Pinocchio

Film 2002 | Commedia Film per tutti 145 min.

Regia di Roberto Benigni. Un film Da vedere 2002 con Roberto Benigni, Nicoletta Braschi, Carlo Giuffré, Mino Bellei, Peppe Barra. Cast completo Genere Commedia - Italia, 2002, durata 145 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: Film per tutti - MYmonetro 3,24 su 13 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento sabato 9 aprile 2022

La fiaba classica rivisitata dal comico italiano Roberto Benigni. Ha vinto 2 David di Donatello,

Consigliato sì!
3,24/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA
PUBBLICO 2,97
CONSIGLIATO SÌ
Il primo vero film dell'attore regista toscano.
Recensione di Giancarlo Zappoli
Recensione di Giancarlo Zappoli

Ancora una volta diventa necessario, e non per fare i bastian contrari per partito preso, distinguersi da buona parte delle recensioni della prima ora. Chi scrive non ha fatto parte degli incensatori acritici di La vita è bella. Lo ritenevo e lo ritengo un film a due teste, con un primo tempo sfilacciato e retorico e un secondo tempo rigoroso ed efficace, tanto da dover richiedere rimaneggiamenti sostanziali per la circuitazione all'estero.
Dinanzi invece ai dubbi e alle perplessità variamente articolate di fronte a quest'ultima prova di Roberto Benigni credo che invece la risposta non possa che essere: questo è il primo vero film dell'attore regista toscano. Perché qui, per la prima volta, la macchina-cinema gira a pieno ritmo e ogni professionalità viene lasciata esprimere nella giusta misura. A partire dallo stesso Roberto che finalmente contiene la sua prorompente personalità di attore ponendola totalmente al servizio del personaggio.
Perché allora Pinocchio è stato letto con sguardo accigliato? Perché in Italia la lente deformante della politica sembra essere ormai l'unico filtro agli accadimenti. Se il Foglio decide a priori che ogni respiro dell'attore toscano è un insulto all'umanità perché a sinistra si è storto il naso?
Non è indispensabile amare Berlusconi per farsi venire il sospetto che l'attacco sia legato al fatto che sia Medusa (dopo il fallimento di Cecchi Gori) a distribuire il film, che Benigni abbia riconosciuto pubblicamente la professionalità del gruppo e che, fatto ancor più 'grave', il gatto e la volpe non assomiglino a Taormina e Previti o che il Giudice non sembri Castelli. Il nostro provincialismo, fatte le ovvie e debite eccezioni, sembra ormai così radicato che la mancata 'attualizzazione' diventa una colpa. Per un film che punta, come è giusto che sia, al mercato internazionale invece non può essere che un pregio.
Benigni non poteva non diventare Pinocchio dopo aver fatto l'ultimo regalo di un sorriso (prima di quello della vita) al figlio nel finale di La vita è bella camminando come un burattino mentre andava a morire. Pinocchio era lì che spingeva per nascere e non era possibile trattenerlo. È un Pinocchio dalle fattezze di adulto il suo, a ricordarci che dentro di noi i personaggi universali restano sempre vivi perché sanno toccare le corde dell'umanità indipendentemente dall'età. È un Pinocchio a cui le luci di Dante Spinotti e le scenografie e i costumi dello scomparso Danilo Donati conferiscono vivacità, tenerezza e commozione (guardate Pinocchio azzoppato nel circo o la morte di Lucignolo). È un Pinocchio a cui la Fata Turchina (una Braschi distante anni luce dalla presenza distaccata della Lollobrigida del film di Comencini) sa dare fiducia senza risparmiare il rimprovero, magari solo con lo sguardo. Ma è, soprattutto, un Pinocchio consapevole che l'ultima battuta pronunciata dal personaggio nel libro "Com'ero buffo quand'ero un burattino! e come ora son contento di essere diventato un ragazzino perbene!..." non è più una bugia. È qualcosa di peggio: è una menzogna che Pinocchio dice a se stesso per accettare la sua nuova condizione. Godetevi allora il finale e non fatevelo raccontare da nessuno. Il Pinocchio che è in voi, se il Grillo Parlante non è ancora riuscito a sopprimerlo, ne gioirà.

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Recensione di Andrea Chirichelli
sabato 21 dicembre 2002

L'attesa supera l'evento? Il marketing batte la qualità? Per Benigni la vita resta bella? Di questo Pinocchio si è già detto tutto ed il contrario di tutto. La prima cosa che salta in mente è che se ne poteva fare tranquillamente a meno, visti i nefasti effetti a cascata che seguiranno nei prossimi mesi: tra musical, libri, riedizioni del classico et similia ci sarà da fare indigestione. Appurato però che ai cinema italiani, alle persone che ci lavorano e ci campano, Benigni serve più di quanto serva una borraccia d'acqua ad un esploratore perso nel deserto, l'operazione di passaggio dalla carta alla pellicola è ben riuscita. Il merito va senz'altro alla produzione, che non ha lesinato risorse e, sullo schermo, gli effetti si vedono. L'opera di Danilo Donati è abbacinante, magniloquente, fantastica, nel senso proprio del termine. Ogni inquadratura è un quadro, un dipinto, a volte impressionista, a volte surrealista, sempre appagante: Pinocchio è una gioia per gli occhi. Benigni attore incarna perfettamente lo spirito più che il corpo del burattino: più che recitare, vive e si comporta come al suo solito e non sembra tanto diverso da quando alza la gonna alla Carrà o strizza i genitali a Baudo. Benigni è perfetto: del resto chi potrebbe interpretare meglio un bugiardo che su un giornale sparla di una personaggio pubblico paragonandolo ad un gangster e su una altro elogia l'acuta capacità imprenditoriale e brillantezza delle intuizioni? Nel film Pinocchio assomiglia più a Forrest Gump che al personaggio originale collodiano, visto che passa da una peripezia all'altra senza mai accorgersi di nulla. La trovata geniale a livello registico è sdoppiare il personaggio all'ultima inquadratura: scena che se visivamente fa un certo effetto, ha una valore dirompente se letta come metafora delle diverse anime che albergano nel protagonista e, si pensa, negli spettatori e lettori dell'opera. Quanto agli altri: Giuffrè è bravissimo nell'impersonare Geppetto e più che criticare Benigni per aver tagliato alcuni minuti delle sue scene dovrebbe fargli un monumento per l'occasione ricevuta. Una bella sorpresa è Kim Rossi Stuart: intenso, partecipe, commovente, veramente perfetto per una parte difficile. Poi ahimè, ci sono le dolenti note: Guardando il film si capisce perché Nicoletta Braschi giri un film ogni due anni e casualmente venga sempre diretta dal compagno di vita e d'arte: è assolutamente inconsistente e veramente troppo attempata per la parte, inoltre, considerando che di fatto il film non fa ridere, anche la presenza degli eccessivamente osannati fichi d'india fa rimpiangere il duo televisivo Franchi-Ingrassia. Piovani è sui suoi alti standard anche se ci auguriamo tutti di non passare dal tormentone di "asereje" a quello di "cri cri", che potrebbe avere effetti devastanti sull'opinione pubblica... Resta l'unica incognita (storica questa volta visto che è accomunabile al racconto di Collodi) relativa ai valori veri o presunti che si dovrebbero individuare dalla visione/lettura dell'opera: In fondo perché bisognerebbe apprezzare Pinocchio? È apologia del piccolo teppista, di un delinquente, di uno scavezzacollo non redento che grazie alla dabbenaggine delle persone che lo circondano ottiene una ingiusta salvezza. Più diseducativo di così...

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
mercoledì 10 febbraio 2010
katamovies

Benigni protagonista, con Cerami alla sceneggatura, Piovani compositore della colonna sonora, Danilo Donati (al quale, scomparso poco prima dell'uscita, il film è dedicato) per scene e costumi.  La premessa, dunque, è un cast di prestigio al servizio di una megaproduzione. E un classico di tutti i tempi, il capolavoro di Collodi che ha solleticato la fantasia [...] Vai alla recensione »

mercoledì 26 ottobre 2011
IASC085

 PINOCCHIO (2002) di Roberto Benigni                        (**%) Con Roberto Benigni- Nicoletta Braschi- Kim Rossi Stuart- Carlo Giuffrè…. Il Pinocchio di Benigni difetta di essere un film senza cuore, senza un interpretazione di livello e con troppe pause che seppur [...] Vai alla recensione »

giovedì 1 gennaio 2015
Fabuciz

Un film molto atteso che mi ha deluso su tutti i fronti. Un Benigni sopra le righe con una interpretazione grottesca e a tratti persino fastidiosa. Una sceneggiatura con davvero poco di originale che poco di nuovo da offrire rispetto alle tante (e spesso ottime) precedenti realizzazioni. Da salvare solo Kim Rossi Stuart. Il confronto con Comencini è impietoso  

giovedì 7 novembre 2013
Great Steven

PINOCCHIO (IT, 2002) di ROBERTO BENIGNI con ROBERTO BENIGNI – KIM ROSSI STUART – NICOLETTA BRASCHI – PEPPE BARRA – BRUNO ARENA – MAX CAVALLARI – CARLO GIUFFRé – MINO BELLEI – ALESSANDRO BERGONZONI § Un giorno capita sulla porta di Mastro Geppetto un ciocco di legno che parla, grida e piagnucola come un bambino.

lunedì 23 dicembre 2013
cinemamoremio

Desidero innanzitutto rivolgermi ai "recensori" MARCO, LIANò E TARZAN: ciò che avete scritto non ritengo siano delle recensioni, ma banali e vuote ed offensive risposte a quanto scritto da ANORAK. Ad Anorak, invece voglio fare i miei complimenti perché dalle tue parole traspaiono poesia e voglia di sognare. Il film mi è piaciuto moltissimo, sia per la realizzazione, [...] Vai alla recensione »

sabato 1 giugno 2013
Giorg99

  Un pezzo di legno bussa alla porta del falegname Geppetto che decide di utilizzarlo per realizzare un burattino. Così nasce Pinocchio che, grazie all'intervento della Fata Turchina, diventa un bambino in carne e ossa. Disubbidiente e discolo per natura, Pinocchio dovrà affrontare mille peripezie contrassegnate da altrettanti incontri fondamentali prima di diventare un "ragazzi [...] Vai alla recensione »

lunedì 7 maggio 2012
Matilde Perriera

MIRABOLANTI PERIPEZIE di Maria Elisa Consiglio - Pinocchio, prototipo del bugiardo a cui cresce il naso a ogni bugia che dice e che fa rivivere ai suoi lettori molte emozioni, è e sarà per sempre vivo. Il tronco di pino di Benigni, che rotola, rotola, rotola, urtando tutte le forze del Paese, dai gendarmi ai baroni, ai personaggi più autorevoli, arriva nel laboratorio di Geppetto, che ne ricava un [...] Vai alla recensione »

lunedì 13 giugno 2011
Camillo

Il mastro Geppetto decide di costruire un burattino con un ceppo trovato sulla soglia di casa.Il burattino però prende vita e il mastro Geppetto lo adotta e lo chiama Pinocchio.Pinocchio è però molto disubbidiente e si troverà spesso nei guai.Sia il mastro Geppetto,sia la Fata Turchina riusciranno a toglierlo dai guai,ma il mastro ne subirà spesso le conseguenze. Vai alla recensione »

domenica 1 agosto 2010
luigi8421

Ma perché non guardiamo in faccia la realtà. Questo film è di una bruttezza infinita. Oltre ad essere noioso e scontato, ha il potere anche di essere fastidioso, così come il suo protagonista, petulante e urlatore. Già dopo mezzora di tortura, avevo voglia di prendere il dvd e gettarlo dal balcone, ma con forza di volontà lo guardato fino alla fine, sperando in qualche miglioramento che non c'è stato. [...] Vai alla recensione »

giovedì 31 dicembre 2009
packmen

come ho già detto non è pinocchio.Non funziona niente di questo obbrobrioso polpettone che annoia tanto.Il cast è pessimo,Benigi interpreta cosi male pinocchio che lo rende antipatico.La fata turchina è rovinata dalla pessima Braschi

lunedì 12 ottobre 2009
CAPPELLaiO MATT.O

non mi sorprende che l han messo nella classifica dei film più brutti della storia del cinema >_> e l han pure pagato na cifra assurda per farlo..mah

giovedì 18 novembre 2010
surfersparadise

Insapore!Un insulto a Collodi!Roberto attendiamo il tuo prossimo disastro, ammesso che  non rubi troppo tempo al tuo attivismo politico!

lunedì 23 novembre 2009
ALESSANDRA VERDINO

La fiction "Pinocchio", recentemente trasmessa dalla RAI, é un piccolo e grande capolavoro. Altissimamente psicologica - la sua caratteristica più spiccata - alcuni dialoghi sono stupefacenti - spettacolare, con un'ambientazione reale e fiabesca allo stesso tempo. Quello che colpisce é la bellissima caratterizzazione dei principali personaggi. Pinocchio - nella prima parte, rappresentato, e giustamente, [...] Vai alla recensione »

domenica 20 dicembre 2020
Maurizio Biondo

Mi sono bastati quattro minuti,stasera su retequattro, per non dare possibilità a questo film...incipriato. 

lunedì 23 dicembre 2013
AllTheCreativity

Questa recensione rende davvero merito al film, e in queste parole scritte si sono rispecchiate le mie emozioni quando vidi questo film meraviglioso e geniale. Devo riuscire a spiegarmi come ci siano utenti che criticano spudoratamente la recitazione, che reputo ottima, sottovalutano e danno un voto basso a questo film. Vorrebbero valutare il film in una maniera fredda e tradizionalista.

domenica 21 novembre 2010
Cuoricina rossa

Il film nell insieme non lho trovato completamente orrendo. Sicuramente non si può parlare di bel film. Concordo con alcuni giudizi, le urla di pinocchio e la voce stridula hanno dato fastidio anche a me. La recitazione poi della fatina è completamente inesistente in quanto a mio parere ha sempre la stessa espressione. Alla fine ho visto tutto il film, quindi non lo ritengo inguardabile, [...] Vai alla recensione »

sabato 30 aprile 2011
Vero2

La metà di voi (o tutti) dicono che non è un bel film. Io invece lo guardo volentieri perchè Benigni è un grande. Con la sua Nicoletta ovviamente... Ottimissimo film.

venerdì 7 agosto 2009
Spalla

Un attore quasi cinquantenne per interpretare il celebre burattino? Eh, sì. Ma ciò che più sorprende è il fatto che il risultato è decisamente buono: Benigni sembra perfettamente a suo agio in questo ruolo. Questa riproposizione della fiaba di Pinocchio appare sicuramente più riuscita di quella di Comencini del 1972 ed anche molto più fedele al romanzo di Collodi del cartoon Disney.

Frasi
Se del perdono non sarai degno, tutta la vita sarai un legno.
Una frase di Fata Turchina (Nicoletta Braschi)
dal film Pinocchio
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Roberto Escobar
Il Sole-24 Ore

Il brutto della morte? Che si viva un giorno solo, e che si muoia per sempre. Invece, sarebbe meglio morire per un giorno, e poi vivere sempre. Così si dicono la Fata Turchina (Nicoletta Braschi) e Medoro (Mino Bellei), nel prologo di Pinocchio (Italia, 2002, 115’). Tra loro intanto vola una farfalla. E alle farfalle Eschilo paragonava gli uomini, gli effimeri, gli esseri che in un sol giorno tramontano. [...] Vai alla recensione »

Alfredo Boccioletti
Quotidiano.net

Sono più di trecento in Italia le compagnie di teatro per ragazzi che allestiscono spettacoli per le scuole elementari o le materne. Per mantenerne vivo l'interesse, gli attori coinvolgono spesso i bambini nella drammatizzazione. Così anche mamma e papà sfuggono alla noia di fiabe opportunamente adattate che - di regola - non restano in scena più di cinquanta minuti.

Emanuela Martini
Film TV

Quanti anni ha Pinocchio? Gli anni di un'anima inquieta, incosciente, altalenante tra le responsabilità create dall'amore per altri e l'irresistibile desiderio di giocare, di vivere in allegria. "Fare allegria è la cosa più bella che si possa fare al mondo", dice la Fatina all'inizio dei film parlando della farfalla azzurra che la segue e la incarna.

Maurizio Cabona
Il Giornale

Si aspettava il Pinocchio tutto toscano di Benigni & Cecchi Gori, è arrivato il Pinocchio toscoamericano di Benigni & Miramax (che distribuisce il film fuori Italia, mentre in Italia lo fa Medusa). Dall'alleanza sancita nel 1997 all'ombra degli Oscar, deriva un film pensato per incassare tanto, ma gli adulti sappiano che non é, neanche nello stile, il seguito de La Vita è bella, anche se produttori, [...] Vai alla recensione »

Paolo Boschi
Scanner

Davanti ad un capolavoro della narrativa per ragazzi del calibro del Pinocchio collodiano Roberto Benigni ha dimostrato di conoscere la ricetta per un'efficace traslazione sul grande schermo di un classico della letteratura: una rilettura filogicamente corretta del testo di riferimento, libertà narrative ridotte al minimo (ma allestite con gusto) ed effetti speciali non invasivi ma funzionali rispetto [...] Vai alla recensione »

Lietta Tornabuoni
La Stampa

Pinocchio di Benigni, nel 2002, è fedele alla favola celebre nel mondo da cui è tratto, Le avventure di Pinocchio di Collodi, pubblicata nel 1880? Sì, è piuttosto fedele. La esplicita morale della favola è intatta: e l´esortazione a essere "per bene" acquista oggi una forza anche maggiore ("Non ti fidare di quelli che promettono di farti ricco dalla mattina alla sera.

Roberto Nepoti
La Repubblica

Ci sono due varianti, nel Pinocchio di Roberto Benigni, rispetto al Pinocchio di Collodi e sono collocate l'una nel prologo, l'altra nell'epilogo. Nel primo la Fata Turchina enuncia la filosofia del film, "Dare allegria è la cosa più bella che si possa fare al mondo": ed è questa l'intenzione esplicita di Benigni, la scelta che lo ha indotto a escludere e rimuovere i numerosi aspetti gotici e cupi [...] Vai alla recensione »

Alberto Crespi
L'Unità

Sul Pinocchio di Roberto Benigni, la stampa italiana sta dando il peggio di se stessa. Esprimere anche il minimo dubbio sul film, sulle colonne di un giornale di sinistra, sembra automaticamente una sconfessione politica del comico toscano e uno schierarsi a favore di Nanni Moretti e dei girotondi; ricordare la distribuzione Medusa (cioè, Berlusconi) scatena tutto il servilismo berlusconiano così diffuso [...] Vai alla recensione »

Silvio Danese
Quotidiano.net

La montagna ha partorito un topolino? Bisogna avere il coraggio e l'intelligenza di liberarsi dal peso dei massmedia: complice Benigni post Oscar, hanno creato l'attesa del capolavoro. Intanto, questa è la trasposizione cinematografica di una fiaba. È assurdo inventare paragoni con le aspettative. Per la prima volta Benigni, geniale improvvisatore, mattatore di scena, buon attore cinematografico e [...] Vai alla recensione »

Luigi Paini
Il Sole-24 Ore

Risveglia il Pinocchio che è in te. Spogliati, per un giorno, di giacca e cravatta: c’è un potenziale di libertà inespressa, là in fondo in fondo, che chiede solo di uscire, di urlare tutta la sua forza dirompente e anarchica. Pinocchio, uno di noi, anzi dentro di noi, da sempre. Roberto Benigni tenta la più grossa sfida della sua vita: portare sul grande schermo il personaggio di Collodi, dare volto [...] Vai alla recensione »

NEWS
CELEBRITIES
martedì 18 settembre 2007
Stefano Cocci

Una carriera in continua ascesa Una carriera in continua ascesa che non ha disdegnato tappe televisive prima di sbucare nel grande fiume del cinema italiano di qualità. Prima di diventare simbolo e protagonista di pellicole apprezzate come Le chiavi [...]

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miglior scenogr.
David di Donatello
2003
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migliori costumi
David di Donatello
2003
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