Compiuti gli studi all'Accademia di arte drammatica, inizia a lavorare in teatro e contemporaneamente è indossatrice e foto-modella. È proprio una sua foto apparsa su 'Harper's Bazaar' ad attirare l'attenzione della moglie di H. Hawks, che induce il produttore ad assegnarle la parte di protagonista, con Humphrey Bogart O, di To Have and Have Not (Acque del sud) nel 1944. Bellissima (con un volto angoloso addolcito dagli occhi profondi e una voce sensuale), dotata di un fascino inquietante, la B. rappresenta la partner ideale di Bogart — una donna che non è disposta a sottomettersi ad alcun uomo — opponendo alla sua apparente misoginia e alla sua scontrosità una femminilità aggressiva e insinuante. Il grande sonno (1946) di Hawks, La fuga (1947) di D. Daves, L'isola di corallo (1948) di Huston, tutti con Humphrey Bogart, che nel frattempo (1945) aveva sposato, rappresentano le migliori interpretazioni della B., quasi le sue possibilità espressive fossero esaltate dal confronto con Bogie. Dopo la morte del marito (1957), infatti, non ha più conosciuto il successo pieno, nonostante la sua attitudine a sostenere ruoli drammatici. Nel 1961 sposa Jason Robards, da cui divorzierà nel 1973. Dopo How to Marry a Milliona ire (Come sposare un milionanario,1953) di Negulesco, una commedia brillante con M. Monroe e B. Grable, ha diradato le sue apparizioni cinematografiche preferendo il palcoscenico. Tra i film da lei interpretati vanno segnalati il drammatico The Cohwob (La tela del ragno, 1955) di Vincente Minnelli; Written on the Wind (Come le foglie al vento, 1956) un tipico melodramma di Douglas Sirk; Designing Woman (La donna del destino, 1956) una commedia di V. Mnnelli; Harper (Detective's story, 1966) di Jack Smight, una rivisitazione lievemente ironica del film noir americano (con la B. al fianco di un Paul Newman che richiama nella malinconia e nel distacco il modello di Bogart); Murder on the Orient Express (Assassinio sull'Orient Express, 1974) di Sidney Lumet, un giallo intrigante tratto da Agatha Christie, che segna il suo ritorno al cinema dopo otto anni di palcoscenico, cui si è dedicata non solo per autentica passione ma anche per i continui dissapori con le 'majors' (Warner e Fox). Del 1981 è The Fan (Un'ombra nel buio) di Edward Bianchi, dove la B. interpreta con rinnovata intensità la parte di un'attrice di teatro, alle prese con un ignoto persecutore. A Broadway ha raggiunto il successo con le commedie musicali 'Applause' (che nel 1970 le ha fatto vincere il Tony) e 'The Woman of the Year' (La donna dell'anno, 1981). Anche al cinema B. continua a lasciare il segno. Prima di The Fan ha interpretato il grottesco personaggio di una ottuagenaria che s'è mantenuta vergine e che ora aspira alla presidenza di una società di macrobiotici attraverso una campagna elettorale perfidamente ricalcata da Robert Altman sulle conventions politiche (Health, tl. Salute, s'intitola il film, del 1979). «Dimostro vent'anni di meno perché sono vergine», proclama il personaggio (l'attrice in effetti è cinquantacinquenne). Un film dell'orrore tratto da Stephen King — Misery (Misery non deve morire, 1990) di Rob Reiner la vede in una parte laterale. Nuovamente con l'Altman dissacratore, per il discusso Prét-àporter (1994), sfodera la sua grinta nel personaggio di una cx redattrice di moda durante una agghiacciante parata parigina, dove accadono le più indecenti idiozie che pubblicitari e affaristi possano immaginare. Sempre sicura e spigolosa, ora che di anni ne ha settanta. Sempre, per il suo sguardo, definita, come ai tempi belli di Hollywood, «The Look». Nel 1996 è al fianco di Alain Delon nel film diretto dal filosofo Bernard-Henry Lévy, Le jour et la nuit (Il giorno e la notte). Nel 1994 pubblica l'autobiografia 'Lauren Bacall by My self", che diventa subito un bestseller.
Da F. Di Giammatteo, Nuovo dizionario universale del cinema. Gli autori, Editori Riuniti, 1996, Roma
Guido di Falco
