Due sorelle di segno opposto: Justine rappresenta il caos, il disordine, l'incapacità di formare una famiglia; creativa, non sappiamo nemmeno dove vive, ma sappiamo che non sa mantenersi un lavoro o un affetto. Claire è, al contrario, moglie e madre perfetta, e vive in un luogo da favola che è il luogo del film. L'auto nuziale di Justine non riesce nemmeno ad arrivarci, mentre quella di Claire non riesce a portarla via. Gli stessi cavalli si rifiutano di lasciare quel luogo, forse unico rifugio possibile all'arrivo della catastrofe. Justine si fonde quasi con i pianeti in collisione, fatta della stessa luce di cui è fatto il pianeta nemesi della Terra (che "non è buona", secondo lei). Justine è irresponsabile di fronte alla fine - come i bambini di fronte ad un altro gioco - mentre Claire (e suo marito) sono sopraffatti dalle responsabilità, dalla necessità di far procedere i riti della quotidianità.
Palma d'oro meritatissima a Kirsten Durnst, ma mi sembra che la responsabilità del premio si sarebbe dovuta dividere con l'altra sorella, Charlotte Gainsbourg. Ma è difficile trovare, in questo strano film sulla fine, un solo attore, magari di contorno, che non dimostri che il cinema è vivo e vegeto ed ha un radioso futuro davanti.
[+] lascia un commento a paolo t. »
[ - ] lascia un commento a paolo t. »
|