Anno | 2021 |
Genere | Drammatico, Fantascienza |
Produzione | Corea del sud |
Durata | 150 minuti |
Regia di | Sang-ho Yeon |
Attori | Yoo Ah-In, Jung-min Park, Chase Yi, Ik-Joon Yang . |
Tag | Da vedere 2021 |
MYmonetro | Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 1 recensione. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 28 ottobre 2021
Il mondo è diventato un vero inferno. Si tratta di un caso di omicidi in serie o di giustizia divina?
CONSIGLIATO SÌ
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Il mondo intero è colto da un inspiegabile fenomeno: casualmente, alcune persone iniziano a ricevere da una forza superiore un annuncio di morte. Un angelo - così viene definito - appare in modalità mostruose e anticipa loro tra quanto questo destino si compirà. Scaduto il tempo a disposizione, delle creature ancor più infernali compaiono dal nulla, scaraventandosi contro la vittima destinataria dell'annuncio e colpendola con una violenza disumana. Il corpo della vittima viene ridotto in poltiglia e infine incenerito con un potere sovrannaturale, ponendo così fine alla sua esistenza. Nel frattempo, un ordine religioso nasce per cercare di comprendere questo fenomeno, o forse per condizionare le menti delle persone e di una società oramai alla deriva.
L'idea più originale alla base di Hellbound è forse quella di mostrare il soprannaturale, rendendolo un fatto pubblico che, inevitabilmente, impone alla popolazione un'interpretazione del fenomeno. Gli omicidi che di volta in volta sconvolgono la città di Seoul sono atti che provengono da un luogo altro, ignoto, inconoscibile. Perché alcune persone ricevono questa condanna a morte? E perché questa morte è così violenta? Si tratta forse di una punizione divina?
Sulla scia del successo di Squid Game, la nuova serie coreana propone nuovamente una narrazione agghiacciante e, soprattutto, estremamente violenta, con immagini che sono anche in questo caso al limite della gratuità: i corpi dei malcapitati e delle malcapitate sono scaraventati a destra e a manca come in un videogioco in cui le regole vengono costantemente infrante dal giocatore che, anziché risolvere missioni, si ostina a distruggere i personaggi con le armi che ha a disposizione. È proprio questo sentimento di impotenza nei confronti di un "diabolus ex machina", una forza che sembrerebbe provenire direttamente dagli inferi per scagliarsi contro l'umano, a rendere il plot di Hellbound interessante. E forse conscio di questa originalità, l'ideatore del soggetto e regista Yeon Sang-ho si concentra di meno sulla definizione dei personaggi.
La serie, seppur indaghi le risposte emotive e sociali di un tale evento, mantiene un approccio corale alle vicende, senza mai individuare realmente un protagonista, focalizzandosi dapprima sul detective Jin Kyeong-hoon (Yang Ik-june), quindi sull'avvocata Min Hye-jin (Kim Hyun-joo) e infine sul produttore televisivo Bae Young-jae (Park Jeong-min) senza soluzione di continuità. Allo stesso modo risulta complicato rintracciare un vero e proprio antagonista, dapprima nelle vesti di Jeong Jin-soo (Yoo Ah-in), leader di un culto religioso nato per decifrare e dare un senso agli eventi, e in seguito con altri personaggi che cercheranno di condizionare la società oramai alla deriva. Le creature saranno così riconosciute come emissari degli inferi, in risposta a un volere divino volto a ridefinire un ordine di giustizia e quindi attraverso una "punizione celeste". A permettere l'identificazione dell'antagonista non è mai la violenza che egli perpetua, bensì la sua intenzione di definire la realtà - ora una realtà inconoscibile e indecifrabile - piegandola alla propria interpretazione (inizialmente religiosa).
In questo modo Hellbound è capace di coinvolgere profondamente il pubblico, chiamato a decifrare le indefinibili cause di un fenomeno agghiacciante, e soprattutto spingendolo a ragionare sul condizionamento della società da parte di un'élite (giuridica, religiosa, di classe), mettendo in rilievo la collettività e in secondo piano l'impatto soggettivo di questi eventi. La struttura narrativa e corale della serie mantiene questo senso collettivo di impotenza, trasferendolo allo spettatore, sebbene sia meno capace di assicurare credibilità al racconto, a causa di effetti speciali poco curati, che spesso rendono il soprannaturale improbabile, simile a un videogame, tradendo così il presupposto iniziale.
Ciononostante, di grande efficacia è l'ibridazione tra generi differenti, talvolta anche molto distanti tra loro: l'horror si mescola abilmente alla critica sociale - con particolari riferimenti a una società incapace di riconoscere il vero dal falso, e quindi tragicamente condizionata da un nuovo credo religioso. Splatter e procedural si incontrano in maniera davvero innovativa, così come il racconto di avventura, alla ricerca di un senso, incontra quello di formazione, inizialmente con toni pacati per poi sconvolgere nuovamente lo spettatore attraverso immagini di violenza inaspettate e plot twist.
Fondando soprattutto su aspetti sociali e culturali condivisi (in primis la fede cristiana), Hellbound segna una nuova tappa nel viaggio della Corea del Sud alla conquista dell'occidente.
Bene, ma non benissimo. Sembrava più interessante, poi ha preso la solita piega dai comportamenti ridicoli umani. Una Gang di svitati che fa quello che vuole...e la polizia? I media? MA soprattutto un evento come quello....e TUTTO il mondo? Sembra che esista solo quella città... Boh, idea carina, poco sviluppata.