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Giorgio Diritti

Giorgio Diritti è un attore italiano, regista, produttore, scrittore, sceneggiatore, montatore, assistente alla regia, è nato il 21 dicembre 1959 a Bologna (Italia).
Nel 2021 ha ricevuto il premio come miglior regia al David di Donatello per il film Volevo nascondermi. Dal 2010 al 2021 Giorgio Diritti ha vinto 2 premi: David di Donatello (2010, 2021). Giorgio Diritti ha oggi 64 anni ed è del segno zodiacale Sagittario.

I Diritti di Bologna e non solo

A cura di Veronica Ranocchi

Regista, sceneggiatore e montatore in ambito cinematografico, ma anche attivo in ambito teatrale. Questo è Giorgio Diritti che, dopo cortometraggi e documentari, lavorando al fianco di grandi autori italiani, come, per esempio, Pupi Avati, arriva a realizzare lungometraggi e affermarsi in maniera decisa nel mondo del cinema.

Gli inizi
Come detto, Giorgio Diritti si forma al fianco di diversi autori italiani, uno su tutti Pupi Avati, con il quale collabora in vari film. Ma, in realtà, ha il privilegio di lavorare anche con Federico Fellini ed Ermanno Olmi. Nello specifico Pupi Avati ha un'influenza più diretta per quanto riguarda la realizzazione dei film; con gli altri due, invece, la collaborazione ha un'impronta diversa. Con Fellini lavora per il casting del film La voce della luna del 1990 e a Olmi, invece, è legato per la partecipazione all'attività di Ipotesi Cinema, Istituto per la formazione di giovani autori, fondato e diretto proprio dal regista bergamasco.
Nato a Bologna nel 1959, Giorgio Diritti dirige il suo primo cortometraggio, Cappello da marinaio nel 1990 e viene selezionato in concorso a numerosi festival internazionali, tra cui quello di Clermont-Ferrand. Due anni dopo realizza un nuovo cortometraggio dal titolo Dio e nel 1993 dirige un film per la tv prodotto da Ipotesi Cinema e Rai 1 dal titolo Quasi un anno.
Prima di debuttare nel lungometraggio Diritti dirige un altro cortometraggio nel 1995, dal titolo Dal buio, e un documentario nel 1999, Il denaro, in co-regia con Paolo Cottignola, Ermanno Olmi e Alberto Rondalli.


Gli anni 2000

All'inizio degli anni 2000 realizza prima il cortometraggio Segno d'ombra e poi nel 2002 il documentario Con i miei occhi per poi arrivare nel 2005 a debuttare ufficialmente nel lungometraggio con il suo primo film Il vento fa il suo giro. Il film è basato su una storia realmente capitata a Ostana e osservata dallo sceneggiatore Fredo Valla. Il titolo richiama un proverbio occitano, col significato di "tutto ritorna". Philippe, già dedicatosi alla pastorizia sui Pirenei francesi, è alla ricerca di una nuova sistemazione per la sua famiglia, dato che nel luogo in cui vive è in costruzione una centrale nucleare. Dopo aver cercato casa altrove, nel fare ritorno in Francia si ritrova per caso nella Valle Maira, nel paesino di Chersogno, ormai spopolato e abitato quasi unicamente da anziani. Il film partecipa a oltre 60 festival nazionali e internazionali e riceve 5 candidature ai David di Donatello 2008 e 4 ai Nastri d'Argento 2008. Diventa anche un "caso nazionale" restando in programmazione al Cinema Mexico di Milano per più di un anno e mezzo. Film d'esordio che contiene in forma già compiuta il nucleo forte dell'opera del regista, che ruota intorno al tema esistenziale dell'attribuzione di senso indagandolo lungo percorsi marginali e muovendosi nella nicchia del dialetto per costruire un messaggio sull'identità culturale.

Il secondo e il terzo film

Si intitola L'uomo che verrà il secondo lungometraggio di Giorgio Diritti, del 2009 (che arriva dopo il documentario Piazzàti del 2008). Il film viene presentato nella selezione ufficiale del Festival Internazionale del Film di Roma 2009, dove vince il Gran Premio della Giuria Marc'Aurelio D'argento, il Premio Marc'Aurelio D'oro del Pubblico e il Premio "La Meglio Gioventù". Partecipa, come il primo, anche a numerosi festival italiani e internazionali ricevendo molti riconoscimenti importanti (tra questi due David di Donatello e due Nastri d'Argento). Al centro della vicenda la ricostruzione storica dell'eccidio di Marzabotto attraverso la visione corale di una comunità agricola.
Il film successivo è Un giorno devi andare del 2013, di cui ha curato anche soggetto e sceneggiatura, e che è stato presentato in anteprima al Sundance Film Festival. Diritti torna a leggere il complesso intreccio dei potenti temi dell'appartenenza, del disagio esistenziale e della necessità di connessione con un'identità socialmente condivisa. Jasmine Trinca è la protagonista di un viaggio in Amazzonia tra i villaggi Indios alla ricerca del senso della vita.
Prima di passare ai film più recenti, però, meritano una menzione anche il documentario Milano 2015 del 2015 e Zombie del 2020.

I film più recenti
È del 2020 il film che gli è valso numerosi riconoscimenti, ancor più di quelli precedenti. Si tratta di Volevo nascondermi che racconta la vita del pittore Antonio Ligabue, interpretato da Elio Germano che, per il ruolo, ha vinto l'Orso d'argento al miglior attore, dal momento che il film è stato presentato al Festival del Cinema di Berlino. Come detto il film fa incetta di candidature (ben 15) ai David di Donatello, portando a casa ben 7 premi tra cui miglior regia e miglior film.
In concorso alla Mostra del cinema di Venezia 2023 è, invece, il film Lubo, trasposizione de "Il seminatore", romanzo di Mario Cavatore. La storia è ambientata nell'inverno del 1939 e racconta di Lubo Moser, un giovane Jenisch (etnia nomade), chiamato alle armi dall'esercito svizzero per difendere i confini. Lì lo raggiunge il cugino e gli racconta che i gendarmi hanno preso i suoi figli, strappati ai genitori perché figli di girovaghi, zingari. La vendetta di Lubo avrà risvolti inaspettati, obbligando a ripensare i labili confini tra bene e male.

Non solo cinema
Infine, in parallelo all'attività cinematografica, Giorgio Diritti, come anticipato, è anche impegnato in ambito teatrale. In questo settore produce e dirige vari spettacoli. Tra questi, per esempio, "Novelle fatte al piano", presentato per la prima volta nel 2010 a Roma in apertura della prima edizione del Festival di lettura per ragazzi La Tribù dei lettori. Lo spettacolo è creato associando, rimontando e giocando con immagini datate dagli anni Dieci agli anni Sessanta del Novecento per far rinascere l'universo terrestre ed extraterrestre di Gianni Rodari, sotto forma di una drammaturgia 'filmica' e musicale.
Più o meno nello stesso periodo, tra il 2010 e il 2011 Diritti cura la regia de "Gli occhi gli alberi le foglie", riflessione teatrale e cinematografica sull'educazione e l'insegnamento, presentato per la prima volta in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico all'Università di Bologna. E sempre a proposito di Bologna, il cui legame è forte e costante nelle sue opere, Diritti realizza nel 2012 un documentario. L'opera, per il nuovo circuito dei musei bolognesi, aiuta, tramite una passeggiata virtuale, a conoscere il patrimonio che ha reso famosa nei secoli la città.
Accanto a cinema e teatro, il regista trova spazio anche per la letteratura e nel 2014 esordisce con il romanzo "Noi due" al quale, nel 2015, ha fatto seguito il saggio "L'uomo fa il suo giro. Storie di condivisione dentro e fuori del set".

Ultimi film

Drammatico, (Italia, Germania - 2023), 175 min.
Biografico, (Italia - 2020), 120 min.
Documentario, (Italia - 2015), 102 min.
Drammatico, (Italia - 2009), 117 min.

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venerdì 24 novembre 2023
 

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