Anno | 2010 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Svizzera, Francia |
Durata | 101 minuti |
Regia di | Jean-Luc Godard, Jean-Paul Battaggia, Pierre Binggeli, Fabrice Aragno, Paul Grivas, Anne-Marie Mieville, Louma Sanbar |
Attori | Quentin Grosset, Nadège Beausson-Diagne, Gulliver Hecq, Eye Haidara, Lenny Kaye, Olga Riazanova, Agatha Couture, Mathias Domahidy, Dominique Devals, Alain Badiou, Bernard Maris Dominique Reynié, Marie-Christine Bergier, Louma Sanbar, Catherine Tanvier, Robert Maloubier, Elias Sanbar, Marine Battaggia, Maurice Sarfati, Christian Sinniger, Elisabeth Vitali, Patti Smith, Jean-Marc Stehlé. |
Distribuzione | da definire |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 17 giugno 2010
CONSIGLIATO SÌ
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Un anno fa su Internet usciva un teaser di questo film con immagini totalmente criptiche. Nelle settimane precedenti Cannes 2010 (in Concorso per Un Certain Regard) il film è stato proposto sempre in Internet a velocità iperaccelerata con sottotitoli altrettanto enigmatici come "Things.Gold. Bad guys. Stories. Animals.Children. Legends." Gidard lo descrive come una sinfonia in tre movimenti. Nel primo abbiamo una crociera con passeggeri che vanno da un criminale di guerra a un filosofo, da un ambasciatore palestinese a Patti Smith. Nella seconda dei bambini pongono ai genitori domande su libertà, uguaglianza, fraternità. Nella terza assistiamo a sei false leggende legate a Egitto, Palestina, Odessa, Ellade, Napoli e Barcellona).
Jean-Luc Godard o, molto più sinteticamente, JLG è un maestro indiscusso del cinema. Una macchina di cui ha scomposto e ricomposto a proprio piacimento i pezzi in una lunga carriera in cui non ha mai smesso di stupire per la coerenza con se stesso e, al contempo, per la vivacità intellettuale di uno stile in costante ricerca. Godard è un altrettanto costante provocatore di idee, un contagioso dinamizzatore di sinapsi e potrebbe essere un grandissimo divulgatore di riflessioni su questo nostro mondo se solo con/cedesse qualcosa di più sul piano della accessibilità del linguaggio a un pubblico (come quello delle giovani generazioni) che ha bisogno (anche se non lo sa) del suo cinema. Invece JLG manda il film a Cannes, rinuncia all'ultimo momento alla conferenza stampa mettendo in difficoltà coloro ai quali aveva concesso la sua opera ma fa anche di più. Impone il film in originale (perlopiù francese) con dei sottotitoli inglesi di estrema e provocatoria sintesi. Novello Crono che divora i propri figli, il padre della Nouvelle Vague sembra provare un insolito piacere nel limitare l'accesso a un cinema che sarebbe invece quanto mai necessario. Tre stelle per la qualità. 0 per la torre d'avorio in cui, al di là delle dichiarazioni sul cinema proprietà di tutti, JLG si sta rinchiudendo.
Promesso che risulta praticamente impossibile descrivere accuratamente tutte le continue informazioni, impulsi audio-visivi che Film Socialisme ci sottopone, è percettibile comunque la bellezza concettuale e demagogica insita nel film. Principalmente il film si dirige su due differenti binari. Il primo su una nave da crociera che si sposta "immaginariamente"in quell'oceano chiamato [...] Vai alla recensione »
un'opera che andrebbe vista almeno due volte per coglierne un (almeno) punto(/i) di vista. troppo complessa per decriptarla o forse troppo elementare per capirla. l'incedere macchinoso e frastagliato, affastellato da una risma di elementi audio visivi di ogni tipo, in una anti-sceneggiatura, rende la visione come lo scalare faticoso di una montagna.
No, non è neanche appena corretto, è l'opera di un autore che sentondosi ormai quel maestro indiscusso che alcuni dicono, pensa forse - al pari di esimii pittori con le loro tele - di poter fare ciò che vogliono con la cinepresa, tanto il pubblico li amerà a prescindere. Insopportabile, noioserrimo, impossibile da seguire. Se non sotto acidi.
Decisamente insopportabile, noioso, inutile, orribile, il film più brutto che mi sia capitato, sono uscita dalla sala.