Il regista torna con un thriller-poliziesco solido e cupo che regge fino in fondo. Espandi ▽
Quando i suoi superiori scoprono che partecipa a combattimenti clandestini, il giovane e irrequieto agente di polizia Antoine Cerda viene allontanato dalla BRI (Brigade de Recherche et d'Intervention) di Parigi e trasferito alla squadra anticrimine di Bobigny, dipartimento di Seine-Saint-Denis. Nei mesi successivi recide i legami con gli ex colleghi di brigata (compresa la fidanzata, con cui ha un rapporto altalenante) ma, quando due di loro vengono uccisi e un terzo sparisce misteriosamente, Antoine si mette ad indagare per conto proprio. Scoprirà che il confine tra il bene e il male, tra buoni e cattivi, è più labile di quanto pensasse.
Il regista Olivier Marchal (classe 1958) è stato per oltre dieci anni un poliziotto in una Brigata Anticrimine, e si è poi imposto dietro la macchina da presa come uno dei maggiori eredi del ‘polar’ nel cinema francese del nuovo millennio, restando sempre fedele al genere lungo tutta la sua filmografia.
In Bastion 36 Marchal torna con una storia di corruzione e vendetta, muovendo il tormentato Antoine (Victor Belmondo, il nipote di Jean-Paul) in una Parigi cupa e notturna dove non può fidarsi di nessuno.