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Rassegna stampa di Hayao Miyazaki

Hayao Miyazaki è un attore giapponese, regista, produttore, produttore esecutivo, scrittore, sceneggiatore, co-sceneggiatore, montatore, autore animazioni, è nato il 5 gennaio 1941 a Tokyo (Giappone). Hayao Miyazaki ha oggi 83 anni ed è del segno zodiacale Capricorno.

ANDREA CHIRICHELLI
MYmovies.it

Miyazaki sta all'animazione nipponica come come Disney sta a quella americana. Autore dei più bei film di animazione giapponese degli ultimi trent'anni, Miyazaki ha ottenuto nel 2002 un illustre riconoscimento, l'Orso d'oro a Berlino, per Spirited Away (2001), che ha definitivamente sdoganato l'animazione giapponese dal rango di realtà cinematografica di serie b, marchio affibbiatole troppo velocemente da critici disattenti e incapaci di andare oltre il fenomeno Pokemon o Tamagotchi. La filmografia del regista, che come Kubrick, ed il paragone non è fuori luogo, ha girato pochi film nella sua vita, tutti o quasi capolavori assoluti, s'incentra su alcuni temi cardine: il rapporto tra l'uomo e la natura, il contrasto tra il progresso e la tradizione, il recupero dei valori: il Giappone dei videogiochi e della tecnologia è lontano anni luce, eppure tutti i suoi film hanno un successo straordinario in patria, tanto che alcuni suoi lavori, Spirited Awa (2001) e La Principessa Mononoke (1999) ha incassato in totale il doppio di Titanic e degli ultimi film di Spielberg messi assieme. Il percorso del regista inizia con la riduzione cinematografica delle storie di un famoso personaggio dei fumetti: Lupin ne Il Castello di Cagliostro (1978): già in quest'opera si notano alcuni tratti che caratterizzeranno lo stile del regista: la cura maniacale per i dettagli ed i particolari, l'interesse per le macchine volanti, la forte caratterizzazione psicologica dei protagonisti delle storie (spesso femminili). Il tema ambientalista, particolarmente caro a Miyazaki, esplode nella serie animata Conan (1979), ambientato in un mondo sconvolto dalla guerra nucleare ed è ribadito nei film per le sale Nausicaa (1983) e Laputa (1985). L'Italia, come spesso accade tra i giapponesi, è oggetto di attenzione da parte del regista e la lungimiranza di un produttore della Rai, innamorato delle opere cinematografiche di Miyazaki, permette, caso unico, una coproduzione italo-giapponese per la realizzazione di una serie a cartoni animati centrati sulle avventure di Sherlock Holmes: nonostante la serie non riscuota una successo eclatatante, Miyazaki rende omaggio all'Italia in Porco Rosso (1992) film nel quale il protagonista è un aviatore italiano della prima guerra mondiale vittima di una maledizione che lo fa assomigliare ad un maiale (altra fissa del regista che mette questo animale in tutti i suoi film). Negli anni a seguire, il linguaggio cinematografico si è evoluto bruscamente: prima vengono realizzate favole immerse in atmosfere oniriche e tranquillizzanti come Totoro (1988) o Kiki delivery services (1989), in seguito la Principessa Mononoke suscita scalpore per le scene violente ed il messaggio pessimista: ma così va il mondo e Miyazaki non è altro che attento osservatore della realtà che lo circonda. Con Spirited Away, il regista torna a temi magici e fantastici e guarda ai bambini come speranza per il futuro. Con La città incantata (2002) ha raggiunto il grande pubblico internazionale vincendo l'Orso d'Oro a Berlino e l'Oscar per il miglior film di animazione.

RENATO GAITA
Il Messaggero

Ormai di Hayao Miyazaki si parla come del Kurosawa o del Kubrick del cinema d’animazione. John Lasseter, l’autore di Toy Story e Monsters & Co . considerato negli Stati Uniti l’erede di Walt Disney, ha detto che «è il più grande maestro dell’animazione, anzi il più grande regista vivente». E’ anche vero che Akira Kurosawa gli ha reso omaggio affermando che «non si può sminuire l’importanza dell’opera di Miyazaki paragonandola alla mia». E’ certo, comunque, che questo tranquillo e riservato signore di 64 anni, capelli e barba bianchi, sguardo mite, uno dei papà di Heidi, è il più geniale creatore di anime, dove anime in Giappone, il suo paese, sta per cartoni animati. «Facciamo soffiare un vento caldo nell’animazione giapponese», disse Miyazaki quando vent’anni fa fondò i suoi Studi a Tokyo, chiamati Ghibli, il vento caldo del Sahara e il nome dato dai piloti italiani ai loro aerei da ricognizione (l’artista nipponico ha una passione per i vecchi velivoli). E ha mantenuto l’impegno.
Dopo aver vinto l’Oscar nel 2003 con La città incantata (l’anno prima il suo capolavoro aveva conquistato l’Orso d’oro al Festival di Berlino e ha sbancato tutti i record al box-office giapponese con 18 milioni di spettatori), Miyazaki riceverà il prossimo 9 settembre, alla Mostra di Venezia, il Leone d’Oro alla carriera, una onorificenza mai assegnata prima a un regista di film a disegni animati. La definitiva consacrazione per il Maestro e il suo paese incantato, lucciole, baluginare di fiocchi di neve, spettri che volteggiano nel buio, mostri mitologici e tecnologici, animali parlanti, bambine incantevoli protagoniste di molti dei suoi nove lungometraggi, da Kiki’s delivery service a Nausicaa della valle del vento. E ancora, quei prati dove si riflettono le ombre delle nuvo le, quei monti innevati, quella luce che si stempera in mille colori ai margini di una foresta, il Giappone medievale e una Europa fantasiosa, ottocentesca e futuribile, che ricorda quella di Jules Verne e H. G. Wells. Come nell’altro suo capolavoro, Principessa Mononoke del 1997, o nell’ultimo film, Il castello errante di Howl, che arriverà nel cinema italiani il 9 settembre, lo stesso giorno della premiazione di Miyazaki a Venezia.

PEDRO ARMOCIDA
Il Giornale

Se non esistesse già, uno come lui bisognerebbe inventarlo. Certo a leggere il curriculum (laurea in scienze politiche ed economiche) e anche a guardare le foto non direste mai che quel signore un po' anonimo, dagli occhi a mandorla sovrastati da ordinatissimi capelli lisci bianchi che finiscono in un morbido pizzetto, sia il massimo autore vivente giapponese di cartoni animati o «anime», come li chiamano da quelle parti. E invece sì, Hayao Miyazaki, fantasia allo stato puro, nato a Tokyo nel 1941, è il creatore di una serie strabiliante di personaggi che rimangono impigliati nella memoria dello spettatore lasciando una sensazione di leggerezza e incanto.
Il mondo di Miyazaki, approdato in Italia solo nel 1997 con Princess Mononoke (il più grande incasso nella storia del cinema giapponese) prima della consacrazione nel 2001 con La città incantata (Oscar e Orso d'oro al Festival di Berlino), riporta quasi magicamente alle atmosfere e alla bellezza della vita e delle opere di un occidentale come Antoine de Saint Exupéry.

LUCA RAFFAELLI
La Repubblica

Non è il vento a scuotere i capelli dei protagonisti di Hayao Miyazaki. Piuttosto un’irresistibile forza interiore, un astratto furore, un impeto di giustizia. Potrebbe trattarsi di Nausicaa, protagonista del suo secondo film ambientato in mondo distrutto dalla tecnologia e invaso dal veleno, oppure di Kiki, la piccola strega che fa consegne a domicilio, o ancora di Shuta, la tredicenne di Laputa, il castello nel cielo. Di certo è un personaggio disegnato, preferibilmente femminile, di film che hanno uno straordinario potere di sorprendere e commuovere.
A Miyazaki il festival di Venezia consegnerà un Leone d’oro alla carriera, premio che arriva dopo altri importanti riconoscimenti, come l’Orso d’oro del festival di Berlino (fortemente voluto dalla giurata Nicoletta Braschi) e dal Premio Oscar per il miglior film d’animazione. Ma erano entrambi per La città incantata. Venezia invece celebra il maestro giapponese per tutta la sua lunga carriera, che viene da lontano e che in parte al pubblico italiano è nota, anche se non lo sa.

FABRIZIO LIBERTI
Film Tv

Hayao Miyazaki in questi anni si è guadagnato il ruolo di nume tutelare dell’animazione mondiale e anche John Lasseter, boss della Pixar, non fa mistero nelle sue interviste della profonda stima che lo lega all’opera del maestro giapponese. Schivo, quasi ritroso nei confronti di stampa e pubblicità il suo primo istinto, quando Marco Muller gli propose il Leone d’oro alla carriera, fu quello di rifiutare e neppure i tanti premi prestigiosi che ha ritirato negli ultimi anni (come l’Orso d’oro vinto a Berlino e l’Oscar, entrambi assegnati per La città incantata) riescono a cambiare questa sua innata ritrosia. Miyazaki nasce nel 1941 non lontano da Tokyo, durante la Seconda guerra mondiale che tanto ha segnato la vita dei giapponesi e quella della sua famiglia. Il padre lavorava per l’azienda aeronautica di famiglia che costruiva i timoni dei celebri velivoli Zero, quelli delle missioni “kamikaze” contro le portaerei statunitensi, che dopo la fine del conflitto si trasforma in una fabbrica di posate. A causa dei bombardamenti americani, nel 1944 la famiglia si rifugia in campagna e di questa triste parentesi il suo cinema conserva ancora traccia nel forte sapore antimilitarista delle sue storie. Secondo di quattro fratelli, Hayao è molto legato anche alla figura materna, una donna forte e carismatica ma costretta a frequenti ricoveri a causa di una tubercolosi ossea, alla quale si ispirano molti dei personaggi femminili del suo cinema, forti e indipendenti. Laureato in economia, Miyazaki però sembra più attratto dalla letteratura e dai manga, così comincia a lavorare per la Toei Doga, il più importante studio di animazione del Giappone. Qui collabora a numerose serie Tv e fa degli incontri fondamentali per la sua vita; la disegnatrice Akemi Ota, che diventerà sua moglie, il suo mentore Yasuo Otsuka e Isao Takahata il suo sodale compagno artistico. Nel 1971 Miyazaki e Takahata raggiungono Osuka alla A Pro Studio e qui lavorano alla serie Lupin III, il simpatico ladro che sarà anche il protagonista del suo primo lungometraggio Lupin III e il castello di Cagliostro. In quegli anni il regista giapponese lavora a numerose serie Tv, tra le quali Conan, il ragazzo del futuro, HeidI, la bambina delle Alpi e Il fiuto dl Sherlock Holmes realizzato in coproduzione con l’italiano Studio Pagot. Nel 1984 nasce Nausicaa della valle del vento, uno dei suoi tanti capolavori, trasmesso in Tv in Italia in una copia devastata dai tagli, situazione che si verifica anche per le versioni statunitense e francese e che provoca l’ira di Miyazaki. Nel 1985 il regista e Takahata fondano il loro studio di animazione, il Ghibli, come il vento del deserto, in una sorta di auspicio che “un vento caldo soffi sul mondo dell’animazione giapponese”. Ghibli però è anche il soprannome di un aereo fabbricato dall’italiana Caproni, un bombardiere leggero usato nella Seconda guerra mondiale in Nord Africa e che conferma la passione di Miyazaki per gli aeroplani, che si sublimerà in Porco Rosso (1992), forse il suo capolavoro, ambientato negli anni 20 tra Milano e il Mar Adriatico in una comunità di aviatori pirati e Miyazaki userà per i due protagonisti i nomi di Marco e Gina, amichevole omaggio agli eredi dello studio fondato da Toni e Nino Pagot. Gli anni di Ghibli sono fecondi e pieni di soddisfazione per Miyazaki che ha trovato così una sua autonomia produttiva e la possibilità di lavorare su uno stile assai personale in cui giocano un ruolo fondamentale la cura maniacale dei particolari, un lavoro straordinario sui colore e la tradizione del disegno manuale anche negli anni della rivoluzione dell’animazione digitale, usata con grande parsimonia. Tra i titoli prodotti per lo studio ricordiamo Il mio vicIno Totoro, Kiki-Consegne a domiciio, Principessa Mononoke, La città incantata e il recente Il castello errante di Howl, presentato come Evento speciale lo scorso anno a Venezia e nelle sale italiane dal settembre.

PRESSBOOK

Hayao Miyazaki nasce nel 1941 a Tokyo. Dopo la laurea in Scienze politiche ed economiche alla Gakushuin University nel 1963, entra nella Toei Animation Company. Come nel caso del suo mentore Isao Takahata, questo tipo di carriera è piuttosto insolita per un laureato in tali materie. Ma già da studente universitario Miyazaki si appassiona alla letteratura infantile e legge ogni genere di pubblicazione nazionale e internazionale scritta per i bambini. Hayao è anche un disegnatore straordinario. Come animatore, viene coinvolto nella creazione di numerosi film e serie TV, spesso in collaborazione con Takahata. Nel 1978 dirige la serie Tv Conan, il ragazzo del futuro e nel 1979 il film Il castello di Cagliostro. Agli inizi degli anni Ottanta Miyazaki parte per Los Angeles per studiare animazione con i famosi “Nine Old Men” della Walt Disney. Uno dei suoi amici e studenti di quegli anni è John Lasseter, fondatore e mente creativa della Pixar Animation Studios. Durante lo stesso periodo, Miyazaki scrive e illustra l'acclamata serie di fumetti Nausicaa della valle del vento.

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