo film di Hitchcock, giunse a risollevare la fama - e il morale - del regista dopo il fiasco di Topaz (1969) e dopo un decennio in cui l'entusiasmo del pubblico per i film del Maestro era andato pian piano raffreddandosi. Hitch aveva attraversato un periodo di incertezza prima di scegliere il soggetto del suo nuovo film; a quell'epoca aveva un contratto con la Universal che gli consentiva molta libertà di movimento, a patto che non superasse il budget, piuttosto basso, di tre milioni di dollari.
Finalmente Hitch si imbatté nel romanzo dell'inglese Arthur La Bern Goodbye Piccadilly, Farewell Leicester Square (pubblicato nel 1966), ne acquistò i diritti e cominciò a lavorarci sopra. La storia raccontava di un maniaco assassino di donne e aveva qualcosa in comune con una vecchia sceneggiatura che il regista aveva in mano fin dagli inizi degli anni '60 e che a un certo punto aveva deciso di intitolare Frenzy; il titolo passò poi al nuovo film. Come sceneggiatore Hitchcock volle Anthony Shaffer, il cui dramma Sleuth, una sorta di thriller, andava in quel periodo per la maggiore sui palcoscenici di Londra e New York; la scelta si rivelò felice e il lavoro procedette spedito (pare che l'unico scontento del risultato fosse l'autore del romanzo).
Poiché l'azione del film si svolgeva a Londra, fu deciso di girare sul posto e negli studi inglesi di Pinewood. Era l'estate del 1971 e, a parte qualche ripresa per L'uomo che sapeva troppo nel 1955, Hitchcock non lavorava in Gran Bretagna da ben ventidue anni, e cioè da Paura in palcoscenico. La sua città natale lo accolse con grande entusiasmo; Hitch si sentì presto a suo agio e la lavorazione di Frenzy costituì così un'esperienza piacevole e divertente.
Gli interpreti, nonostante fossero perlopiù sconosciuti o quasi al pubblico americano, erano quasi tutti attori teatrali celebri a Londra: i loro volti poco hollywoodiani - insieme naturalmente alla recitazione, complessivamente di elevata qualità - contribuirono a determinare quel sapore "realistico" rintracciabile in Frenzy.
Il film fu presentato al Festiva! di Cannes nel 1972; Hitchcock vi giunse preoccupato e nervoso, ma tutto si svolse poi nel migliore dei modi: il film ricevette - in quell'occasione e in seguito - un'accoglienza calorosa, dissipando ogni timore del regista. Al successo di pubblico sì aggiunsero i riconoscimenti della critica internazionale; qualche riserva venne fatta a proposito delle scene di maggior crudezza, abbastanza lontane dalle rappresentazioni di violenza dei film di Hitchcock, di grande drammaticità, certo, ma per lo pìù "stilizzate" (c'è da dire, anche per quanto riguarda le immagini di nudo, che la censura si era venuta in quel tempo allentando: eppure la decisione di Hitch di girare Psyco, dieci anni prima, in bianco e nero per evitare il rosso del sangue di Marion Crane non era dovuta a motivi di censura, ma a una scelta stilistica ben precisa). Più fredde furono invece le recensioni inglesi, forse per un certo risentimento nei confronti del regista, che non aveva trattato poi tanto bene l'immagine del suo Paese.
A prima vista può sembrare incredibile che Hitchcock sia autore di film tanto diversi gli uni dagli altri: ogni volta egli sa svelare un aspetto nuovo, e sempre estremamente interessante, delle possibilità offerte dalla "settima arte". In Frenzy colpisce la caratterizzazione in chiave realistica degli ambienti e dei personaggi (la routine quotidiana al Covent Garden, i pub, i mercati, il sudore di Rusk, il suo vizio di tormentarsi i denti), la crudezza di certe scene (l'omicidio di Brenda, la "colluttazione" di Rusk con il cadavere di Babs), la capacità del regista nel rendere - lui, ormai ultrasettantenne - alcuni aspetti, anche se forse i più esteriori, della vita contemporanea (i problemi dell'inquinamento, le libertà del linguaggio, i rapporti di coppia). Colpisce l'attenzione dedicata al cibo, con il suo implicito riferimento alla fisicità e alla "carnalità" presenti in tutto il film (la frutta e la verdura ai mercati, l'uva regalata da Rusk a Dick, le patate fra cui è nascosto il corpo di Babs, la mela morsicata da Rusk prima e dopo l'uccisione di Brenda, le uova con il bacon divorate con gusto dall'ispettore e, soprattutto, la serie di disgustosi manicaretti propinati a quest'ultimo dalla moglie). Colpisce infine l'impossibilità di identificarsi con alcuno dei due protagonisti: Rusk è viscido e odioso e, a differenza di Norman Bates, non desta il minimo sentimento di compassione; Dick è immaturo e egoista e, per quanto sfortunato, non fa quasi mai pena. Davvero azzeccata la definizione che Truffaut diede del film: "una nuova fiaba macabra, dalla quale ogni sentimento è escluso".
Molte novità, dunque. Eppure, a ben guardare, Frenzy è disseminato di parecchi temi rintracciabili in tutta l'opera di Hitch. Vi è il leitmotiv dell'innocente ingiustamente accusato e della non attendibilità delle apparenze, che si unisce al tema altrettanto ricorrente della ricerca dell'assassino; vi sono le difficoltà del matrimonio e dei rapporti uomo-donna, spesso infelici, se non addirittura violenti o tragici; precisi riferimenti - non solo nella trama, ma anche nei dialoghi, dove viene citato Jack lo Squartatore - rimandano al primo film di Hitchcock, The Lodger (1926); il confronto fra i due protagonisti maschili ricorda quello dell'Altro uomo (persino il particolare del fermacravatte risale a quel film di vent'anni prima); la sessualità vissuta in modo patologico rievoca immediatamente Psyco. Al di là poi ditemi e spunti caratteristici di un po' tutta l'opera del regista, quello che fa di Frenzy un film veramente hitchcockiano è la sua felicità narrativa e la potenza delle soluzioni visive. A proposito di queste ultime, solo qualche esempio: la sconvolgente lividezza espressionista della sequenza sul camion; il contrasto, ironico e amaro, fra le ariose, trionfali inquadrature d'inizio, che mostrano una maestosa Londra dall'alto, e l'immagine cupa, quasi catacombale, del baule nell'appartamento di Rusk, appropriato suggello finale. E, soprattutto, tre inquadrature, dove scompaiono personaggi e rumori, e rimane solo l'occhio della macchina da presa, che, muta e atterrita, testimonia allo spettatore l'inevitabilità del male: l'inquadratura - immobile e interminabile - che mostra l'edificio dove ha sede l'agenzia matrimoniale, in attesa dell'urlo della segretaria che scopre il cadavere di Brenda; l'inquadratura durante la quale la macchina da presa arretra lentamente dalla porta dell'appartamento di Rusk (dove di lì a poco si consumérà l'omicidio di Babs), scende le scale e giunge fino in strada, dove ricompaiono suoni e persone della vita di tutti i giorni (l'orrore si mescola alla quotidianità più banale); l'inquadratura, infine, in cui appare, al di là di una porta a vetri, l'aula del tribunale dove si sta pronunciando la sentenza contro Dick Blaney: dietro quella porta chiusa, per alcuni istanti, la voce del giudice non è più udibile, per quanto lo spettatore frema per sapere; quando poi la porta viene riaperta, l'ingiusta, terribile condanna a venticinque anni di carcere cade come un macigno.


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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
mercoledì 30 gennaio 2019
samanta

Frenzy è il penultimo film di Hitchcock (seguirà Complotto di famiglia) il film fu a suo tempo un buon successo sia di pubblico che di critica. Hitch è un pò diverso dal solito le scene di violenza sono un più cruente e ci sono alcune scene sia pure leggere di nudo, insomma si è adeguato all'evoluzione del cinema.

martedì 12 gennaio 2016
Great Steven

FRENZY (USA, 1972) diretto da ALFRED HITCHCOCK. Interpretato da JON FINCH, ALEC MCCOWEN, BARRY FOSTER, BILLIE WHITELAW, ANNA MASSEY, BARBARA LEIGH-HUNT, BERNARD CRIBBINS, VIVIEN MERCHANT, MICHAEL BATES, CLIVE SWIFT A Londra fanno molto scalpore le notizie di cronaca che parlano di un misterioso maniaco sessuale psicopatico noto come "l’assassino delle cravatte", per via della sua [...] Vai alla recensione »

sabato 1 giugno 2013
de ridder

penultimo film di hitchcock,girato nella sua londra,nei quarieri che ha visto da piccolo,in particolare covent garden ,mercato della frutta ,poi abbattuto nel 1974.frenzy è un film pessimista,e anticipa molle problematiche che proprio in questi anni viviamo.come sempre il maestro è un grande visionario.ma partiamo dal titolo ,appunto, frenzy,frenetico,caotico,pazzo,ma non solo è diretto al serial killer [...] Vai alla recensione »

giovedì 26 aprile 2018
Norman

 Siamo negli anni '70 e la violenza, complice anche il celeberrimo Psycho che nel decennio precedente fece da spartiacque, è ormai accettata al cinema. Così ne approfitta anche Hitchcock, che per la prima volta la esplicita in maniera sfacciata. Se finora l'aveva soltanto fatta intuire allo spettatore, a causa della censura molto stretta degli anni precedenti, in Frenzy, [...] Vai alla recensione »

mercoledì 29 novembre 2023
Dandy

Al penultimo film.Hirckcock(che appare nel prologo tra la gente che ascolta il comizio,ed è uno di quelli che non applaudono)torna a Londra dopo 20 anni e,come in "Psycho",racconta la storia di un assassini psicopatico(da un romanzo di Arthur LaBern e ispirandosi probabilmente ad Albert DeSalvo,dalla cui vicenda era già stato tratto "Lo strangolatore di Boston").

mercoledì 26 luglio 2017
elgatoloco

Spiazzante per gli spettatori/le spettatrici, all'epoca, questo grande"Frenzy", grande in quanto Hitchcock, qui, è diverso da sé, si rinnova profondamente, come in realtà aveva sempre fatto, ad ogni nuovo fillm: è già nuova la storia, che parla di un"Landru"che è al tempo stesso un"Jack the Ripper"(bastava già di per [...] Vai alla recensione »

lunedì 11 maggio 2009
Massi23

Sicuramente uno dei "best" di Hitchcock, Frenzy prsenta le solite caratteristiche dei flim hitchcockiani: moltasuspense e un uome che è stato accusato ingiustamente. Forzo un pò eccessivo nelle scene violente è sicuramente un'ottma rilettura del romanzo da cui è stato tratto. Ottimi interpreti.

sabato 1 giugno 2019
elgatoloco

Sembra quasi tautologico ripeterlo, ma che Alfred Hitchcock sia il più grande regista del cinema dagli anni Trenta in poi, credo sia assodato: avendo appreso la lezione del grande espressionismo tedesco(Lang,Murnau, ma non solo )ma soprattutto rielandorandola in maniera assolutamente oirginale, sir Alfred, anche in questo"Frenzy"/1972), suo penultimo film,  tratto da un romanzo [...] Vai alla recensione »

domenica 12 aprile 2015
Contrammiraglio

Nella sua prevedibile hitchochisità, un gran bel film con una sequenza d'antologia, il piano al contrario dopo il delitto, ed una trovata assolutamente geniale: il siparietto dei pranzi del commissario, imperdibili!

venerdì 25 ottobre 2013
Renato C.

E' pur sempre un giallo ben fatto in cui si nota benissimo l'impronta del grande maestro del brivido! Tuttavia, ricordando i suoi grandi classici, questo film pare in tono minore, più sullo stile di Dario Argento che non sul suo. Ci sono diverse scene sadiche e raccapriccianti soprattutto quella dell'assasinio dell'ex moglie del protagonista! Poi la ricerca della spilla nelle mani del cadavere nascosto [...] Vai alla recensione »

venerdì 29 gennaio 2010
Luca Scialo

Un ex ufficiale della RAS compie dei terribili omicidi uccidendo delle donne con una cravatta; ma una serie di coincidenze portano gli investigatori ad incolpare un suo amico ed ex collega. Fino a che... Penultimo film di Hitchcock, denota un certo calo di verve e di pathos. Il film a tratti annoia, scorre lento, in modo elementare, ma comunque non manca di genialità per la sua trama, alcune [...] Vai alla recensione »

Frasi
Che mi importa se mi sente quella zitella acida,... ci vorrebbe un bel lottatore giapponese sul quintale, per stirargli tutte quelle rughe!
Richard Ian Blaney (Jon Finch)
dal film Frenzy - a cura di Gennaro Cilento (gennarocilento75@libero.it)
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