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Un'operazione coraggiosa nata come scommessa

Intervista a Marco Bellocchio, in concorso al Bif&st con Sorelle Mai.
di Fiorella Taddeo

Il regista Marco Bellocchio (in foto) è in concorso al Bif&st di Bari con Sorelle mai.
Marco Bellocchio (84 anni) 9 novembre 1939, Bobbio (Italia) - Scorpione. Regista del film Sorelle Mai.

lunedì 24 gennaio 2011 - Incontri

Sono passati quarantasei anni dall'uscita de I pugni in tasca e quella voglia, mai celata, di raccontare la storia e la società da prospettive scomode e mai scontate non sembra dover scemare. Dove c'è e parla Marco Bellocchio, polemiche e approfondimenti, analisi e spunti di riflessioni non mancano mai. Il regista piacentino è tra gli ospiti del Bif&st, il festival internazionale di cinema e tv che fino al 29 gennaio animerà strade, teatri e il lungomare di Bari.

In concorso con Sorelle mai
Bellocchio accompagna la presentazione di Sorelle mai, in concorso nella sezione Italia Film Fest/Lungometraggi, un'opera nata come scommessa a seguito del laboratorio – corso di regia che il cineasta cura a Bobbio. Il film uscirà nelle sale a fine marzo, distribuito da Teodora. "È un'operazione di indubbio coraggio. Speriamo che i distributori non perdano soldi" scherza subito Bellocchio "Lo abbiamo realizzato senza grandi mezzi di produzione, ma stiamo continuando a lavorarci per migliorarne la resa e l'immagine".

Tra film realizzati e progetti da realizzare
Ma l'attenzione è, ancora, tutta focalizzata su altri titoli del regista, uno già realizzato, l'altro no. Un passato ed un futuro ingombranti che non risparmiano polemiche e riflessioni. Il film realizzato è Vincere, di cui si è dovuta amaramente incassare, nei giorni scorsi, l'impossibilità di partecipazione alle candidature all'Oscar, nonostante il sostegno della stessa critica statunitense. L'altro è, invece, Italia mia, il nuovo progetto che Bellocchio vorrebbe realizzare e che "vaga" alla ricerca di sostegno e finanziamenti. "Sono contro l'autocommiserazione" sentenzia il regista "E sono abituato alle polemiche. Italia mia non è un film che fa il nome di Berlusconi, anche se in molti hanno cercato di vedere, tra le righe, anche in Vincere lo stesso personaggio. Vorrei raccontare, invece, la tragicità che l'Italia sta vivendo. Certo è un film costoso perché parla comunque del potere. E se parli del potere, non puoi esprimerti ambientando la pellicola in due camere e un salotto. Lo devi rendere al massimo della sua potenza, appunto. È, tuttavia, un soggetto che potrà essere ripreso anche successivamente".

L'adattamento teatrale de "I pugni in tasca"
Bellocchio parla, infine, dell'adattamento teatrale de "I pugni in tasca", portato in scena da Stefania De Santis ed interpretato da Pier Giorgio Bellocchio e Ambra Angiolini: "Fa sicuramente riflettere il fatto che il film sia stato considerato come la bandiera di un'epoca. È interessante, infatti, che il '68 abbia assunto a proprio eroe la figura di un criminale che ammazza la madre e il fratello disabile. Nella versione teatrale, gli esterni non sono chiaramente presenti, ma non sono cancellati. L'attenzione è concentrata sull'ambientazione familiare. Credo che i giovani saranno facilitati nella visione teatrale, non potendo fare un diretto paragone con il film del 1965".

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