Fiori d'equinozio |
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Un film di Yasujirô Ozu.
Con Kinuyo Tanaka, Ineko Arima, Yoshiko Kuga, Teiji Takahashi, Chishû Ryû.
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Titolo originale Higanbana.
Commedia drammatica,
Ratings: Kids+13,
durata 113 min.
- Giappone 1958.
- Tucker Film
uscita lunedì 29 giugno 2015.
MYMONETRO
Fiori d'equinozio
valutazione media:
4,10
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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L'incoerenza del pater familiasdi FabioFeliFeedback: 25659 | altri commenti e recensioni di FabioFeli |
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domenica 29 marzo 2020 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Wataru Hiroyama (Shin Saburi), un giapponese sui 50 anni ha un lavoro importante e vive in una bella casa con la moglie Kiyoko e le figlie Setsuko e Hisako. Al matrimonio della figlia di un collega Wataru pronuncia un discorso sulla giusta scelta dei due giovani sposi che hanno rispettato le tradizioni, contraendo un matrimonio d’amore. Nel giorno seguente riceve una visita di una albergatrice delle terme dove si reca con il suo giro di amicizie della upper class di Tokyo. La signora si scusa di avergli inviato in omaggio germogli di bambù di qualità scadente, e racconta che sta brigando affinché la figlia sposi un dottore affermato. Wataru si libera a fatica della ciarliera signora. Si presenta a lui un amico di lunga data, Mikami (Chishu Ryu), che gli confessa che Fumiko,la figlia, è andata via di casa per vivere con un uomo a Suginami; Mikami chiede a Wataru di andare al ristorante la Luna, dove lavora Fumiko per convincerla a tornare a casa. Wataru promette il suo aiuto, ma invita il suo amico a lasciare che i giovani facciano come vogliono. Ancora non immagina che il destino sta per fargli incontrare un problema simile con la figlia maggiore, Setsuko: arriva da lui Taniguchi, un bravo giovane, ma povero, a chiedere la sua mano, e rimane subito contrariato dal fatto che il giovane non ha seguito il percorso tradizionale e rifiuta il consenso. Mai il vero motivo è che lo sposo non lo ha suggerito lui e non è un buon partito. Il primo film di Ozu a colori (1958) è tratto da un romanzo di Ton Satomi. E’ una commedia leggera, ma racconta bene il Giappone di allora. Basta vedere il rientro in casa del Pater familias: la moglie ripone i vestiti smessi, gli porta la vestaglia casalinga, spesso gli ha preparato il bagno e la cena è pronta; con l’aiuto della cameriera,è vero, perché casa Hiroyama è ricca. Ma Kiyoko non può neanche ascoltare musica alla radio se Wataru è di cattivo umore. Per fortuna la congiura delle donne funziona per evitare un matrimonio imposto. Per capire che Ozu sa usare il colore basta vedere la carrellata nella casa di Wataru: una teiera arancione accanto al tavolino basso e un elegante e semplice vaso bianco in una nicchia di legno nel corridoio. Non mancano splendide fotografie minimaliste: le ripetitive finestre dei palazzi di Tokyo, le stesse finestre con i lavavetri appesi fuori per un minimal street, i bellissimi fotogrammi finali con il treno che sparisce in fondo alle rotaie, che sono tante parallele che si avvicinano inquadrate nel gioco prospettico e geometrico dei rettangoli delle linee elettriche. C’è il consueto modo di filmare dal basso le figure dei personaggi rendendole importanti, alternato ai primi piani. Un film da non mancare. Valutazione **** FabioFeli
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