La condizione delle donne, degli anziani e dei minori, lo stato in cui versa l'ambiente, il diritto alla casa e al lavoro, la lotta alla povertà, la convivenza pacifica. Sono questi solo alcuni dei temi che verranno trattati dal 9 fino al 16 novembre nell'ambito della terza edizione del Festival del cinema dei diritti umani di Napoli. La kermesse, che si svolgerà in tutta la città, dal centro storico ai quartieri periferici di Ponticelli e Scampia, e nell'hinterland da Pozzuoli a Portici, entra da quest'anno a pieno titolo a far parte dello "Human Rights Film Festival Network", circuito che annovera 29 città del mondo ed è sostenuto da Amnesty International e Human Rights Watch. Tra proiezioni e dibattiti, concerti e un concorso cinematografico, la sette giorni napoletana cercherà di accendere i riflettori sui cambiamenti degli stili di vita che si registrano negli anni zero. Il cinema, dunque, come canale privilegiato per riflettere su diritti umani che, nel mondo, sono in costante evoluzione.
Per le opere in gara, quest'anno sono due le sezioni previste: "Human Doc" e "Napoli ieri, oggi e... domani?" per un totale di 24 opere in concorso. Il parco di film che compone le due sezioni ufficiali offre sia una visione variegata della società italiana e partenopea, sia uno sguardo attento ad altre realtà europee e mondiali, solo in apparenza distanti. I vincitori del concorso saranno ospitati a Buenos Aires per prendere parte al Festival DerHumALC e le loro opere saranno proposte anche a tutti gli altri festival della rete HRFF. La giuria è doppia: una ufficiale, presieduta da Franco Brogi Taviani (tra i protagonisti del festival, con la proiezione del work-in progress del suo ultimo film Italiani all'Opera!, dedicato all'emigrazione italiana in Argentina), e l'altra "Giovani" con oltre trenta studenti delle Università Suor Orsola Benincasa, Parthenope e L'Orientale.
Oltre il concorso, numerose saranno le proiezioni di film attinenti ai temi trattati. L'onore di aprire la sezione internazionale del festival toccherà alla Palestina con Rafef Ziadah, direttrice del Festival del Cinema Palestinese di Toronto. Ma lo sguardo sul mondo sarà a 360 gradi: dalla Colombia, con Colombia vive lavoro realizzato da Guido Piccoli sui temi del terrorismo di stato e del narcotraffico, all'Irlanda del Nord, dal Sahara Occidentale , all'Argentina.
Ad Ercolano, nel Teatro del Museo Archeologico Virtuale, il regista Mimmo Calopresti sarà il protagonista di una tavola rotonda su diritti e precarietà del lavoro. Per l'occasione, proiezione del suo film La fabbrica dei tedeschi.
Tra gli eventi speciali si segnalano la giornata di Medici senza Frontiere, venerdì 12, dedicata alle guerre dimenticate e l'incontro organizzato dalla Fiom di Napoli che prevede anche la proiezione di tre videoclip dal film RCL – Ridotte capacità lavorative in concorso a Torino, diretto, tra gli altri, da Paolo Rossi.
La chiusura del festival napoletano sarà affidata all'evento Niente asilo politico, una riflessione a più voci sui profili della politica estera italiana. A guidare la serata Enzo Nucci, corrispondente per la Rai da Nairobi e Cecilia Rinaldini di Radio Rai 3.
Il festival offrirà anche l'occasione per la nascita della "Rete dei Festival del Caffè Sospeso" che vedrà la luce il 14 novembre sempre a Napoli, nei locali dell'antico Archivio Fotografico Parisio. Questo nuovo network si proporrà di costruire un canale distributivo alternativo per il documentario di impegno sociale e non solo, partendo dal sostegno di sette festival italiani (Valsusa, Riace, Lampedusa, Polizzi Generosa, Trieste, Cagliari e Napoli) a cui si assoceranno numerosi altri.
Gli spettacoli, i dibattiti e le proiezioni saranno tutti ad ingresso gratuito. Per informazioni sul programma.