Fiori d'equinozio

Film 1958 | Commedia drammatica, +13 113 min.

Titolo originaleHiganbana
Anno1958
GenereCommedia drammatica,
ProduzioneGiappone
Durata113 minuti
Regia diYasujirô Ozu
AttoriKinuyo Tanaka, Ineko Arima, Yoshiko Kuga, Teiji Takahashi, Chishû Ryû, Miyuki Kuwano Keiji Sada, Shin Saburi.
Uscitalunedì 29 giugno 2015
TagDa vedere 1958
DistribuzioneTucker Film
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
MYmonetro 3,82 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Yasujirô Ozu. Un film Da vedere 1958 con Kinuyo Tanaka, Ineko Arima, Yoshiko Kuga, Teiji Takahashi, Chishû Ryû, Miyuki Kuwano. Cast completo Titolo originale: Higanbana. Genere Commedia drammatica, - Giappone, 1958, durata 113 minuti. Uscita cinema lunedì 29 giugno 2015 distribuito da Tucker Film. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,82 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 23 ottobre 2020

Il primo film a colori di Ozu, che usa una tavolozza elegantemente costellata di vivaci macchie di colore rosso. In Italia al Box Office Fiori d'equinozio ha incassato 18,5 mila euro .

Fiori d'equinozio è disponibile a Noleggio e in Digital Download
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Consigliato assolutamente sì!
3,82/5
MYMOVIES 4,00
CRITICA
PUBBLICO 3,64
CONSIGLIATO SÌ
Il primo film a colori di Ozu, che fotografa una radicale svolta stilistica e contenutistica.
Recensione di Emanuele Sacchi
lunedì 29 giugno 2015
Recensione di Emanuele Sacchi
lunedì 29 giugno 2015

Hirayama Wataru è un ricco dirigente d'azienda: oltre a essere un punto di riferimento professionalmente, amici e conoscenti si rivolgono a lui per dei consigli che possano dirimere anche questioni private particolarmente delicate. Un giorno da lui si presenta il giovane Taniguchi Masahiko, ma la richiesta è molto diversa dal solito: intende infatti chiedere la mano della figlia di Wataru, Setsuko. Ignaro delle inclinazioni della propria figlia e sospettoso di Taniguchi, Wataru intende impedire il matrimonio di Setsuko, gettando nello sconforto la moglie Kiyoko.
Il primo film a colori della carriera di Ozu Yasujiro rappresenta per il maestro un mutamento ben più sostanziale rispetto a quello ovvio e immediatamente percepibile a livello di fotografia. Alla diversa impostazione degli sfondi e alle nuove potenzialità offerte dal ricorso al colore - Ozu sceglie pellicole Agfa in virtù della vividezza dei rossi - il regista fa corrispondere una radicale svolta contenutistica e in parte stilistica rispetto al passato. La struttura di inquadrature e raccordi resta fondamentalmente quella classica: campo e controcampo nei dialoghi, con posizione centrale del personaggio che parla, spesso rivolto in camera; piani collocati tra le scene di dialogo con inquadratura fissa di un corridoio incorniciato da un uscio. Ma a mutare è la sostanza di quel che dicono i personaggi, il motore delle loro azioni e, in ultima analisi, il ruolo morale del coro invisibile rappresentato dallo stesso Ozu. Se in Viaggio a Tokyo e nelle pellicole dell'immediato dopoguerra le ragioni esposte sono prevalentemente quelle dei valori tradizionali del Giappone e della loro salvaguardia di fronte al cinismo imperante della contemporaneità post-bellica, Fiori d'equinozio, datato 1958, trasla in maniera sempre più percettibile verso il punto di vista delle nuove generazioni, soffocate da vincoli anacronistici capaci solo di produrre infelicità. Sono tutte figure femminili, di figlie e mogli, gli assi portanti della sceneggiatura, grazie alla loro espressività verso la macchina da presa: situazioni ricorrenti per il cinema di Ozu, come il pianto a dirotto con dirompente effetto drammatico, sono utilizzate qui in chiave nuova, come atto di disperazione per la conquista di diritti che non possono più essere negati. Un film aperto dalla solennità di una cerimonia nuziale, in cui vive tutto il portato di una tradizione millenaria, lentamente sgretolata dallo svuotamento di senso di pratiche ricorrenti simil-feudali, come l'istituzione di matrimoni combinati. Ozu sottolinea una nuova intimità, specie nelle scene che coinvolgono personaggi dello stesso sesso, con dialoghi quasi licenziosi, per dimostrare come tutte le generazioni, più o meno consapevolmente, siano oggetto di un cambiamento continuo e come i valori umani di solidarietà e affetto dei singoli siano ormai troppo intensi per essere celati o rimossi dalla rigida maschera indossata in società.
A incarnare le difficoltà del Giappone tradizionale non è il volto dell'attore storico di Ozu Ryu Chishu, qui nel ruolo collaterale di Mikami, bensì quello di Saburi Shin: il suo Hirayama Wataru è figura autorevole professionalmente e umanamente, un control freak a cui tutti si rivolgono per risolvere i problemi più disparati. Straordinario Saburi nel rappresentare il cambiamento, sostituendo gradualmente un viso sereno, sorridente e sicuro di sé con uno teso, incerto e attraversato, per la prima volta, dalla paura. Un uomo che sente sfuggire il potere dalla proprie mani improvvisamente, abituato a giudicare con saggezza e spregiudicatezza le situazioni altrui, per scoprirsi sorpreso e inadeguato nel momento in cui la decisione riguarda se stesso e i propri cari (un po' come lo Spencer Tracy di Indovina chi viene a cena, che si accorge di essere molto più conservatore di quanto pensasse). Un punto di svolta fondamentale per l'età matura di Ozu Yasujiro, che a partire da qui sarà caratterizzata da uno sguardo diverso in direzione del futuro, con il suo inconfondibile umanesimo a tracciare la via.

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
sabato 28 marzo 2020
Volontè78

Ad un'attenta analisi,il tema portante delle storie delle pellicole di Ozu potrebbero risultare più profonde di quanto non appaia in apparenza. Infatti,potrebbe risultare,ripetitivo puntare sulla famiglia e il matrimonio femminile.Ma tutto va considerato sotto un altro punto di vista.Innanzitutto,l'uso del colore,dona luce all'anima incorruttibile e coriacea delle donne.

sabato 16 maggio 2020
figliounico

La dignitosa sopportazione del dolore per la scomparsa dei valori tradizionali e per la perdita della giovinezza trapassa idealmente dal drammatico Viaggio a Tokio in Fiori d’equinozio e, non è un caso, se i protagonisti dei due film hanno lo stesso cognome: Hirayama. Primo film a colori di Ozu, ha soltanto l’aspetto di una commedia ed è, invece, un canto funebre, che continua [...] Vai alla recensione »

domenica 29 marzo 2020
FabioFeli

Wataru Hiroyama (Shin Saburi), un giapponese sui 50 anni ha un lavoro importante e vive in una bella casa con la moglie Kiyoko e le figlie Setsuko e Hisako. Al matrimonio della figlia di un collega Wataru pronuncia un discorso sulla giusta scelta dei due giovani sposi che hanno rispettato le tradizioni, contraendo un matrimonio d’amore. Nel  giorno seguente riceve una visita di una albergatric [...] Vai alla recensione »

sabato 28 marzo 2020
FabioFeli

Wataru Hiroyama (Shin Saburi), un giapponese sui 50 anni, che ha un incarico importante in una grossa ditta di Tokyo, vive in una bella casa con la moglie Kiyoko e le figlie Setsuko e Hisako. Al matrimonio della figlia di un collega Wataru pronuncia un bel discorso sulle scelte dei due giovani sposi che hanno rispettato le tradizioni, contraendo un matrimonio d’amore come è avvenuto [...] Vai alla recensione »

sabato 28 marzo 2020
FabioFeli

  Wataru Hiroyama (Shin Saburi), un giapponese sui 50 anni, con un lavoro importante, vive in una bella casa con la moglie Kiyoko e le figlie Setsuko e Hisako. Al matrimonio della figlia di un collega Wataru pronuncia un discorso sulle scelte dei due giovani sposi che hanno rispettato le tradizioni, contraendo un matrimonio d’amore.

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
martedì 12 dicembre 2023
Marco Romagna
Quinlan

Forse non è un caso che dopo il 1951 di Carmen torna a casa, storico primo film a colori dell'industria cinematografica giapponese realizzato da Keisuke Kinoshita, Yasujiro Ozu abbia preferito aspettare altri sette anni e girare altri cinque film in bianco e nero prima di decidersi ad accettare le richieste della Shochiku di convertire il suo cinema alla nuova tecnologia.

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