Le bellezze brune italiane hanno quarant'anni. Sabrina Ferilli li ha compiuti il 28 giugno, Monica Bellucci li compirà il 30 settembre. Tutte e due sono sposate: con Andrea Perone, con Vincent Cassel. La Ferilli dice che un figlio è adesso il suo più grande desiderio; la Bellucci è già incinta di sei mesi. È passato il tempo in cui i quarant'anni («fa il suo ingresso negli “anta”», scrivevano i giornali maligni) segnalava-no la fine della giovinezza, l'inizio di un altro periodo della vita: ma per Sabrina Ferilli forse rappresentano davvero una svolta esistenziale.
Troppi eventi si sono accumulati nell'ultimo anno per l'attrice di Paolo e Vittorio Taviani, di Marco Ferreri e di Paolo Virzì, per la ragazza rossa di paese (Fiano Romano, trenta chilometri da Roma) e di sinistra per sempre, per l'interprete di Rugantino a teatro e di fiction indovinate alla televisione, per la presentatrice con Baudo del Festival di Sanremo 1996, per l'immagine dei calendari contemplati con maggiore golosità maschile, perla padrona d'un corpo esuberante dall'ossatura graziosamente minuta, perfezionato ogni giorno dal personal trainer. In poco più di un anno Sabrina Ferilli si è sposata dopo otto annidi legame; ha accettato di recitare in Francia una biografia televisiva di Dalida, la famosa cantante italo-egiziana morta suicida a Parigi a 54 anni, nel 1987; è diventata un poco più severa con la parte politica a cui è stata legata dall'infanzia («La classe politica di questa nuova sinistra non ha mai avuto molta affinità con me... La sinistra ha perso in parte la sua anima più autentica e popolare. Questa nuova sinistra a volte mi sembra un po' antipatica»); ha mutato lievemente faccia per via di piccole alterazioni soprattutto intorno a zigomi e guance; ha visto rarefarsi, per via della crisi economica, le offerte di lavoro; ha compiuto quarant'anni; parla del proprio desiderio di maternità.
È bellissima e brava, simpatica e sensuale, calda, ha una pelle di seta: però cambia, è cambiata. E forse lo stacco, la cesura, sta nell'immagine straordinaria e trionfale che festeggiava lo scudetto 2001 della Roma: la stupenda giovane donna seminuda che veniva avanti a lunghe falcate al Cir~ co Massimo con la bandiera della squadra, in bikini argentato, potente come un'imperatrice o una leader rivoluzionaria, accompagnata da un ebbro plauso popolare, un poco simbolo di vittoria e un poco emblema di degradazione nazionale, folgorante, indimenticabile, indimenticata.