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Status, la web serie su MYmovies.it

Intervista alla protagonista femminile Eleonora Giovanardi.
di Marianna Cappi

Eleonora Giovanardi (41 anni) 8 novembre 1982, Reggio Emilia (Italia) - Scorpione. Interpreta Stoya Giuliani nel film di Davide Labanti, Renato Giugliano, Margherita Ferri Status - Episodio 1.

venerdì 19 dicembre 2014 - Incontri

Chi l'ha incontrata per la prima volta qui su MYmovies.it l'ha vista discutere brillantemente una tesi di dottorato in scienze politiche e partire subito dopo per l'Albania, per seguire il sogno di lavorare per la cooperazione internazionale e sfuggire alla realtà di un fidanzato immaturo e inaffidabile. Ma Eleonora Giovanardi, a soli 32 anni, ha già vissuto un numero discreto di vite diversissime tra loro: non solo Stoya, dunque, protagonista femminile della web serie Status, ma anche Francesca Pascale, alias Lady Berlusconi, nella parodia della coppia passata sul piccolo schermo nel programma "Crozza nel Paese delle Meraviglie", e tanti altri ruoli in teatro, sua prima scuola e passione. In attesa, ci racconta, del sognato approdo al grande schermo.

Quando hai deciso di fare l'attrice?
Mi ricordo ancora il giorno preciso. Avevo circa 14 anni e ero seduta sulle scale di una chiesa di Reggio Emilia, la mia città, quando mi è arrivato tra le mani il volantino di un gruppo di teatro. All'epoca suonavo un po' il violino, avevo fatto il conservatorio, ma stavo ancora cercando la mia strada artistica, così mi sono detta: ""Proviamo anche questa". Quel gruppo, "Mamimò", è poi diventato il mio gruppo. Erano i miei insegnanti quando andavo al liceo e, quando molti di loro sono entrati alla Paolo Grassi di Milano, io stessa ho cominciato ad annusare l'aria di quella scuola da lontano. Nonostante questo, finito il liceo, mi sono ripromessa: "Adesso solo cose serie, solo l'Università!". Ho resistito un anno, poi sono tornata col mio gruppo di teatro e alla fine dell'Università sono entrata anch'io con un provino in Paolo Grassi.

Collabori ancora con la compagnia di Reggio Emilia?
Certo! Ora abbiamo un teatro in gestione in città, e con loro ho fatto da poco uno spettacolo per ragazzi di cui sono molto contenta. Là ho avuto a disposizione un laboratorio per costruire i miei body puppets e carta bianca per ideare il mio spettacolo di figura.

In televisione, invece, hai carta bianca o ancora no, per la costruzione dei tuoi personaggi?
Lì carta bianca non la voglio proprio, ho un bisogno assoluto dell'aiuto di Crozza. Per il personaggio della Pascale mi sono preparata guardando tutti i video su YouTube, ma è lui che mi ha dato la chiave di lettura che voleva per il personaggio, io sono la sua spalla e ho bisogno della sua direzione per supportarlo al meglio.

Hai imparato molto da lui?
Sì, caspita. Vederlo provare è una lezione ogni volta. È molto preciso e ha un talento stratosferico, conosce perfettamente il linguaggio televisivo, quello musicale, ha dei tempi comici perfetti. E mi piace anche la lettura della realtà che danno i suoi autori, è sempre molto stimolante.

Che rapporto hai con la televisione?
Sono arrivata in trasmissione da Crozza con un semplice provino, che ho fatto di fronte agli autori. È stato due anni fa. C'erano ragazzi che lavoravano con lui già da cinque anni, per cui zitta zitta mi sono accodata al gruppo. Quello che senti e fai sul palco, però, dice molto più di qualsiasi curriculum. Così ci sono state anche occasioni di lavoro a due, è cresciuta una stima reciproca (la mia, in verità, c'era in partenza). Ritengo che la trasmissione di Crozza sia una perla rara e non ho avuto né ho, al momento, altri contratti o contatti con la televisione, però non so quanti ne potrei permettermi, le possibilità di lavoro sono così rare...

Hai un obiettivo?
Crescere professionalmente per potermi permettere di scegliere, appunto.

Preferisci la commedia o i ruoli tragici?
È strano, ho sempre prediletto le grandi tragedie, quelle da attaccarsi alle tende, ma già un'insegnante, ai tempi della scuola, mi aveva messo il dubbio. La verità è che ho un lato molto gigione, che mi fa trovare a mio agio nella commedia. Oggi, poi, credo che sia più utile la commedia.

Meglio riderci su?
Riderci su con intelligenza mi pare una buona strada.

Parliamo della web serie Status, che ha vinto la prima edizione del bando "Are you Series?", indetto dal Milano Film Festival. Una puntata tira l'altra. Come mai fa questo effetto?
Non sono un'esperta di web series in generale...

Ma sei una scienziata della comunicazione...
È vero! Posso dire che ora si vedono sul web anche tipi di serialità diverse, autoconcludenti, indipendenti. Nel nostro caso, però, credo che il traino sia la voglia di vedere la prossima puntata, un traino, cioè, di tipo drammaturgico. Lo stesso, probabilmente, che ci ha fatto vincere, perché alla fine della prima puntata non puoi non chiederti "Ma cosa ci fa lei nel bagagliaio?". La forza è nella storia, sono stati bravi gli autori.

Credi che il tuo incontro professionale con il gruppo bolognese che ha realizzato Status possa ripetersi in futuro?
Lo spero tantissimo. Loro non hanno capito quanto ci tengo. E pensare che è nato tutto per caso: sono andata a fare il provino, senza conoscerli, e poi in Albania ho scoperto un gruppo favoloso. Eravamo tutti concentratissimi sull'obiettivo, c'era molto lavoro da fare, il budget era chiaramente limitato e, in queste condizioni, lo spirito del gruppo è veramente un valore aggiunto.

"Il teatro, però, è la mia passione"... hai detto in occasione di alcune interviste..
E poi ho capito che le interviste rimangono e invece tu vai avanti... Il teatro rimane sì la mia prima passione, ma oggi faccio fatica a trovare una mia strada, non riesco bene a capire cosa cercare a livello teatrale. È un primo amore che mi mette in crisi.

Sei autrice dei tuoi testi?
Dipende. Con la compagnia di Reggio Emilia ho sempre fatto tutto, come tutti, dal testo alla messa in scena. Altre volte, come nel caso dell'ultimo spettacolo in Georgia, sono "solo" attrice. Mi piace essere al servizio di un regista.

Ed eccoci al capitolo cinema. C'è un genere che preferisci e che vorresti fare?
Mi piacciono i film belli. Boyhood, per esempio. In teatro ho sperimentato cosa significa fare una tournée importante, anche se in un ruolo minore, ho annusato quell'aria. Adesso mi piacerebbe moltissimo annusare il set di un film d'autore.

Faresti subito un provino per...?
Sorrentino, Garrone, Virzì. Ma anche per un film low budget, che contempli una certa libertà di idee e di progetto.

Cosa manca al cinema italiano?
Spesso mancano i finanziamenti, e non si "accende" il set di un film senza soldi, come a volte si può fare col teatro. E poi manca la buona scrittura.

Hai ancora tempo di andare al cinema?
Caspita! Non faccio altro.

Suoni ancora il violino?
Purtroppo no e mi dispiace moltissimo. Ma è comunque molto utile quando il tavolo traballa.

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