Anvil e i miti decaduti della musica.
di Roy Menarini
Si potrebbe provocatoriamente affermare che Anvil sia il film più commovente degli ultimi anni. Difficile
che la categoria del coinvolgimento emotivo e le lacrime di passione vengano considerate naturali per un
documentario. Eppure Anvil, anche se all'apparenza si struttura attraverso forme non del tutto inedite
(interviste alle grandi star ammiratrici dell'oscuro gruppo metal, dialettica tra on stage e back stage,
mitizzazione di questi eroi del quotidiano), conquista attraverso la più importante qualità nel mondo della
musica hard rock: l'attitudine.
È probabile che solo chi ha vissuto la stagione classica dell'heavy metal – e per classica si intende anche la
svolta "thrash" della seconda fase – Anvil risulti davvero commovente.
Ma per tutti gli altri, che si godono
il film senza relazioni affettive e senza per forza apprezzare quel tipo di musica, rimane comunque una
storia straordinaria. Impagabile la lunga serie di concerti in luoghi tristissimi e provinciali, dove gli Anvil si
esibiscono per pochi soldi e spesso finendo col litigare sul compenso. Magnifico il ricordo di una "scena",
quella metal, dove vige una fratellanza particolare ma si viene dimenticati lo stesso molto velocemente. E
strepitosi quelli che verrebbe da chiamare "interpreti", in realtà facce vere e vissute, di un gruppo che ha
tirato avanti per anni senza che nessuno se li filasse, almeno fino al momento in cui Sacha Gervasi ha deciso
di girarci un film.
Con Anvil si conferma il grande feeling che c'è tra il rock e il cinema.
Meno noto, forse, il rapporto tra
settima arte e heavy metal, che possiede un suo cult movie purtroppo poco noto in Italia, This is Spinal Tap di Rob Reiner, un mockumentary che nel 1984 esilarò l'America per come sapeva mettere in scena
tutta la tenera inconsistenza del rock duro di allora. Anvil è stato considerato il nuovo Spinal Tap, con
una differenza fondamentale: dal film di Reiner si originò una vera band che fece anche qualche tour,
nel film di Sacha Gervasi sono i veri Anvil a mettersi a nudo con straordinaria sincerità. Per il resto, film di finzione come Tenacious D, School of Rock, Fusi di Testa, Rockstar non si può dire vadano fino in fondo
nella definizione della filosofia metallara, quasi sempre limitata all'hard rock più orecchiabile – anche se si
attende con una certa curiosità Rock of Ages con Tom Cruise. Ben più vivace, il mondo del documentario
ha sortito alcune pellicole degne di nota, come Some Kind of Monster dedicato ai Metallica, Metal: A Headbanger's Journey (viaggio antropologico tra riti e miti del metallo pesante) o Heavy Metal in Baghdad,
formidabile ritratto dell'unica band di rock estremo irachena. Ecco perché anche Anvil, scegliendo la
dimensione non fiction risulta credibile e sincero almeno quanto i titoli citati. Questione di attitudine, appunto.
Anvil! The Story of Anvil è in programmazione in streaming su MYMOVIESLIVE! tutte le sere fino a domenica 1 aprile.