Robin Hood dell'era moderna
La leggenda di Robin Hood, rivive in una serie tv, Leverage, che ancora una volta rappresenta la realtà. Lo scandalo Madoff che ha mandato in rovina milioni di americani (e che ha fatto disamorare gli spettatori di una serie Dirty Sexy Money) ha messo in cattiva luce istituzioni come banche, assicurazioni, immobiliaristi. Il termine "Leverage" in finanza significa prendere in prestito un capitale e investirlo ottenendo un rendimento superiore al tasso di interesse richiesto dal prestatore. E Dean Devlin, produttore esecutivo della serie ha preso a prestito questo concetto con ironia e ha anticipato i tempi raccontando di un ex-investigatore assicurativo che, dopo essere stato coinvolto lui stesso in un caso di mala-assicurazione, decide di comporre un team di ladri professionisti e di esperti di frodi per fare giustizia nei confronti di cittadini vittime di torti di istituzioni e governo.

Equilibrio fra bene e male
Il protagonista, Nathan Ford, interpretato da Timothy Hutton (un altro grande attore del cinema recuperato dalle serie tv), è la vera incarnazione di un Robin Hood del terzo millennio che compie dei crimini per dei buoni fini. L'equilibrio fra bene e male è estremamente attuale nel piccolo e grande schermo, poiché in una società complessa ognuno di noi è parte di uno e dell'altro mondo. È comunque l'obiettivo finale che è importante. E quindi se qualcuno ruba per una buona causa è come se dicesse una bugia bianca, mentire a fin di bene.
Leverage ha un tono anni '70 in stile Mission Impossible/ A-Team ed eleva i personaggi a eroi vecchio stile con una vena di grande ironia. Un'idea universale, realizzata oggi, con un'aura retro, è un'idea vincente. In più, e non è da sottovalutare, poter dare allo spettatore la soddisfazione di frodare lo stato ai giorni nostri non è da poco.