Definito da molti critici un regista promettente dalla teatralità hollywoodiana, Giovanni Marzagalli, in arte John Real, ha saputo distinguersi sulla scena italiana con ottime prove di cinema di genere. Questo giovane artista catanese si è imposto definendo uno stile e un genere ben precisi, al fine di affermarsi con un occhio diverso da ciò che il cinema italiano è in grado di offrire, e cercando di farsi notare per la differenza e la filo americanità con cui firma le sue opere, a partire dai titoli.

Una passione che nasce in tenera età
John Real nasce nella città siciliana di Catania nel 1988. Già all'età di otto anni si diletta nel filmare piccoli cortometraggi, utilizzando gli amici come attori protagonisti. La sua è una vera e propria passione. Non si limita a girare semplici scene amatoriali, ma John sceglie soggetti ben precisi, che raccontano battaglie epiche o si risolvono in thriller fantastici.
All'età di tredici anni la volontà di realizzare qualcosa di professionale diventa sempre più forte. Così, grazie all'aiuto dei genitori, il ragazzo riesce a girare il suo primo vero cortometraggio, dal titolo: The stone of power. Attratto dal cinema fantasy, che cerca di riproporre in maniera diversa e originale, John firma la storia di due giovani cavalieri che hanno il compito di proteggere un'antica reliquia dalle tenebre di un mondo caduto nell'ombra.

Medi e cortometraggi didattici
La precocità artistica fa parte del suo essere. A soli sedici anni John gira il mediometraggio I will find you, nel quale interpreta anche il ruolo del protagonista. Il film si basa su un tema delicato e doloroso. Si tratta, infatti, della storia d'amore tra due ragazzi che soffrono la lontananza a causa della guerra.
Tre anni dopo gli vengono commissionati cortometraggi ai fini educativi e sociali. Il giovane si presta volentieri alla realizzazione, pur allontanandosi dai generi che predilige. Firma, quindi, Non ti curar di loro, ma guarda e passa..., Tutto il resto non conta, The hardest part. Molti tra questi ed altri lavori ricevono riconoscimenti culturali e premi.

Finalmente il grande schermo
Dopo un altro cortometraggio di sicuro impatto emotivo, che racconta la storia di una ladra costretta a superare mille insidie in un museo pieno di pericoli (What you don't konw about others), nel 2008 gira un corto medievale: The battle. Basato sulla contesa di un libro difeso da una piccola armata che resterà vittima di un'imboscata, il regista riesce a radunare circa 150 persone in costume, dirigendoli sull'Etna innevata. Ombre di realtà è, invece, il suo primo lungometraggio, prodotto a costo zero, che ha innescato una scintilla di curiosità nel pubblico.
John decide, quindi, di seguire corsi professionali per migliorarsi e portare il suo lavoro al grande pubblico. Frequenta l'Accademia Nazionale del Cinema di Bologna, seguita da due Master alla UCLA della California, nei quali ottiene il massimo dei voti.
Nel frattempo Ombre di realtà ha scatenato interesse ed entusiasmo, tanto che non soltanto i media locali e nazionali ne parlano, ma una produzione milanese decide di proporgli il progetto di un film horror. Prima di iniziare a girare, il regista dirige e produce "My Generation" & "My Generation Music Contest", un programma televisivo regionale.
Il 2012 è finalmente l'anno di Native, l'horror girato sull'Etna, basato su antiche leggende popolari della Sicilia. Il film, seppur con budget ridotto, vanta la collaborazione di Marco Werba (autore, fra le altre, della colonna sonora del film di Dario Argento Giallo). Insieme al maestro Franco Simone, i due ricevono le nominations per miglior colonna sonora e miglior canzone al Festival dei Globi D'Oro, vincendo in entrambe le categorie, con l'aggiunta del prestigioso premio per il Miglior Regista Rivelazione dell'anno. Il film Native ha inoltre avuto l'onore di inaugurare il Fantasy Horror Film Award 2011.

Curiosità
Le sorelle Maria e Adriana collaborano in tutte le sue produzioni, la prima nel ruolo di scenografa e la seconda in quello di sceneggiatrice.
A proposito dei generi fantasy e horror, John Real afferma di amarli perchè: "quando il pubblico crede di essere lontano dal mondo reale, si ritrova davanti le emozioni che lo colpiscono ogni giorno". E, riguardo al film Native, dichiara: "Trovo che raccontare questo genere di storie sia un ottimo modo per creare intrattenimento e divertire il pubblico". Niente male per un giovane che a quanto pare ha le idee estremamente chiare.