Titolo originale | La dernière femme |
Anno | 1976 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Italia, Francia |
Durata | 108 minuti |
Regia di | Marco Ferreri |
Attori | Michel Piccoli, Gérard Depardieu, Ornella Muti, Renato Salvatori, Vittorio Fanfoni Giuliana Calandra, Zou Zou, Nathalie Baye, Daniela Silverio, Solange Skyden, Carole Perle, Guerrino Totis, Benjamin Labonnelie. |
Tag | Da vedere 1976 |
MYmonetro | 3,18 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ha vinto un premio ai Nastri d'Argento,
CONSIGLIATO SÌ
|
Un giovane professionista abbandonato dalla moglie si consola con un'amante. La relazione dura però ben poco. Lui, infatti, è un violento e lei, stanca di sopportarlo, lo lascia. Il giovane, fallito il tentativo di dominare sessualmente un'altra donna, si evira.
In ogni film di Ferreri c'è una donna-guida, un pesce pilota per la storia. E la storia ha sempre un'unità di spazio circolare, come una gabbia in cui l'azione deve crearsi e esaurirsi. Lo sfondo e il recinto sono le nuove unité de habitation della periferia parigina, funzionali, in ottimo stato, lussuose e progressiste come i centri commerciali che le circondano.
Un nichilista omaggio del regista alla superiorità femminile sull'uomo,che già aveva accennato ne"La grande abbuffata".Ambientato in una Parigi quasi aliena e notevolmente fotografato da Luciano Tovoli,con prevalenza sui toni freddi(a sottolineare l'impossibilità di vicinanza tra i protagonisti).IL 28enne Depardieu è istrionico come non mai,la sensuale Muti,appena 21enne,gli tiene testa.
mi sembra una manifestazione contraccolpo dalla parte degli uomini rispetto al movimento del femminismo assoluto di quel tempo. la qualità densa sia della produzione del film sia della vita di allora oggi già irripetibile, sicuramente conta fra le esembre dell'industria cinematofrafica di quel tempo.
E’ un film libero. Rappresenta una fase della storia italiana, in cui un’ondata di libertà aveva travolto istituzioni e ideologie, anche se la libertà stessa si esprimeva soprattutto nella superficie e non in una vera liberazione. Marco Ferreri segue il flusso dell’esistenza di una coppia, che agisce in base ad impulsi contingenti e mutevoli. Lui, Giovanni, giovane ingegnere separato con bimbo, è [...] Vai alla recensione »
Come Dillinger è morto, L'ultima donna si apre su una sequenza "di fabbrica": Gérard che è anche lui un "tecnico", come Piccoli, un ingegnere ma di estrazione proletaria, e comunque meno gratificato dalla società dei consumi, sta parlando con l'amico René del lavoro, delle vacanze anticipate perché fa comodo alla direzione, della arrendevolezza del sindacato, ecc.