Da Terminator 2 a Ghostbusters 2, ecco le ragioni (e gli stimoli) di un sequel tanto atteso. Da giovedì al cinema.
La banda dei ricercatori è tornata. Anzi, non è mai andata via. Se per sopravvivere Pietro Zinni e i suoi colleghi avevano lavorato alla creazione di una straordinaria droga legale diventando poi dei criminali, adesso è proprio la legge ad aver bisogno di loro. Sarà infatti l'ispettore Paola Coletti a chiedere al detenuto Zinni di rimettere su la banda, creando una task force al suo servizio che entri in azione e fermi il dilagare delle smart drugs. Agire nell'ombra per ottenere la fedina penale pulita: questo è il patto.
Avevamo tutti in mente tante cose quando abbiamo scelto di ampliare l'universo di Smetto Quando Voglio con altri due film e sono felice di quello che è venuto fuori: un inedito mix tra la commedia all'italiana nella sua accezione più classica e le trilogie americane della Marvel.
"Era l'autunno del 2014 quando, per scherzare, in un'intervista a Londra parlai per la prima volta della trilogia di Smetto - ha affermato il regista Sydney Sibilia - Il film era all'apice del suo piccolo grande successo, e tutti mi chiedevano di un ipotetico "due". I sequel, si sa, sono sempre qualcosa di spinoso. In Italia poi tendenzialmente vengono percepiti come un'operazione prendi i soldi e scappa, qualcosa da cui un regista, o un autore, dovrebbero stare lontani anni luce. Eppure qualcosa non mi tornava.
La mia formazione cinematografica, come ho dichiarato un sacco di volte, è nata dalla visione di tutta una serie di film, sia italiani che americani, anni '70, '80 e '90, che sono stati un po' la mia scuola di cinema. Tra questi c'erano dei film che tutt'ora amo moltissimo come Terminator 2, Ghostbusters 2, la trilogia di Ritorno al Futuro, quella di Indiana Jones, Fantozzi, Amici miei. Molti di questi sono sequel, alcuni sono saghe, altri trilogie.