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Rassegna stampa di Audrey Hepburn

Audrey Hepburn (Andrey Kathleen Ruston) è un'attrice belga, è nata il 4 maggio 1929 a Bruxelles (Belgio) ed è morta il 20 gennaio 1993 all'età di 63 anni a Tolochenaz (Svizzera).

ANTONELLA BARINA
La Repubblica

Una vita, quella della Hepburn, che oltre ad essere una diva internazionale e una madre premurosa (ma moglie infelice), fu anche un’icona di stile, una professionista instancabile, una delle più impegnate ambasciatrici dell’Unicef... Donna dal fascino discreto, che non si è mai fatta travolgere dagli applausi, di quel simbolo d’eleganza che fu la protagonista di Vacanze romane, Sabrina, Colazione da Tiffany, My Fair Lady...
La sua apparente serenità nascondeva insicurezze e pene profonde, radicate nell’infanzia. Il padre, Joseph Ruston, un inglese elegante e indolente che non riuscì mai a conservare un lavoro per più di un mese, abbandonò la moglie, la sofisticata baronessa Ella van Heemstra d’Olanda, sposata per interesse: era il 1935 e Audrey aveva 6 anni. Il distacco dal padre fu «l’episodio più traumatico della mia vita», dichiarerà Audrey (che poi sceglierà il cognome Hepburn della nonna materna), «e in seguito ho vissuto con la paura costante di essere lasciata».

MASOLINO D'AMICO
La Stampa

Molti anni dopo avere lavorato insieme con Ennio Flaiano, suo partner fisso di allora, sul copione di Vacanze romane, a mia madre capitò di incontrare il celeberrimo Ben Hecht, autore, o così lei credeva, di quel soggetto; e approfittò dell'occasione per scusarsi della libertà con cui la coppia lo aveva manipolato. Però Ben Hecht non capì nemmeno di cosa lei stesse parlando. Lì per lì mia madre pensò, non infondatamente, che fosse ubriaco, e lasciò perdere. Solo dopo ulteriori decenni venne fuori che all'epoca Ben Hecht aveva semplicemente prestato il nome per aiutare il vero soggettista Dalton Trumbo, il quale era sulla lista nera e non poteva lavorare col suo; c'erano poi altri due scrittori americani, loro sì accreditati, Ian McLellan Hunter e John Dighton. Anche troppi autori per una storiellina gracile gracile, oltretutto abbastanza evidentemente ispirata al celeberrimo Accadde una notte di Frank Capra (1934), su una ereditiera in fuga con un giornalista avido di scoop. Quando il regista William Wyler incontrò gli scrittori italiani che dovevano curare l'ambientazione della vicenda nella Capitale, fu chiarissimo. «Una novità in un film basta e avanza, e questo film ne ha già una, sulla quale io punto tutto. Perciò voglio che tutto il resto sia quanto più scontato possibile - il pubblico non deve avere nessuna sorpresa oltre a quella che gli riservo io». «Vuol dire per esempio che ci dobbiamo mettere una scena in cui i due sono costretti a dividere una camera da letto, e lei si mette il pigiama di lui che le sta grandissimo?» domandò mia madre. E Wyler rispose: «Precisamente». Correva l'anno 1952, Flaiano e mia madre erano stati ingaggiati come professionisti esperti, quelli che a Broadway si chiamano «play doctors»; Flaiano, che in questo campo amava definirsi un artigiano, diceva: «Dovremmo aprire una bottega con un cartello, “Si aggiustano sceneggiature”, e un prezzario: tanto per una gag, tanto per infilare l'amante del produttore, ecc.» Non esistevano agenti, e all'executive americano che li aveva cercati mia madre, lei era quella che parlava l'inglese, sparò una cifra per entrambi, forse un milione di allora. A lei sembrava molto, ma quello non credette alle proprie orecchie. Dopo essersi assicurato di aver capito bene, la abbracciò esclamando: «Bravi! Ecco lo spirito dei vecchi tempi! Anche Hollywood era così, prima che il denaro la rovinasse!» Flaiano che assisteva non gradì affatto. Pur sottopagati, i due si divertirono. Wyler veniva alle sedute di sceneggiatura immancabilmente munito di un sacchetto di carta pieno di arance che divorava metodicamente, rideva molto alle proposte dei collaboratori italiani, e si adattò volentieri alla loro abitudine di parlare di tutto meno che del lavoro. Fece anche qualche racconto su di sé, in particolare sulla sua esperienza in Italia con l'esercito americano, subito dopo la fine della guerra. La sua unità aveva svolto compiti investigativi, identificando e schedando i cosiddetti «premature antifascists», ossia gli antifascisti di prima che il Fascismo diventasse un nemico ufficiale degli USA - i comunisti, insomma. Quanto alla novità del film in cantiere, Wyler poté solo cercare di descriverla agli sceneggiatori. «Riguarda la protagonista», disse. «Un tipo femminile completamente nuovo, agli antipodi di tutto quello che circola oggi

SERGIO DONATI

Vacanze romane? Ho incontrato più volte Audrey Hepburn, che com'é noto dopo quel film s'é innamorata di Roma al punto di farsene praticamente casa – e com'é meno noto si è innamorata del mio fratellone Luciano Vincenzoni al punto di rischiare di sposarlo e diventarmi una specie di cognata.

MARIO SOLDATI

Audrey, nel suo ultimo Sciarada, di cui costituisce, almeno per me, l'esclusivo incanto, è in essa stessa, non soltanto nelle squisite toilettes, ma nel suo corpo e nel suo volto, affilati, incavati, concavi, lisci, tesi e scattanti, uno Givenchy. Questo perfettissimo orologino svizzero della recitazione, questo microscopico e appiattito Jaeger Le Coultre dello schermo (e lo dico senza la minima ironia, senza l'inclusione della minima riserva: come sa benissimo chiunque conosca la mia ammirazione quasi sconfinata per gli orologi di gran marca e per la confinante Confederazione) tocca, secondo me, la vetta del proprio valore visivo soltanto ora, e soltanto con questo Sciarada, e soltanto in grazia alle proprie toilettes o piuttosto alla trovata, poetica e inconsapevole come tutte le vere trovate, con cui ha saputo armonizzare la propria recitazione, e l'espressione e i gesti, alle toilettes.

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Regia di Helena Coan. Un film con Audrey Hepburn.
Audrey Hepburn nei panni di una Cenerentola adattata all'arguzia della commedia sofisticata. Disponibile su Infinity.
La storia di Holly e Paul, diventata un riferimento per la storia del cinema. Disponibile su Infinity.
Un film che cambiato il modo di guardare Roma al cinema, da oggi disponibile su Infinity.
La dodicesima edizione della Festa è in programma dal 26 ottobre al 5 novembre 2017.
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