Maria Bello di madre polacca (e padre naturalmente italiano). Notissima al pubblico televisivo, dato che ha bucato il (piccolo) schermo con E.R., molto meno a quello cinematografico. I casi della vita: in Italia è nelle sale contemporaneamente protagonista di due film, A History of Violence e Assault on Precinct 13 -Distretto 13. Ruoli diversi - madre di famiglia nel primo, psichiatra della polizia nel secondo - ma medesimo “approccio”. Grintoso, essenziale, di chi non vuole arrendersi alla “seconda fila”, a stare un passo indietro agli “eroi” maschili di turno Viggo Mortensen ed Ethan Hawke. Il bello di Maria è che è brava. Addirittura bravissima se dietro la macchina da presa c'è uno come David Cronenberg, che capisce subito quanto la “sua” attrice non sia facilmente imbrigliabile. E di conseguenza, rende la storia funzionale al carattere. Sentite un po' il regista canadese: «Maria ha accentuato la definizione di Edie, il suo personaggio. Di fatto è lei l'uomo di casa. Ha un'energia quasi mascolina, è lei che prende sempre l'iniziativa, almeno fino a quando sulla scena non irrompono i gangster per perseguitare il marito. A quel punto la si scopre vulnerabile. È in questo cambio radicale che Maria è particolarmente brava, ed è lavorando insieme a lei sul personaggio che ho trovato una prospettiva nuova». Niente male. Qualunque attore farebbe la firma per sentirsi dire cose simili dal proprio regista. A maggior ragione un'attrice, abituata a vedersi “soffiare” la scena dai colleghi maschi. E pensare che Maria Bello neanche voleva farlo, questo mestiere. Per anni ha studiato e si è preparata per assecondare quello che le sembrava un “destino manifesto”: diventare avvocato. Poi, invece, per i casi della vita finisce in uno spettacolo off-Broadway dove viene notata da un producer della televisione. Segue canonica gavetta. Qualche commercials, piccole parti nei telefilm e la grande occasione. La dottoressa Anna Del Amico. All'inizio un personaggio minore, previsto solo per gli ultimi tre episodi della terza stagione. Ma la ragazza era entrata nella serie per restarci. A clamor di popolo, infatti, viene confermata anche per le stagioni successive. Un successo personale invidiabile. Nella vita privata, poi, Maria è ben più letale che non nella finzione, dato che pratica da anni la Muay Thai, una micidiale boxe thailandese che non ha ancora avuto modo di “sfruttare” sulla scena ma che spiega perché sia così brava in quelle scene movimentate per le quali a Hollywood ti impongono uno stunt man “d'ufficio” (ce ne sono sia in A History of Violence che in Distretto 13). Si dice addirittura che abbia seguito lei la preparazione della sua migliore amica, Carrie-Anne Moss, madrina di suo figlio Jack, per il movimentato ruolo di Trinity (Matrix). È piena di sorprese. Non ultima, l'impegno sul palcoscenico. Tra un combattimento e l'altro, tra un film di successo e una serie Tv, Maria trova anche il tempo di pensare al teatro con la T maiuscola. Dopo una tournée teatrale, la versione di Tre sorelle di Cechov di cui è stata protagonista è stata girata per il cinema in chiave “moderna”, con la regia di Arthur Allan Seidelman. Ma chi lo dice che a Hollywood le donne lavorano solo se sono pin-up?
Da Film Tv, 20 dicembre 2005